Solinas si difende sulle discoteche, ma la polizia fa un blitz in Regione
Il governatore sardo parla di «macchina del fango» sui luoghi del divertimento lasciati aperti questa estate. Però l'inchiesta per epidemia colposa prosegue: perquisiti l'ordinanza "incriminata" e i pareri del Cts
12 novembre 2020 | 11:30
Il governatore Christian Solinas ha provato a difendere la “sua” Sardegna dagli attacchi, prima mediatici e ora portati da un’inchiesta giudiziaria, sulla diffusione dei contagi da coronavirus nell’isola quest’estate, probabilmente causata dalle discoteche tenute aperte nonostante allarmi, ammonimenti e pareri negativi del Comitato tecnico scientifico regionale.
Il presidente e leader del partito sardo d’Azione alleato con la Lega ha definito in un’intervista a la Repubblica «un atto dovuto» l’avvio delle indagini. Poi ha parlato di «macchina del fango» tutto ciò che si è creato attorno alla questione Sardegna, sostenendo che i contagi siano arrivati dalle regioni di provenienza dei turisti.
L'inchiesta intanto prosegue
Intanto però l'inchiesta è andata avanti. I documenti sulla procedura burocratica che l'11 agosto ha portato all'emanazione dell'ordinanza che diede il via libera all'apertura delle discoteche sono stati acquisiti dalla polizia su ordine della Procura di Cagliari che ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di epidemia colposa.
Come riportato dalla stampa locale, tra i documenti prelevati dagli agenti della squadra mobile nel palazzo della Regione ci sono le ordinanze e i pareri dei componenti del Cts sui quali il governatore Solinas aveva basato la decisione di far riaprire le discoteche a ridosso di Ferragosto.
Il parere del Cts che fa discutere
Solinas ha spiegato però che il parere del Cts sardo arrivato per mail il 6 agosto non lo aveva letto e che in ogni caso riguardava un’altra questione, non quella delle discoteche che, in quei giorni, erano regolarmente aperte alla luce del Dpcm firmato dal governo.
«Ad agosto situazione sotto controllo»
Di più: Solinas ha difeso anche l’ordinanza dell’11 agosto con la quale prorogava l’apertura delle discoteche considerati i dati sanitari ampiamente tranquillizzanti. «Avevamo zero terapie intensive e sei ricoverati ordinari in attesa di negativizzarsi. Il tasso di contagio era prossimo allo zero. L’Rt, l’11 agosto, era allo 0,33. C’erano tutti i requisiti prescritti di andamento della curva che giustificavano l’adozione dell’ordinanza».
«Nessuna pressione per tenere aperti i locali»
Sulla questione delle pressioni arrivate dai gestori dei locali pubblici, Solinas ha minimizzato. Prima dicendo che il consigliere Massimo Zedda (progressisti) aveva acceso la luce sul rischio assembramenti privati o in luoghi pubblici qualora le discoteche fossero state chiuse; poi definendo «ridicolo» il fatto che attorno a telefonate (a detta sua) mai ricevute sia stato montato tutto quel circo. «Per la riapertura delle discoteche dal 12 al 16 agosto, cinque giorni».
«Altre regioni con più discoteche aperte»
Non poteva mancare lo scontro con il governo in questo balletto a suon di colpe rimbalzate. Solinas ha spiegato che le sue ordinanze premettevano sempre un costante monitoraggio della situazione e che rispettavano comunque i decreti del governo. «Mi sembra ridicolo parlare di un caso discoteche in Sardegna mentre erano aperte in numero maggiore in altre regioni. La nostra situazione di oggi conferma che non abbiamo esportato il contagio».
Il presidente e leader del partito sardo d’Azione alleato con la Lega ha definito in un’intervista a la Repubblica «un atto dovuto» l’avvio delle indagini. Poi ha parlato di «macchina del fango» tutto ciò che si è creato attorno alla questione Sardegna, sostenendo che i contagi siano arrivati dalle regioni di provenienza dei turisti.
L'inchiesta intanto prosegue
Intanto però l'inchiesta è andata avanti. I documenti sulla procedura burocratica che l'11 agosto ha portato all'emanazione dell'ordinanza che diede il via libera all'apertura delle discoteche sono stati acquisiti dalla polizia su ordine della Procura di Cagliari che ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di epidemia colposa.
Come riportato dalla stampa locale, tra i documenti prelevati dagli agenti della squadra mobile nel palazzo della Regione ci sono le ordinanze e i pareri dei componenti del Cts sui quali il governatore Solinas aveva basato la decisione di far riaprire le discoteche a ridosso di Ferragosto.
Christian Solinas
Il parere del Cts che fa discutere
Solinas ha spiegato però che il parere del Cts sardo arrivato per mail il 6 agosto non lo aveva letto e che in ogni caso riguardava un’altra questione, non quella delle discoteche che, in quei giorni, erano regolarmente aperte alla luce del Dpcm firmato dal governo.
«Ad agosto situazione sotto controllo»
Di più: Solinas ha difeso anche l’ordinanza dell’11 agosto con la quale prorogava l’apertura delle discoteche considerati i dati sanitari ampiamente tranquillizzanti. «Avevamo zero terapie intensive e sei ricoverati ordinari in attesa di negativizzarsi. Il tasso di contagio era prossimo allo zero. L’Rt, l’11 agosto, era allo 0,33. C’erano tutti i requisiti prescritti di andamento della curva che giustificavano l’adozione dell’ordinanza».
«Nessuna pressione per tenere aperti i locali»
Sulla questione delle pressioni arrivate dai gestori dei locali pubblici, Solinas ha minimizzato. Prima dicendo che il consigliere Massimo Zedda (progressisti) aveva acceso la luce sul rischio assembramenti privati o in luoghi pubblici qualora le discoteche fossero state chiuse; poi definendo «ridicolo» il fatto che attorno a telefonate (a detta sua) mai ricevute sia stato montato tutto quel circo. «Per la riapertura delle discoteche dal 12 al 16 agosto, cinque giorni».
«Altre regioni con più discoteche aperte»
Non poteva mancare lo scontro con il governo in questo balletto a suon di colpe rimbalzate. Solinas ha spiegato che le sue ordinanze premettevano sempre un costante monitoraggio della situazione e che rispettavano comunque i decreti del governo. «Mi sembra ridicolo parlare di un caso discoteche in Sardegna mentre erano aperte in numero maggiore in altre regioni. La nostra situazione di oggi conferma che non abbiamo esportato il contagio».
© Riproduzione riservata
• Leggi CHECK-IN: Ristoranti, Hotel e Viaggi
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini
Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy
| Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024