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Gilda Bistrot, un tuffo nel passato Locale e ricette riportano al Medioevo

La trattoria fiorentina è capace di riportare indietro di secoli per l’atmosfera che si respira in sala e per le ricette sapientemente preparate dal cuoco Antonio Panunzio, foggiano ma con un tocco toscano inconfondibile

di Claudio Riolo
 
09 aprile 2017 | 10:26

Gilda Bistrot, un tuffo nel passato Locale e ricette riportano al Medioevo

La trattoria fiorentina è capace di riportare indietro di secoli per l’atmosfera che si respira in sala e per le ricette sapientemente preparate dal cuoco Antonio Panunzio, foggiano ma con un tocco toscano inconfondibile

di Claudio Riolo
09 aprile 2017 | 10:26
 

La trattoria Gilda Bistrot è tra le più amichevoli del quartiere, tutto è lindo e curato. Dal cancellino all’ingresso s’intravvede il bancone di castagno chiaro recuperato da una banca piemontese; così rialzato è un po’ teatrale, un ottimo punto d’osservazione per la signora Gilda, per controllare la sala e la cucina. Nella conduzione l’affianca il figlio William, appassionato anche d’arte e poesia.

Gilda Bistrot, tuffo nel passato Locale e ricette riportano al Medioevo

Gilda Nocentini

Provengono dal Nord anche le boiserie di legno chiaro - erano di chiesa - e le seggioline di un vecchio cinema, gli scaffali alla parete con pregevoli decori, i lampioncini retrò a palloncini di vetro giallo. La sala è raccolta, l’atmosfera tranquilla e serena, sei tavoli, tovaglie rosse e ricami candidi; i bicchieri di varie forme e colori sono stati collezionati dalla proprietaria. L’ambiente è stato disegnato da un professionista che se ne intende e ha realizzati altri locali noti e fortunati. Dal fondo sala si scende alla cantina con la tavolata per cene conviviali, anch’essa arredata con buon gusto.

Il cuoco Antonio Panunzio, foggiano di Lesina, classe 1982, è appassionato di cucina; si dedica anche alle ricette medievali e interpreta con fantasia le ricette della cucina tradizionale. Paste, riso, zuppe sono preparate con verdure di stagione e carni saporite. A titolo d’esempio segnalo: Cuori di ricotta e prosciutto cotto; Tortellini in brodo di manzo; Taglierini con ortaggi di stagione; Minestra di pasta, patate e borlotti. Glassature, riduzioni, salsine completano i piatti di mezzo e le ottime carni fiorentine sono tenere e leggere; per esempio: Petto d’anatra glassata al tartufo; Stinco di maiale stufato alla birra Zwick’l; Tegame di uova e pecorino di Pienza; Controfiletto brasato al Dolcetto d’Asti.

Golosa la carta dei dolci, come la Crostata di mele cotogne, tutti fatti in casa e preparati con mano sapiente; unica eccezione per la Torta setteveli, i Piccoli cannoli e le Cassate di una pasticceria siciliana. La carta dei vini propone 50 etichette delle più importanti regioni produttrici; anche 10 tipi al bicchiere. Gilda Nocentini ha gestito per 22 anni il Cinghiale Bianco a Borgo San Jacopo. Ora cura con destrezza e simpatia quest’angolo romantico di fronte al mercato di Sant’Ambrogio. Ogni mattina decide il menu e lo aggiorna secondo stagione mentre le signore chiacchierano al tavolo dopo la spesa al mercato; con la bella stagione si godono la terrazza appena fuori all’uscio. Chiuso domenica.

Per informazioni: www.gildabistrot.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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