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Matteo Grandi a Vicenza Esperienza stellata a buon prezzo

Lo chef, subentrato a Lorenzo Cogo, ha portato al Caffè Garibaldi di Vicenza i piatti della tradizione con una ricerca costante di ingredienti selezionati cercando di mantenere prezzi contenuti.

di Giulia Marruccelli
 
13 ottobre 2020 | 10:31

Matteo Grandi a Vicenza Esperienza stellata a buon prezzo

Lo chef, subentrato a Lorenzo Cogo, ha portato al Caffè Garibaldi di Vicenza i piatti della tradizione con una ricerca costante di ingredienti selezionati cercando di mantenere prezzi contenuti.

di Giulia Marruccelli
13 ottobre 2020 | 10:31
 

Sono passate circa tre settimane da quando la presenza dello chef Matteo Grandi è stata ufficializzata nel salotto buono di Vicenza: Lorenzo Cogo di El Coq, infatti, ha lasciato abbastanza improvvisamente i fornelli del Garibaldi, caffè storico nel cuore della città, per far posto a Matteo Grandi e alla sua squadra, un trasloco, nel vero senso della parola, di know how, arredi e personale (una trentina di persone) ora al servizio del Garibaldi GranCaffé al piano terra e del ristorante, al primo piano, che porta il nome dello chef.

Matteo Grandi - Matteo Grandi a Vicenza Esperienza stellata a buon prezzo

Matteo Grandi

È un tour de force non da poco quello che sta affrontando la nuova gestione, con un ampio orario di apertura che va dalle sette a mezzanotte inoltrata: dalle colazioni del mattino per passare alle proposte di pranzo e cena preparate al bistrot. Una buona cucina italiana, fatta a regola d’arte, alla scoperta dei piatti della tradizione con una ricerca costante di ingredienti selezionati e la sfida di mantenere prezzi contenuti rispetto al contesto.

Il ristorante, aperto a cena e a pranzo nei weekend con una trentina di coperti (ha raddoppiato rispetto al format di Cogo), continuerà il percorso gastronomico del Degusto, fatto di un menu degustazione, ora "Menu d'autunno", declinato in una scelta di 8, 5 o 2 portate affiancato dalla carta ridotta “Grandi Classici”, con sole 4 proposte culinarie della giovane storia di Matteo Grandi.

La cucina a vista del Matteo Grandi ristorante - Matteo Grandi a Vicenza Esperienza stellata a buon prezzo
La cucina a vista del Matteo Grandi ristorante

Ma cosa si aspetta Grandi da Vicenza e da questo cambiamento? «Devo dire la verità, siamo arrivati qui con molta umiltà e con la promessa di accontentare il pubblico berico, anche se in verità a San Bonifacio una buona parte della nostra clientela è vicentina. La nostra idea è quella di diventare un punto di riferimento di Vicenza; la stella Michelin, non deve spaventare il pubblico, anzi vogliamo dimostrare che con cifre ragionevoli si può fare un'esperienza "stellata" e mangiare bene!».

Ad affiancare lo chef in questo percorso un nome sconosciuto nel mondo gastronomico ma rinomato nel comparto del lusso, Castrenze Giuliano (Castrenze il nome, Giuliano il cognome) tedesco di nascita, figlio di immigrati siciliani e vicentino d'adozione, oggi presidente e Ceo di World Diamond Group, leader da oltre 30 anni nell'alta gioielleria handmade in Italy realizzata con diamanti tra i più rari al mondo. Un imprenditore che ha unito l'amore per il lusso a quello del buon cibo, ma che non è alle prime armi nel comparto visto che ha lanciato una start up innovativa, Mibon, che vuol far vivere a casa propria una reale esperienza gourmet attraverso la realizzazione di piatti di livello alto, cucinati in modo professionale e consegnati a domicilio in tempi rapidissimi. Il tutto con un ottimo rapporto qualità prezzo.

Pane e sfoglia - Matteo Grandi a Vicenza Esperienza stellata a buon prezzo
Pane e sfoglia

E i vini? A seguire Matteo Grandi in questa nuova sfida anche il suo sommelier Raffaele Mor, bresciano che nasce professionalmente tra i fornelli ma che ha seguito con attitudine il mondo dei vini fino a viverlo totalmente in una nuova professione. Al "Matteo Grandi" ha una grossa responsabilità, un "pesante" fardello di migliaia di etichette che nasce dalla fusione di due cantine, quella preesistente al Garibaldi e quella del Degusto. Una importante presenza francese, soprattutto Borgogna e Loira, che affianca referenze di Austria, Germania, Slovenia e del territorio Veneto e italiano; vini "puliti" come ama definirli Mor, e non vini "naturali" termine ormai abusato, vini onesti in tutto il loro percorso, dal vignaiolo al terroir alla cantina.

E il Degusto di San Bonifacio? Lo chef ha avuto l'intuizione di lasciarlo aperto cambiando il concept: non più cucina fine dining ma osteria di spessore del territorio veronese e vicentino: dal carrello dei bolliti alla Pearà, la tradizione di qualità è servita!

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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