Anche il caffè espresso italiano vuole fare come la pizza, ovvero: diventare patrimonio immateriale dell'Umanità dell'Unesco. Per farlo oggi a Roma al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali è stato presentato il dossier per la sua candidatura. Il dossier è intitolato "Il caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli" e dovrà poi essere visionato il 29 dall'apposita commissione nazionale che lo invierà in seguito a Parigi per il vaglio definitivo. Intanto il 26 marzo, giornata nazionale del "Rito del caffè espresso italiano" partirà la sottoscrizione pubblica per sostenere la candidatura Unesco. Nel frattempo anche la Fipe, la Federazione italiana pubblici esercenti, sta sostenendo ufficialmente la candidatura: «Vuole essere anche un’occasione di rilancio per un settore martoriato dalle misure restrittive che per oltre un anno e mezzo hanno messo a repentaglio la sopravvivenza di questa modalità di consumo».
Il dossier sul caffè espresso italiano
Il dossier dedicato alla candidatura scaturisce dall'unione di due precedenti documenti, su sollecitazione dalla Commissione Nazionale Unesco, per giungere a una candidatura unitaria che valorizzasse le tradizioni italiane legate ad una delle bevande più popolari del mondo e che da Napoli a Venezia ha sviluppato una storia secolare: "Il rito e l'arte del Caffe Espresso Italiano", promosso dal Consorzio di tutela del caffe espresso italiano tradizionale, e "La cultura del Caffè Napoletano tra Rito e Socialità", proposto dalla Comunità emblematica napoletana con il supporto della Regione Campania. Il dossier sarà esaminato dalla Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco che dovrà formalmente decidere se inviare a Parigi la candidatura per ottenere l'iscrizione del sito Unesco entro il 2022.
Due candidature per un unico scopo
«Questa candidatura nasce da un percorso virtuoso, che in qualche modo dimostra come è possibile superare le differenze: due candidature diverse che si uniscono per arrivare a meta, per il riconoscimento del valore del caffè espresso italiano come patrimonio immateriale dell'Unesco. Di fatto riconosciamo il valore della tazzina di caffè a tutte le latitudini del nostro Paese. È uno di quei momenti importanti per l'Italia perché riusciamo a far capire quali sono le nostre eccellenze e proporle alle comunità internazionali con serietà e credibilità forse come nessun altro», ha sottolineato il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, intervenuto alla presentazione del dossier, insieme al sottosegretario Gian Marco Centinaio, al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca per la parte napoletana e al presidente del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale Giorgio Caballini di Sassoferrato.
«Il caffè per noi non è solo un prodotto, è qualcosa che unisce una grande famiglia che è l'Italia. Questa candidatura è un risultato importante perché si è riusciti a fare una sintesi lasciando forse per strada un pezzo delle peculiarità di ciascuno ma per unire il paese. Sono citate Venezia e Napoli, ma avremmo potuto citare tante altre città. Il titolo del dossier della candidatura contiene parole che sembrano semplici ma che contengono l'essenza della nostra cultura, della nostra vita e della nostra storia», ha evidenziato il sottosegretario con delega all'Unesco Gian Marco Centinaio.
Fipe: «Il caffè espresso è un simbolo di italianità e democrazia»
Aldo Cursano, vice presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi, nel giorno dell’ufficializzazione della candidatura del rito quotidiano del caffè espresso italiano tradizionale a patrimonio dell’Unesco ha espresso il suo plauso all'iniziativa. «Il caffè espresso italiano è simbolo dello stile di vita di un paese e di una comunità e come tale ha la credibilità e il prestigio necessari per concorrere a diventare patrimonio immateriale dell’Umanità - ha detto - Attorno al rito della tazzina da consumare al bancone o al tavolo è nato e cresciuto il bar italiano come lo conosciamo oggi. Con le ampie superfici pronti ad ospitare decine di persone per un espresso in piedi e tavolini studiati per condividere questa bevanda con un amico, magari per stringere un affare o sviluppare un’idea. Di questo modello il mondo si è innamorato e ha provato a copiarlo, ma senza successo. Oggi questa candidatura vuole essere anche un’occasione di rilancio per un settore martoriato dalle misure restrittive che per oltre un anno e mezzo hanno messo a repentaglio la sopravvivenza di questa modalità di consumo. Ora che ci stiamo rialzando, seppur con fatica, la promozione del rito del caffè espresso a patrimonio dell’umanità rappresenta un’ulteriore iniezione di fiducia alla quale la Fipe-Confcommercio contribuirà con convinzione insieme al Consorzio e al Ministero. Anche perché, è bene ricordarlo sempre, questa è una bevanda democratica, che identifica il nostro stile di vita e come tale va promossa e valorizzata».
Per la Campania sarebbe il terzo alloro, dopo pizza e Dieta mediterranea
Il riconoscimento del caffè completerebbe per la Regione Campania il trittico con la dieta mediterranea e la pizza. «Sono soddisfatto del lavoro unitario fatto, un piccolo miracolo per il nostro Paese. Sul caffè abbiamo trovato una linea d'intesa unificante. Un caffè è l'Italia nel mondo, c'è una filosofia di vita che ci rappresenta», ha dichiarato il presidente della Regione Campania De Luca.
«In questo particolare momento in cui abbiamo bisogno di ritrovare la socialità e la convivialità confidiamo che questo progetto, che sta procedendo da svariati anni, possa arrivare all'aspirato risultato e che la Commissione nazionale italiana dell'Unesco lo possa passare a Parigi», ha infine concluso il presidente del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale Giorgio Caballini di Sassoferrato.
Sottoscritta anche la carta dei valori
Nel corso della conferenza stampa le comunità emblematiche di Torino, Milano, Venezia, Trieste, Bologna, Roma, Napoli, Lecce, Pescara, Palermo e Modica hanno sottoscritto la Carta dei Valori del Rito dell'Espresso italiano che elenca i valori del caffè degni di essere condivisi con l'intera umanità attraverso l'iscrizione del caffè espresso italiano nella lista rappresentativa.
Via alla sottoscrizione per sostenere la candidatura
Il 26 marzo, giornata nazionale del "Rito del caffè espresso italiano" partirà la sottoscrizione pubblica per sostenere la candidatura Unesco. Nel corso della conferenza è stato infine proiettato in anteprima il filmato ufficiale di presentazione della candidatura italiana, che accompagnerà il dossier e in caso di accettazione, la candidatura ufficiale a Parigi.