Sparare sulla Croce Rossa. Questo, senza troppi giri di parole, è quello che sta facendo TheFork ai ristoranti, già piegati da due anni di Covid e dal caro bollette e prezzi: la piattaforma ha, infatti, annunciato di aumentare del 12,6% il costo delle commissioni che un ristorante paga per il servizio di prenotazioni online. Un aumento esagerato e non di certo giustificabile dall’inflazione. Ma un vero e proprio atteggiamento senza scrupoli di fronte alle oggettive difficoltà del mondo della ristorazione visto che, dopo le aggressive campagne pubblicitarie che promuovono sconti al ristorante fino al 50%, come se fossimo in presenza di saldi di fine stagione o per fine attività, aggiunge un ennesimo problema che potrebbe fare esplodere una crisi devastante nel comparto già in ginocchio, come sottolinea chiaramente la Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi.
Listini ai ristoranti solo parzialmente ritoccati
Dopo due anni di «grave emergenza» con fatturati «drasticamente» ridimensionati e debiti in «forte crescita», la ristorazione, infatti, sottolinea la Fipe si trova da mesi a fronteggiare aumenti straordinari dei prodotti alimentari e dell'energia che solo parzialmente sono stati trasferiti sui listini proprio per non mettere a rischio la fase della ripartenza. In questo contesto arriva l'annuncio di TheFork di aumentare del 12,6% a partire dal nuovo anno il costo delle commissioni che un ristorante paga per il servizio di prenotazioni online. «Un aumento esagerato che non ha giustificazione né nella dinamica dell'inflazione generale né tantomeno in quella del settore della ristorazione», denuncia Fipe, sottolineando che in questi giorni l'Istat ha indicato nell'8,1% il tasso di inflazione del 2022 mentre i prezzi dei ristoranti sono cresciuti di appena il 4%.
Aumento esagerato e ingiustificato
«Gli aumenti annunciati da TheFork - dichiara Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe, sono assolutamente ingiustificati. Imporre aumenti delle commissioni a due cifre mentre i ristoranti faticano ad aggiustare i listini, significa allungare lo stato di difficoltà in cui le imprese ancora si trovano dopo due anni di pandemia e un altro lungo periodo di emergenza energetica. In questo modo si continua ad alimentare una spirale inflazionistica che ha pesanti effetti sul potere di acquisto dei consumatori. Auspichiamo che TheFork tenga conto del quadro di contesto e riconsideri l'adeguamento dei listini».
Anche Roberto Calugi, direttore generale di Fipe Confcommercio, auspica «al senso di responsabilità, non solo di The Fork, ma anche dei consumatori che capiscono quando e come utilizzare tali piattaforme. I ristoranti stanno facendo la loro parte tenendo i prezzi bassi. Non è proprio possibile che The Fork, in un momento di difficoltà del settore, aumenti le commissioni più del tasso di inflazione».
Il “ricatto” dei super sconti
Come dicevamo, dunque, altro giro (di problemi) altra corsa per i ristoranti che, sopravvissuti alla pandemia, ora devono restare a galla tra mancanza di personale e bollette insostenibili. Ma come si fa se chi dovrebbe in qualche modo aiutarli fa di tutto per farli affogare? Pensiamo, ad esempio, alle aggressive campagne di promozione lanciate dalle piattaforme di prenotazioni online (tra cui appunto soprattutto The Fork) con sconti del 50%, che non solo rischiano di aggravare la crisi che sta attraversando la ristorazione italiana ma che confondono anche i consumatori. Da una parte dobbiamo, infatti, considerare che da quel 50% che incassa (che non copre neanche i soli costi fissi del locale), il ristoratore che fa la “svendita” deve detrarre anche la percentuale (non certo leggera) che resta a The Fork per la prenotazione, davvero resta poco nel cassetto. Dall’altra il consumatore potrebbe sì considerare un super vantaggio l’offerta e un’occasione da non perdere, senza però fermarsi a riflettere se, magari, al 50% potrebbero essere proposti piatti che valgono (per costo degli ingredienti e qualità di prodotto e lavorazione) la metà di quelli abitualmente in menu?
Aggiungiamo poi che per i ristoranti essere su de The Fork oggi diventa necessario e che non accettare i super sconti (che fanno ingrassare la piattaforma) può portali a non essere selezionati facilmente dai consumatori.
Ricatto, insomma.
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Il mondo malato delle recensioni false
Ricatto, dunque, e recensioni false. Questo è il mondo, malato, online in cui si trovano a dover navigare i ristoranti, che, magari piccoli non posso fare nulla contro colossi come TripAdvisor e compagnia bella. Ma se poi qualcuno ce la fa, come il caso dell’Hostaria Ducale di Genova che ha vinto contro Google per le false recensioni che vanno rimosse, confermano che i ristoratori hanno ragione e che è ora che anche i Governi si impegnino, anche con una piattaforma italiana per le prenotazioni, trasparente e garantita, ad aiutare Davide a vincere Golia.
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Alberto Lupini
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