Vince una puntata di “4 Ristoranti” Offese su TripAdvisor, pagina sospesa

L’esposizione mediatica spesso è una lama a doppio taglio. Visibilità da una parte, invidie dall’altra. Qualunque cosa si dica o si faccia, ci si espone e gli avvoltoi sono pronti a sputare sentenze . È quello che è successo alla ristoratrice Pamela Veronese, coinvolta in un’odiosa vicenda sfociata su TripAdvisor

21 gennaio 2019 | 11:43
di Federico Biffignandi
Tutto nasce dalla partecipazione del locale Osteria Arcadia di Santa Giulia Porto Tolle (Ro), gestito appunto da Pamela Veronese, alla celebre trasmissione “4 Ristoranti” condotta da Alessandro Borghese (candidato al sondaggio di Italia a Tavola, CLICCA QUI PER VOTARE). Il focus della puntata si concentra su quattro locali tipici del Delta del Po; oltre all’Osteria Arcadia partecipano Marialuisa Coppola de “La Marinetta”, Gino Pizzoli de “Il Canarin” e Manuela Roncon de “La Palafitta”.


Pamela Veronese

Sommando i voti dei singoli ristoratori e quello “decisivo” di Alessandro Borghese la vittoria va proprio a Pamela Veronese. Grazie al solito azzeccato montaggio delle trasmissioni di Sky, in grado di creare personaggi che colpiscano il pubblico, la stessa Pamela (la quale, per sua stessa ammissione, non critica minimamente la scelta della produzione intenendola come un obbligo dettato dal format «che è pur sempre un gioco») viene un po’ dipinta come “la cattiva” della puntata anche a causa di voti piuttosto ristretti dati ai colleghi.
Da qui, la situazione degenera.

Pochi giorni dopo che la puntata viene messa in onda, il suo locale viene martoriato da commenti gravemente offensivi postati su TripAdvisor, nella pagina dedicata all’Osteria Arcadia. «Abbiamo iniziato a ricevere insulti di ogni genere - commenta fortemente provata e arrabbiata la titolare dell’Osteria - commenti che nulla avevano a che fare con la realtà perché gli stessi utenti ammettevano, spesso, di non esserci mai stati nel nostro locale. Erano offese personali soprattutto, che poco avevano a che fare con la cucina che proponiamo e di cui andiamo orgogliosi».

Come successo a molti altri ristoratori, anche Pamela ha iniziato l’ardua impresa di difendersi da questi attacchi: «Utilizzando gli strumenti che TripAdvisor dà - spiega - ovvero quello di segnalare commenti ritenuti offensivi o non conformi al decoro ho iniziato a segnalare appunto ogni post offensivo, motivando il perché lo stessi facendo. E il motivo stava nel fatto che nessuno di quegli utenti - celati da identità chiaramente fasulle - era stato da noi a mangiare».

Dopo diverse segnalazioni, un po’ a sorpresa visto i precedenti meno fortunati, TripAdvisor ha chiuso la possibilità di commentare ulteriormente il locale. Il blocco è rimasto per poco meno di una settimana, poi la riapertura e altri insulti. «Questa volta - spiega Pamela - chi commentava spiegava di essere stato da noi per evitare di essere segnalato. Ma le critiche che ci venivano comunicate non corrispondevano al vero. Siamo aperti tre giorni a settimana e abbiamo 20 coperti per cui ci ricordiamo di ogni piatto che serviamo».

Situazione uguale anche su Google, dove le recensioni fasulle negative fioccano. Fortunatamente chi ha davvero provato il ristorante ha dimostrato solidarietà nei confronti dei titolari, controbattendo con recensioni positive e chiari riferimenti a chi pubblica in modo falso. «Abbiamo ricevuto messaggi di sostegno anche da colleghi che ci sono passati prima di noi da questa situazione - ha detto Pamela - ed è stato commovente. Devo ringraziare mia mamma Arcadia che mi ha spinto ad andare avanti nel nostro lavoro preciso e puntuale, perché se fossi rimasta da sola in questa storia sarei impazzita. Sono fatti che segnano e che rischiano davvero di rovinare le persone prima ancora che il locale».

Come Italia a Tavola, alla luce del nostro impegno annoso su questo tema, plaudiamo all'intervento tempestivo di TripAdvisor, con due precisazioni però: da una parte, il Gufo non doveva permettere che queste recensioni uscissero, doveva controllarle prima se davvero erano così palesemente offensive; dall'altra bastava che queste recensioni le cancellasse invece che sospendere il profilo, in modo da consentire ai clienti "soddisfatti" di esprimere il proprio giudizio positivo.

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Alberto Lupini


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