Il Covid torna a spaventare il turismo in Italia. La recente impennata dei contagi, causata dall'ultima variante di Omicron 5, altamente contagiosa, sta creando apprensione nelle strutture alberghiere perché è arrivata proprio nel corso della stagione estiva. Una stagione che gli addetti ai lavori attendevano con impazienza perché doveva essere quella della rinascita, dopo due anni difficili causati dalla pandemia e dal lockdown e dalle restrizioni normative imposte per contenere il contagio, e che ora rischia di essere in parte compromessa dalla nuova ripresa del virus.
E così mentre in alberghi e ristoranti tornano le barriere in plexiglass e i dispositivi di protezione individuale, tra i turisti sale l'apprensione. Molti decidono di prenotare all'ultimo, mentre altri disdicono con la speranza di cambiare periodo di vacanza senza rimetterci.
L'incubo Covid torna a spaventare il turismo
Non è ancora finita. Dopo una primavera vissuta all’insegna dell’ottimismo, gli italiani hanno deciso di tornare a viaggiare. Il Covid, per un attimo, non ha fatto più paura. Adesso, però, l’Italia è pronta ad affrontare un nuovo picco dei contagi a causa della variante Omicron 5, atteso nella seconda settimana di luglio.
E così nelle hall degli alberghi tornano le barriere in plexiglass e i dispositivi di protezione individuale. L'obiettivo per gli operatori non è soltanto garantire l'assoluta sicurezza ai turisti, ma anche il migliore servizio di accoglienza e ristorazione. La nuova variante sta creando infatti un effetto domino tra i dipendenti costretti a rimanere in quarantena.
L'effetto contagio è anche amplificato dal fatto che chi si presenta in hotel non è più obbligato a presentare il Green pass o la certificazione del tampone.
Le attuali normative hanno fatto cadere l'obbligatorietà di tutte le precauzioni adottate in passato. Ci sono molti asintomatici, o peggio ancora, persone consapevoli di essere positive che non hanno alcuna intenzione di rinunciare alla vacanza per stare a casa con il virus. E quindi il contagio si diffonde e aumenta ancora di più l'allerta tra gli addetti ai lavori.
«Facciamo i salti mortali per garantire la continuità dei turni, dato che a ogni caso di contagio corrisponde l'isolamento del lavoratore - ha spiegato Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Puglia intervistato dal Corriere del Mezzogiorno - Nella migliore delle ipotesi riusciamo a tamponare con lo spostamento dei turni, visto che mediamente la positività dura dai 6 ai 10 giorni. E per questo dobbiamo ringraziare tutti i collaboratori. Sin dall'inizio della stagione abbiamo detto ai nostri associati di proseguire con tutte le buone pratiche di prevenzione dei contagi, come la sanificazione degli ambienti, l'uso delle mascherine e la misurazione della temperatura. L'obiettivo è essere responsabili nei confronti di tutti».
Negli alberghi salgono le disdette
La nuova ondata epidemica ha cambiato repentinamente le abitudini dei vacanzieri estivi. L'esempio più eclatante è quello che sta avvenendo nella Riviera Romagnola. «Negli ultimi giorni stiamo ricevendo disdette inaspettate e improvvise - ha spiegato Patrizia Rinaldis, presidente di Federalberghi Rimini, sulle pagine del Resto del Carlino - Le persone tendono a prenotare sempre più all'ultimo minuto, preoccupate per l'andamento dei contagi e i riflessi che questi potrebbero avere sulle proprie vacanze. Una delle principali richieste riguarda proprio la possibilità di cambiare periodo senza rimetterci. Preoccupazioni alle quali noi albergatori rispondiamo assicurandoli».
Alcuni alberghi in Emilia Romagna, stanno quindi rilasciando dei buoni vacanza da sfruttare in un altro periodo dell'anno.
Che fare se si risulta positivi prima di partire?
Quindi, che fare se si è risultati positivi al Covid a ridosso della partenza? La risposta non è immediata perché a livello europeo non ci sono norme che regolino la rinuncia da parte del viaggiatore.
In Italia, però, il Codice civile, all’articolo 1463, regola proprio “l’impossibilità sopravvenuta” che, se dimostrata (col referto ufficiale del tampone) dovrebbe garantire il rimborso della caparra e liberare il cliente dall’obbligo di pagare il saldo. Questo vale solo per gli hotel che si trovano in Italia e sono, quindi, soggetti al Codice civile italiano.
Molto dipende anche dalle tempistiche in cui viene fatta la disdetta. Da questo punto di vista molte catene alberghiere hanno ammorbidito le proprie politiche relative alla cancellazione delle prenotazioni. C'è l'esempio di Nh Hotels dove si prevede che se si contrae il Covid nei sette giorni precedenti l’arrivo, si possono cambiare le date del soggiorno senza costi.
In ogni caso il consiglio è di utilizzare il buonsenso (sia da parte del cliente e sia da parte degli operatori dell'accoglienza).
Per non rischiare è sempre meglio affidarsi alle polizze assicurative ad hoc o tariffe rimborsabili, che proprio quest'anno sono molto richieste (il loro numero ha già superato quelle del 2019), soprattutto quando si prenotano le vacanze nelle agenzie di viaggio.