Su Fb il mercatino del Made in Italy fa riscoprire i tesori del Belpaese
Il gruppo Facebook nato un anno fa da un'idea di Paolo Zeoli, ha raggiunto quota 30mila iscritti. Un'occasione per le aziende di farsi conoscere e per i turisti di scoprire le eccellenze del territorio nazionale
04 ottobre 2020 | 14:43
Il “Mercatino dei prodotti alimentari 100% made in Italy” è un gruppo Facebook, nato a dicembre 2019 da un’idea di Paolo Zeoli, un professore di scuola superiore di Foggia. Il gruppo sta riscuotendo un successo inaspettato, tanto che ad oggi conta circa 30mila iscritti. La “mission” del gruppo è di promuovere e valorizzare i prodotti alimentari 100% Made in Italy e il turismo enogastronomico. Del gruppo fanno parte tante aziende del settore, ma anche consumatori finali, cuochi, food blogger, giornalisti e cultori dell’enogastronomia italiana.
Lo slogan del gruppo è “Mangiare italiano per andare lontano”. Un’occasione, secondo il suo fondatore, per creare una rete di connessioni tra i vari utenti, all’interno della quale ognuno può pubblicare materiali, annunci, porre quesiti e inserire foto e video. Inoltre, la promozione e la valorizzazione dei prodotti alimentari made in Italy e il turismo enogastronomico offrono una possibilità di rilancio dello stesso territorio, migliorando gli standard di qualità dei servizi di ospitalità, delle produzioni tipiche, e dei livelli di benessere e di tranquillità di turisti e consumatori, con ripercussioni positive sulle attività economiche delle varie zone d’Italia.
«Il turismo enogastronomico deve diventare sempre più turismo esperienziale - dice Zeoli - Solo qualche anno fa le ricchezze naturali e storiche di una destinazione bastavano ad attrarre turisti. Oggi non è più così: il viaggiatore è sempre meno alla ricerca di un luogo dove andare, ma è sempre più attratto da una destinazione in cui fare o scoprire qualcosa. Oggi i turisti sono motivati dalle esperienze da vivere, dal concetto di “living culture”, dal desiderio di vivere nell’humus culturale del luogo».
«Ben diverso sarebbe far vivere l’esperienza della vendemmia in Capitanata insieme al viticultore in un vigneto del Tavoliere delle Puglie, oppure visitare un laboratorio dove mani abilissime trasformano la farina di grano duro in pasta a mano (orecchiette, troccoli, cicatelli) - continua Zeoli - Questo sì che è vivere un’esperienza unica e di valore, che il turista cerca. Solitamente durante tali esperienze il turista interagisce con le persone, la storia e le tradizioni del luogo. Ben venga, dunque, un marketing che produce non solo immagini e slogan, ma cose vere e autentiche, che a loro volta si dovranno trasformare in messaggi, in immagini, ma soprattutto in emozioni».
È possibile iscriversi cliccando QUI.
Il gruppo Facebook ha già raccolto 30mila iscritti
Lo slogan del gruppo è “Mangiare italiano per andare lontano”. Un’occasione, secondo il suo fondatore, per creare una rete di connessioni tra i vari utenti, all’interno della quale ognuno può pubblicare materiali, annunci, porre quesiti e inserire foto e video. Inoltre, la promozione e la valorizzazione dei prodotti alimentari made in Italy e il turismo enogastronomico offrono una possibilità di rilancio dello stesso territorio, migliorando gli standard di qualità dei servizi di ospitalità, delle produzioni tipiche, e dei livelli di benessere e di tranquillità di turisti e consumatori, con ripercussioni positive sulle attività economiche delle varie zone d’Italia.
Paolo Zeoli
«Il turismo enogastronomico deve diventare sempre più turismo esperienziale - dice Zeoli - Solo qualche anno fa le ricchezze naturali e storiche di una destinazione bastavano ad attrarre turisti. Oggi non è più così: il viaggiatore è sempre meno alla ricerca di un luogo dove andare, ma è sempre più attratto da una destinazione in cui fare o scoprire qualcosa. Oggi i turisti sono motivati dalle esperienze da vivere, dal concetto di “living culture”, dal desiderio di vivere nell’humus culturale del luogo».
«Ben diverso sarebbe far vivere l’esperienza della vendemmia in Capitanata insieme al viticultore in un vigneto del Tavoliere delle Puglie, oppure visitare un laboratorio dove mani abilissime trasformano la farina di grano duro in pasta a mano (orecchiette, troccoli, cicatelli) - continua Zeoli - Questo sì che è vivere un’esperienza unica e di valore, che il turista cerca. Solitamente durante tali esperienze il turista interagisce con le persone, la storia e le tradizioni del luogo. Ben venga, dunque, un marketing che produce non solo immagini e slogan, ma cose vere e autentiche, che a loro volta si dovranno trasformare in messaggi, in immagini, ma soprattutto in emozioni».
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Alberto Lupini
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