La sostenibilità entra in etichetta Il carrello "green" vale 8 miliardi

Compostabili, biodegradabili e con meno plastica: sono questi i packaging vincenti. Lo rileva l’Osservatorio Immagino, che registra la significativa crescita dei prodotti dichiarati a basso impatto in termini di CO2

10 settembre 2020 | 13:40
Il tema della sostenibilità, in particolare di quella ambientale, è diventato un valore irrinunciabile per le aziende di produzione e distribuzione, che sempre più lo spesso lo comunicano ai consumatori anche attraverso quel diffuso e capillare media rappresentato dalle etichette dei prodotti.

Il carrello degli italiani è sempre più green

In effetti le dichiarazioni relative alla sostenibilità ambientale sono sempre più presenti sulle confezioni dei prodotti di largo consumo. In parallelo alla crescita della loro diffusione, aumenta anche il range dei claim utilizzati. A misurare questo fenomeno è l’Osservatorio Immagino, realizzato da GS1 Italy in collaborazione con Nielsen, che, edizione dopo edizione, sta monitorando l’evoluzione del carrello della spesa “green” degli italiani. Con l’ultimo aggiornamento, il paniere dei prodotti con claim legati alla sostenibilità è arrivato a 21.213 referenze, per vendite che sfiorano gli 8 miliardi di euro.



Analizzando le etichette di questi prodotti, l’Osservatorio Immagino ha rilevato i 24 claim principali per diffusione e vendita e li ha raccolti in quattro macroaree: responsabilità sociale, rispetto degli animali, management sostenibile delle risorse e agricoltura e allevamento sostenibili.

Sono i claim riconducibili alla gestione sostenibile delle risorse, sia nella fase produttiva che nel packaging, a dominare le vendite, con un fatturato di 3,6 miliardi di euro, il 10,2% del valore complessivo del paniere “green” rilevato dall’Osservatorio Immagino. Nell’arco dei 12 mesi rilevati a crescere in questo cluster sono state soprattutto le vendite di prodotti per cui viene segnalato in etichetta che sono confezionati in un imballo “compostabile”: le loro vendite hanno segnato un +55,9% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, tra supermercati e ipermercati, i prodotti di largo consumo con confezioni compostabili hanno raggiunto un fatturato di 74 milioni di euro, concentrati principalmente in alcune categorie: preparati per bevande calde (capsule), gelati, surgelati e acque minerali nel food, e prodotti usa e getta e igienico-sanitari nell’extra alimentare.

A supportare questo trend, così come l’attenzione verso i packaging ecosostenibili, sono stati la campagna contro la plastica e l’allarme sulle microplastiche negli oceani. Infatti, tra gli altri claim relativi al pack green, quelli che hanno registrato un’importante crescita del sell-out sono “meno plastica” (+21,0%) e “biodegradabile” (+11,7%). Gli altri claim di questo gruppo che nel 2019 hanno registrato la maggiore crescita delle vendite sono stati: “CO2” (+19,1%) e “riduzione impatto ambientale” (+13,5%). Stabile, invece, il sell-out dei prodotti dotati della certificazione Sustainable cleaning (+0,4%).

Al secondo posto per vendite nel carrello green c’è il paniere dei prodotti accompagnati in etichetta da claim che rimandano a un’agricoltura amica dell’ambiente e a modalità di allevamento sostenibili, con claim come “biologico”, “senza OGM”, “100% ingredienti naturali”, “senza antibiotici”, “filiera/tracciabilità”. Questi prodotti hanno realizzato un fatturato di 2,4 miliardi di euro, pari al 6,6% del volume d’affari del paniere, con una presenza sul 10,0% dei prodotti.

Rilevante la crescita delle vendite dei prodotti “senza antibiotici” (+62%), certificati Ecocert (+19,6%), con indicazioni relative alla filiera o alla tracciabilità (+14,7%) o realizzati con “ingredienti 100% naturali” (+9,7%), a riprova della forza che l’innovazione di prodotto acquisisce quando è attenta a comunicare in etichetta i valori della sicurezza alimentare e dell’ecosostenibilità.

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Alberto Lupini


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