Ultime ore per la manovra del Governo Meloni, già approvata alla Camera con voto di fiducia e che oggi sbarcherà al Senato. Con questa nuova legge di bilancio ci sono ovviamente novità per il turismo. Da un lato risorse aggiuntive, ma dall'altro c'è poi il nodo della tassa di soggiorno che raddoppia fino a 10 euro nei Comuni-capoluogo a vocazione turistica in cui i flussi sono superiori a venti volte il numero dei residenti, secondo l'emendamento proposto dal Pd e approvato alla Camera.
L'aumento della tassa non è piaciuta a Federalberghi e per il presidente Bernabò Bocca «andrebbe sostituita con in un’imposta di scopo, utilizzando i fondi per riqualificare le strutture alberghiere, invece di destinare il gettito al bilancio dei Comuni finendo in calderone senza senso».
Un'opinione condivisa anche da Assoturismo e Confindustria Alberghi che chiedono anch'essi di trasformarla in un’imposta di scopo, destinata agli investimenti per lo sviluppo del turismo.
Chiara la posizione di Federalberghi, per cui le risorse destinate nella Manovra al comparto del turismo non sono sicuramente sufficienti. Parere condiviso anche da Assoturismo per cui i fondi sono arrivati con il contagocce e solo in alcuni territori.
La richiesta condivisa dalle associazioni di categoria è quella che per il comparto siano destinati dal Governo molti più fondi nei prossimi anni, in particolare a un asset fondamentale come quello degli alberghi.
Sul turismo servono interventi strutturali
Il presidente di Federalberghi, oltre ad aver sottolineato l'importanza di sostituire la tassa di soggiorno con un'imposta di scopo con fondi da utilizzare per il comparto, è tornato a commentare anche la Manovra e ha dichiarato: «Si tratta di una Manovra che sul turismo non immagina interventi strutturali, però siamo coscienti del momento contingente con questo caro-energia, ma il prossimo anno ci aspettiamo di più».
Il presidente di Federalberghi ha poi proseguito, sempre sul il tema degli incentivi per il comparto e ha dichiarato: «Confidavamo moltissimo nei fondi del Pnrr per la riqualificazione delle strutture alberghiere, che in Italia conta un parco di oltre 33 mila strutture. Siamo il primo Paese in Europa per numero di alberghi. Purtroppo nell’attribuzione delle risorse il turismo italiano, malgrado rappresenti il 10 del Pil, ha preso circa 1,5 per cento dei fondi. Ci auguriamo che sui residui di altri capitoli di spesa, avanzino ulteriori risorse per la ristrutturazione delle strutture alberghiere, in quanto la competizione si fa sempre più alta, e sempre più noi dobbiamo investire all’interno delle nostre strutture».
Le risorse per il comparto sono arrivate con il contagocce
Sul tema della tassa di soggiorno e della necessità di più fondi per il turismo è intervenuto anche Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti che ha dichiarato: «Tassare i turisti non ci sembra una buona strategia, proprio in un momento di ripresa come questo. Si rischia di scoraggiare i visitatori, soprattutto le famiglie, offrendo loro un incentivo per ridurre la durata del soggiorno, e di spingere fuori mercato le città d’arte. L’esatto contrario di quello che dovremmo fare. L’imposta di soggiorno è già una gabella poco gradita, anche perché - in teoria - avrebbe dovuto essere un’imposta di scopo destinata agli investimenti per lo sviluppo del turismo, ma le risorse sono arrivate al comparto con il contagocce, e solo in alcuni territori».
Una drammatica miopia che colpisce un comparto fondamentale
Per Confindustria Alberghi «L’aumento della tassa di soggiorno varato nella Legge di Bilancio pesa su un equilibrio ancora difficile. Il paradosso è che il settore dà già moltissimo ai comuni tra Imu, Tari, tassa di soggiorno ordinaria e molte imposte minori. Ma a quanto pare non basta e si pensa di poter spremere ancora le imprese. Le 22mila aziende del settore alberghiero sono strangolate dal carico fiscale e dagli aumenti che in alcuni casi stanno superando ampiamente il dato già impressionante dell’inflazione».
E ha poi proseguito: «Ancora una volta una tempesta perfetta sulle imprese del settore che danneggia il turismo e favorisce quelle forme di ospitalità che ancora oggi attendono di essere censite e regolamentate proprio da quei comuni che preferiscono alzare l’imposta sugli alberghi, invece di andare a recuperare le risorse che sfuggono alla tassazione. Una drammatica miopia che colpisce un comparto, quello alberghiero, che contribuisce in modo sostanziale all’economia dei territori, del Paese, e all’occupazione in Italia.
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Alberto Lupini
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