Turismo Organizzato: in due anni persi 27 miliardi

Gli operatori segnalano che l'aggravio della crisi per il conflitto tra Russia e Ucraina e l'inflazione stanno già impattando sulle prenotazioni. Chiesti al Governo 500 milioni di sostegno e altre forme di aiuti

23 marzo 2022 | 15:10

Le Associazioni del Turismo Organizzato Astoi Confindustria Viaggi, AIDIT-Federturismo Confindustria, Assoviaggi-Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi-Conflavoro Pmi, tracciano un bilancio sull’attività svolta e sulla situazione del comparto del turismo organizzato nel passato biennio e scattano una fotografia del momento estremamente critico per il settoreDal 2020 al 2022 si stima una perdita totale di fatturato del Turismo Organizzato pari a 27,1 miliardi. Il 2022 che doveva essere l'anno della ripresa si è aperto con la crisi tra Russia e Ucraina, il caro bollette e il caro inflazione, fattori che stanno notevolmente impattando sulle nuove prenotazioni. Nel primo trimestre è stato registrato un calo medio delle prenotazioni, pari a -53% rispetto al 2019. Il rischio per gli addetti ai lavori è che a fine 2022 su 13mila imprese il 35% chiuda i battenti e il 34% degli 86mila occupati, che a oggi lavorano nel settore, perdano il lavoro. Le associazioni chiedono quindi al Governo di stanziare ristori per almeno 500 milioni di euro, uno scostamento di bilancio per sostegni adeguati, l'azzeramento del conteggio delle settimane per i periodi di integrazione salariale, ma anche una proposta per detrarre le spese per le vacanze e la proroga della moratoria per i finanziamenti.

I traguardi raggiunti

Nel corso di questi anni di crisi qualcosa di buono è stato comunque fatto, secondo quanto riferiscono gli addetti ai lavori. Molti i traguardi - vitali per la sopravvivenza del settore - raggiunti dalle Associazioni grazie alla collaborazione tra le sigle del comparto, a un incessante e rigoroso lavoro e a costanti interlocuzioni con i diversi attori del Governo. Tra i principali obiettivi raggiunti:

  • Istituzione e tripla proroga dei voucher (30 mesi);
  • Fondo per Tour Operator e Agenzie di Viaggio pari a 625 milioni per i danni subiti nel 2020;
  • Tax credit affitti;
  • Introduzione e proroga della cassa Covid e semplificazioni per l’accesso retroattivo agli ammortizzatori ordinari del primo trimestre 2022 per un totale di 95 settimane dall’inizio della crisi;
  • Istituzione dei Corridoi Turistici Covid free per 6 destinazioni (settembre 2021), proroga e loro ampliamento per 12 mete totali (gennaio 2022) ed eliminazione del divieto sui viaggi extra UE (febbraio 2022).

I ristori ancora da ottenere

Il comparto del Turismo Organizzato, bloccato per due anni dalla pandemia e dal divieto sui viaggi Extra Ue, è ancora in forte sofferenza. Nel 2019 il comparto fatturava 13,3 miliardi. Nel biennio 2020/21 ha fatto registrare una perdita di fatturato rispettivamente pari a -76,7% e a -81,2%. Complessivamente, nel 2020 e 2021, il totale fatturato perso ammonta a 21,1 miliardi ai quali si sommeranno, previsionalmente, altri 6 miliardi che verranno persi quest’anno, per un totale di 27,1 miliardi. Le imprese segnalano inoltre che il Governo non ha stanziato sostegni per il 2021, anno ancor più duro del precedente.

Il Fondo Unico per il Turismo istituito dalla Legge di Bilancio e recentemente incrementato dal Sostegni Ter, si attesta a 225 milioni che verranno ripartiti tra tutti i player della filiera turistica. Ai Tour Operator ed alle Agenzie di Viaggi, con il decreto Sostegni Ter, è stato destinato un budget di 39,3 milioni pari a 1/sedicesimo di quanto stanziato nel 2020.

«È evidente l’incapienza ed esiguità di tali risorse; a fronte delle perdite subite sarebbero necessari almeno 500 milioni solo per il Turismo Organizzato», hanno dichiarato gli operatori.

Il conflitto tra Russia e Ucraina aggrava la crisi del settore

La ripartenza del settore era stata avviata con l’ordinanza del Ministero della Salute (febbraio 2022) che autorizzava gli spostamenti per turismo in qualsiasi parte del mondo. In contemporanea con l’ordinanza, si è innescato il conflitto tra Russia e Ucraina, che ha generato da un lato un’instabilità geopolitica e dall’altro una significativa diminuzione del potere d’acquisto degli italiani, costretti a fronteggiare significativi aumenti del costo di beni e servizi.

Sul fronte arrivi, nel 2019 gli arrivi dalla Russia erano pari a circa 1,8 milioni di persone, 6 milioni di presenze (fonte Istat) e generavano una spesa di 984 milioni di euro (fonte Banca d’Italia). I turisti russi non saranno i soli a non visitare il nostro Paese. Si considerino in particolare gli americani, che nel 2019 avevano fatto registrare oltre 6 milioni di arrivi con oltre 16 milioni di pernottamenti (fonte Istat), per una spesa pari a 5,5 miliardi (fonte Banca d’Italia). I dati Banca d’Italia-Eurosistema indicano nel 2021 ancora -50% sulla spesa complessiva dei turisti stranieri in Italia. Con lo scenario di incertezza internazionale in atto, si attende un ulteriore decremento per il 2022.

In vista della Pasqua, l’allentamento delle restrizioni deciso dal Governo, al fine di agevolare l’incoming, secondo gli addetti ai lavori «avrebbe potuto essere più coraggioso» per consentire ai turisti di prenotare serenamente le proprie vacanze in Italia, prendendo come esempio  la Francia ed altri Paesi dove tutte le limitazioni sono già state tolte.

Per quanto riguarda l’outgoing, dopo i primi positivi segnali di ripresa, si sta assistendo ad un raffreddamento delle prenotazioni sui viaggi internazionali, dovuto al clima di timore e di incertezza generato dal conflitto bellico. L’andamento delle prenotazioni relativo ai primi trimestri del 2021 e 2022 rispetto al 2019 (dati Astoi Confindustria Viaggi) evidenzia un calo medio rispettivamente del 95% nel 2021 e del 53% nel 2022.

L'inflazione è un altro fattore di crisi

L'Istat ha rilevato in febbraio un + 5,7% di inflazione, dato che non si vedeva dal 1995. Secondo un’indagine di Confesercenti, l'effetto della corsa dei prezzi di energia, gas e carburanti, esasperata dalla crisi ucraina, rischia di portare nel 2022 il tasso di inflazione all'8%, il che potrebbe costare quest'anno 26,1 miliardi di euro in minori consumi e 41,3 miliardi in meno sul previsto aumento del PIL.

Il prezzo del jet fuel è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: un incremento così significativo del costo del carburante non può non ripercuotersi sui prezzi dei pacchetti turistici e, conseguentemente, sulla domanda.

La gravità della crisi pesa sull'occupazione

A sottolineare la gravità della crisi, concorrono i numeri sull’aspetto occupazionale. Secondo il rapporto Cerved 2020 sulle Pmi, gli occupati del comparto nel 2019 erano oltre 86.000. Il numero di addetti, in questi due ultimi anni, non ha subito variazioni notevoli in quanto “mantenuto in vita” dagli ammortizzatori sociali. Secondo il WTTC (World Travel & Tourism Council), nel 2020 il settore dei viaggi e del turismo italiano ha registrato una riduzione del 12,4% dell’occupazione. La riduzione dei livelli occupazionali è stata anche frenata dal blocco dei licenziamenti in essere fino al 31 dicembre 2021. Nel 2022, una volta esaurita la possibilità di accedere agli ammortizzatori e considerata la forte riduzione dei volumi, sempre in base a stime elaborate dal Cerved, si potrebbe arrivare ad una possibile riduzione dell’organico pari al 34%.

Dall’inizio della pandemia il turismo organizzato ha fatto uso massiccio degli ammortizzatori sociali. Purtroppo, data la situazione, le imprese sono già coscienti del fatto che l’uso di questi strumenti si dovrà protrarre almeno fino a giugno e per tale ragione le Associazioni chiedono che non vengano conteggiati i periodi di integrazione salariale fruiti da gennaio a marzo 2022 e che il contatore venga azzerato ad aprile, per evitare che le aziende rimangano senza ammortizzatori, avendo consumato tutto il montante a loro disposizione.

L'impatto della crisi sul numero delle imprese attive

Il numero delle imprese attive nel 2019 era pari a circa 13.000. Rispetto ai dati pre-pandemia circa il 20% delle imprese del Turismo Organizzato ha effettivamente chiuso e cessato l’attività. Considerati una serie di fattori, tra cui l’impatto economico della nuova crisi dovuta al conflitto bellico Russia–Ucraina sull’andamento della domanda e la scadenza dei voucher con conseguente obbligo di rimborso a settembre, a fine 2022 si stima la chiusura del 35% delle imprese del comparto rispetto al 2019.

 

 

Detraibilità fiscale delle spese per vacanza

Per sostenere la domanda sarebbe importante attivare un meccanismo di detraibilità fiscale delle spese per vacanza - sul modello di quelle sanitarie - sostenute dai consumatori per l’acquisto di pacchetti o servizi turistici presso Agenzie Viaggi /Tour Operator, prevedendo un triennio di sperimentazione.

Chiesto il prolungamento della moratoria sui finanziamenti

Il mancato prolungamento della moratoria sui finanziamenti, mutui e prestiti comporterà per le imprese pesanti conseguenze fino alla definitiva cessazione dell’attività se non si interverrà in modo mirato sul settore. Le banche stanno chiedendo il rientro e le imprese non sono in grado di adempiere. Perfino l’Abi ha chiesto che il Governo confermi i sostegni per la liquidità delle Pmi e solleciti le istituzioni europee a ripristinare la flessibilità sul trattamento dei crediti. Urge quindi un intervento volto a disporre la proroga della moratoria sui finanziamenti (sia quota capitale sia interessi), pena la chiusura di migliaia di imprese.

Le richieste avanzate al Governo

Astoi Confindustria Viaggi, AIDIT-Federturismo Confindustria, Assoviaggi-Confesercenti, Fiavet Confcommercio e Maavi-Conflavoro PMI chiedono che il Governo, in considerazione della scarsità delle risorse disponibili e a fronte dei gravissimi problemi evidenziati, provveda, quanto prima, a deliberare un nuovo scostamento di bilancio per mettere a disposizione del settore sostegni adeguati.

 

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Alberto Lupini


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