Test per chi sbarca in Sardegna? Arriva il “no” del Tar all'ordinanza

L'ordinanza firmata da Christian Solinas ha convinto tanti a disdire le vacanze prenotate per l'autunno. Il Governo però ha presentato ricorso che è stato accolto

17 settembre 2020 | 15:49
di Sergio Cotti
Da una parte l’ennesima ordinanza del Governatore di turno, che per “difendere” la sua Regione dai contagi, sta rischiando di far sfumare anche le poche possibilità di ripresa del turismo; dall’altra il Governo, che questa ordinanza, come tante altre, l’ha impugnata perché ritenuta illegittima. In mezzo ci sono albergatori, ristoratori e tutti gli altri operatori del turismo, che da quando è entrata in vigore l’ordinanza, stanno facendo i conti con una raffica di disdette. Siamo di nuovo in Sardegna, terra del caos ferragostano e dei focolai nelle discoteche; l’ordinanza in questione è quella che il presidente della Regione, Christian Solinas, ha firmato nei giorni scorsi, che prevede test obbligatori per i passeggeri in arrivo nell'isola che non si siano presentati all'imbarco con una certificazione di negatività al Covid-19. Il Governo ha subito presentato ricorso per opporsi e il Tar gli ha datto ragione. Quindi, tutto fermo.

Test obbligatori per chi entra in Sardegna

Il decreto del presidente della prima sezione Dante D'Alessio recita: "Non vi sono ragioni per una pronuncia cautelare sulle ulteriori disposizioni dettate negli altri articoli dell'ordinanza impugnata che potrebbero ritenersi peraltro giustificate dall'evolversi della situazione epidemiologica nella Regione".

Una decisione, quella di Solinas, che si avvicinava a quella del passaporto sanitario, proposto a fine primavera (e poi accantonato), che in queste ore sta convincendo tanti turisti a cambiare destinazione per le loro vacanze autunnali; un provvedimento firmato in quattro e quattr'otto che metteva in evidenza un atteggiamento della Regione, che sembra quasi volersi nascondere dietro l'obbligatorietà dei test per chi sbarca sull'Isola, dopo che per mesi non ha mai pensato di adeguare le proprie carenti strutture ospedaliere - non in grado di fare fronte a un'eventuale emergenza sanitaria - con respiratori e l'assunzione di nuovi medici.

A contestare il provvedimento del presidente Solinas sono stati, in particolare, gli uffici del ministero degli Affari Regionali di concerto con il ministero della Salute.

Nel frattempo a fare le spese di questa ulteriore situazione di incertezza sono gli operatori del turismo: «Molti stanno rinunciando alle vacanze in Sardegna e questa nuova situazione ha completamente bloccato le prenotazioni», lamenta Paolo Manca, presidente regionale di Fedralberghi. «Altro che allungamento della stagione - aggiunge - arriverà una pioggia di disdette. Non abbiamo ancora numeri precisi: molti stanno rinunciando anche a costo di perdere il biglietto della nave o dell'aereo per evitare di rimanere bloccati in Sardegna».

Nei primi due giorni di validità dell’ordinanza sono arrivate centinaia di richieste di spostamenti e cancellazioni: «Chi dispone di strutture in altre destinazioni - conclude il presidente dell'associazione degli albergatori sardi - sta deviando i clienti verso altre mete».

Christian Solinas

Sull’altro fronte, il presidente della Regione ha parlato di “atteggiamento arrogante e propagandistico” da parte del Governo, nei confronti di un provvedimento “finalizzato a contrastare la diffusione del virus nel corso di questa emergenza sanitaria in Sardegna” e “adottato nell'esclusivo intento di garantire la piena tutela della salute pubblica, dei sardi e dei turisti”.

«Nei mesi precedenti abbiamo lottato per affermare, nel rispetto della legalità e della legittimità, il diritto a salvaguardare la nostra Isola, preservando il risultato raggiunto di azzeramento della circolazione virale - ha aggiunto Solinas - ma il Governo ha opposto alle nostre legittime richieste ostacoli e dinieghi ingiustificati. Abbiamo sempre rivendicato la nostra autonomia, proponendo però, in ossequio al principio di leale collaborazione modelli di controllo da estendere all'intero territorio nazionale, nell'alveo delle migliori pratiche internazionali, da attuare in piena coerenza con le disposizioni di legge e le norme costituzionali».

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