Aumentare le tariffe sembra infatti essere l'unica strategia sin qui messa in campo per combattere l'overtourism, scremando i clienti per reddito, ma a mancare sembra essere una strategia più ampia che possa affrontare il problema in modo organico ed efficace. L'aumento dei prezzi, però, dovrebbe essere legato all'aumento dei servizi offerti, mentre la crescita delle tariffe applicate potrebbe trasformarsi in un clamoroso boomerang. La corsa al rincaro, poi, sembra amplificarsi in occasioni dei grandi eventi, come sarà il Giubileo a Roma, ma la prospettiva sembra più quella di una “bolla” da grande evento, un po' come è accaduto a Parigi che nel post olimpiadi è tornata a proporre prezzi in linea con quanto accadeva prima dei Giochi. Il tutto mentre alla Fortezza da Basso di Firenze l'8 e il 9 novembre è andato in scena il Forum del Turismo: nel decalogo del “Patto del Turismo”, però, a mancare sono state azioni concrete che andassero oltre gli slogan.
A Firenze il “Patto del Turismo” non va oltre le buone intenzioni
Durante il Forum del Turismo Italiano, la ministra Daniela Santanchè ha espresso la sua visione del turismo come motore economico, dichiarando che l'obiettivo è aumentare di 50 milioni i turisti in Italia, cercando così di scalare la classifica dei paesi più visitati al mondo. Contraria al concetto di “overtourism”, Santanchè sostiene che il problema sia piuttosto la gestione dei flussi e la necessità di puntare su un turismo di qualità per evitare il fenomeno “mordi e fuggi”. Nel Forum, che ha riunito operatori del settore e istituzioni, si è siglato il “Patto per il Turismo” che delinea dieci linee guida strategiche: centralità, accessibilità, formazione, sostenibilità, intelligenza artificiale, pianificazione e sviluppo, qualità, governance, accelerazione processi, unicità. L'obiettivo è rafforzare la competitività italiana e valorizzare il turismo come leva economica.
Il settore turistico è cruciale per l'Italia, dato che rappresenta circa il 18% del PIL. Nel 2023 ha generato una spesa turistica record, creando un valore aggiunto di 368 miliardi di euro. Santanchè ha sottolineato l'importanza di un approccio condiviso e di una coesione tra istituzioni e operatori per migliorare la qualità dei servizi, obiettivo fondamentale anche in vista del summit G7 del turismo. Tra i temi discussi, l'impatto del Giubileo del 2025 sarà fondamentale. L'evento dovrebbe portare a Roma 35 milioni di visitatori, generando un notevole indotto anche nelle altre città, come Napoli e Venezia, e favorendo una destagionalizzazione delle presenze grazie a un flusso costante di pellegrini e turisti.
Turismo di massa, è una questione di prezzo?
Le città e le località turistiche italiane stanno progressivamente introducendo misure per gestire l'elevato afflusso di visitatori, tra cui l'implementazione di ticket d'ingresso per preservare il patrimonio culturale e ambientale. Due esempi emblematici sono Venezia e alcune località di montagna. A partire dal 2024, Venezia ha iniziato a sperimentare un sistema di ticket per i turisti giornalieri che desiderano accedere al centro storico, una misura volta a combattere il fenomeno dell'overtourism. Il biglietto, che dovrebbe avere un costo iniziale di circa 5 euro per i visitatori non pernottanti, è stato progettato per regolare l'afflusso nei giorni di maggiore affluenza, come durante festività e grandi eventi. E anche alcune località montane stanno considerando l'adozione di misure simili per gestire l'afflusso turistico, specialmente in periodi di alta stagione come l'estate e le vacanze invernali In entrambi i casi, l'obiettivo principale è ridurre l'impatto negativo del turismo di massa, garantendo una migliore vivibilità sia per i residenti che per chi visita queste località e i ricavi dovrebbero essere utilizzati per la manutenzione dei luoghi e per finanziare iniziative di tutela del patrimonio artistico e naturale.
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Di fronte al problema delle infrastrutture congestionate, il presidente di Federalberghi Liguria, Aldo Werdin ha proposto esattamente questa, con motivazioni destinate a suscitare polemiche: «Dobbiamo puntare su un turismo di qualità. Se una persona paga 2.000 euro per una camera a Portofino e poi si trova in piazzetta con migliaia di persone, questo rappresenta una contro-pubblicità». Per Werdin, l'idea non è di limitare gli accessi ma di incrementare la qualità dei servizi e dei prezzi, selezionando così un pubblico più ristretto. «Alzare le tariffe è uno strumento per ridurre l'affluenza e migliorare l'esperienza turistica». Il presidente delinea così una Liguria che potrebbe orientarsi verso un turismo esclusivo.
Turismo, non basta una politica dei prezzi
Finora, l'adozione di tariffe più elevate è stata la principale risposta per fronteggiare l'overtourism, cercando di ridurre il numero di visitatori filtrandoli in base alla loro disponibilità economica. Tuttavia, questa misura appare insufficiente, quando non controproducente. Se da un lato può limitare l'afflusso immediato di turisti, dall'altro non affronta le cause strutturali del fenomeno né propone soluzioni sostenibili a lungo termine. Tanto più se l'aumento dei prezzi non comporta anche un aumento (o un miglioramento) dei servizi offerti perché questo potrebbe allontanare anche quei turisti che hanno la capacità di spesa necessaria, ma che reputano il rapporto costo/qualità in modo negativo.
È inoltre cruciale lavorare sulla consapevolezza dei visitatori, educandoli a un turismo responsabile e rispettoso dei luoghi e delle comunità locali. Promuovere itinerari alternativi e meno noti potrebbe alleggerire la pressione sulle attrazioni più famose, favorendo al contempo la scoperta di luoghi spesso trascurati, ma altrettanto affascinanti. Investire in infrastrutture per il trasporto pubblico ecologico o incentivare modalità di visita più sostenibili può contribuire a ridurre l'impatto ambientale.
Turismo di massa, il nodo affitti brevi e le leggi speciali
L'aumento delle tariffe rischia di ingessare il comparto dell'ospitalità tradizionale, specialmente se non dovesse essere accompagnato da un incremento dei servizi. Una soglia più alta rischia, anziché “selezionare” il cliente, di spingere tra le braccia di B&B e affini una fetta di clienti che sinora si sono sempre appoggiati alle strutture ricettive convenzionali. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ritiene che queste piattaforme di affitto breve contribuiscano in maniera significativa al fenomeno dell'overtourism e alla pressione sui centri urbani, già sovraccarichi di turisti in luoghi come Firenze e Venezia. La sua posizione riflette preoccupazioni sul calo della qualità della vita per i residenti, la riduzione della disponibilità di alloggi a lungo termine, e il fenomeno del "turismo mordi e fuggi" che genera entrate ridotte rispetto a un turismo più sostenibile e prolungato. Bocca ha ribadito l'importanza di regolamentare gli affitti brevi per limitare l'impatto negativo sul tessuto sociale e urbano delle città. La sua proposta è quella di sviluppare un quadro normativo più severo per le locazioni brevi, con l'obiettivo di riequilibrare l'offerta turistica e tutelare sia i residenti sia le attività tradizionali del settore alberghiero.
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Bocca, insieme a Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, e alla sindaca di Firenze Sara Funaro, ha sostenuto che i sindaci dovrebbero avere più potere nel gestire gli affitti brevi. Giani ha sottolineato che la situazione varia tra città ad alto afflusso turistico, come Firenze, e altre località dove gli affitti brevi possono rappresentare un'opportunità di riqualificazione. Contraria Santanchè, che ha affermato che la gestione dovrebbe essere coordinata a livello regionale e nazionale, bilanciando l'iniziativa privata e la lotta al sommerso. In parallelo, l'eurodeputato Dario Nardella ha lanciato la proposta di una normativa europea che dia ai sindaci strumenti omogenei per limitare gli affitti brevi in aree specifiche e periodi dell'anno, evitando una concorrenza sleale. Anche la sindaca Funaro ha chiesto una legge speciale per Firenze, simile a quella in vigore per Venezia, mentre Giani ha escluso restrizioni come il numero chiuso, ma ha ribadito l'importanza di un maggiore potere per i sindaci nella regolamentazione.
Turismo di massa, il balletto del Cin
Se le preoccupazioni sono legittime, concretamente l'unico passo che è stato fatto è stato quello di introdurre il Cin, il Codice identificativo unico. Il Ministero del Turismo ha prorogato fino a gennaio 2025 l'obbligo per le strutture ricettive di ottenere il Cin, necessario per regolamentare e monitorare gli affitti turistici brevi. Questo codice, la cui implementazione era prevista per il 2 novembre, mira a rafforzare la trasparenza, con sanzioni in caso di mancato adeguamento. Uno slittamento che non aiuta ad iniziare una reale azione di contrasto a piattaforme come Airbnb e, più in generale, al mondo degli affitti brevi. La proroga, tuttavia, è stata accolta positivamente dagli operatori del settore, come Aigo Confesercenti e Federalberghi, poiché permette alle strutture di risolvere eventuali problemi tecnici legati ai sistemi di registrazione, spesso complicati da discrepanze tra le banche dati regionali e nazionali.
Giubileo, i prezzi alle stelle e il "patto della carbonara"
Con l'avvicinarsi del Giubileo del 2025, Roma si prepara non solo ad accogliere milioni di pellegrini e turisti, ma anche ad affrontare una questione delicata: l'aumento generalizzato dei prezzi. I dati parlano chiaro, e basta consultare una delle principali piattaforme di prenotazioni alberghiere per notare quanto il fenomeno sia già in atto. Secondo le rilevazioni, una camera d'albergo a fine novembre 2024 avrà un costo compreso tra 192 e 605 euro a notte, a seconda della categoria dell'hotel. Ma a marzo 2025, durante l'Anno Santo, i prezzi si stima che saliranno a un range tra 139 e 1.202 euro. Il tema non si limita all'accoglienza: anche i trasporti rischiano di subire aumenti significativi. In particolare, si discute un possibile aumento del costo del biglietto a tempo dei mezzi pubblici, che potrebbe salire da 1,50 a 2 euro.
Gli aumenti, però, non riguarderanno soltanto il settore alberghiero e quello dei trasporti. Anche il costo della ristorazione subirà variazioni significative. Un caffè espresso, che oggi si trova a 1,10 euro, costerà in media 1,20 euro, con un incremento del 9%. Il cappuccino, una delle bevande più richieste, aumenterà del 12,8%, passando da 1,33 a 1,50 euro. Le variazioni si faranno sentire anche in altre categorie di spesa, come i pasti al fast food, che saliranno da 9,24 a 10,25 euro (+10,9%), o le pizze in pizzeria, che passeranno da 10,88 a 12,50 euro (+14,9%). Queste proiezioni sono state fornite dal Centro Studi di Assoutenti, che ha lanciato un allarme non solo per il rischio che gli aumenti penalizzino i turisti, ma anche per l'impatto sui residenti della Capitale. Secondo Fiepet Confcommercio gli esercenti saranno costretti a ritoccare i prezzi dei piatti della cucina tipica romana per far fronte all'aumento dei costi delle materie prime e degli stipendi del personale. Per questo, per evitare speculazioni sui piatti simbolo della cucina romana, come la carbonara e l'amatriciana, Consumerismo No Profit ha proposto un prezzo calmierato, richiesta a cui le associazioni di categoria Fiepet Confesercenti e Fipe Confcommercio hanno già dato un parere favorevole.
L'effetto-Olimpiadi si abbatte su Roma?
Anche Parigi, che ha ospitato le Olimpiadi, ha affrontato una dinamica simile con aumenti considerevoli, come una pizza che vicino allo Stade de France è arrivata a costare dieci euro in più. Tuttavia, la capitale francese ha poi visto un ritorno alla normalità nei prezzi. Tuttavia, l'avvicinamento alla manifestazione aveva lanciato segnali contrastanti: ancora a luglio era stata registrata una tendenza per cui i costi delle camere continuano a scendere.
Un'analisi condotta da Iodah, una piattaforma di intelligenza artificiale specializzata nel turismo, conferma questa tendenza imprevista, mettendo in luce una discrepanza tra le stime iniziali e la situazione reale. Le cause, però, erano state attribuite soprattutto alla situazione contingente che stava vivendo la Francia, mentre durante il periodo olimpico vero e proprio, come visto, i prezzi sono tornati a salire per poi scendere nuovamente una volta concluso l'evento.
Turismo, serve una strategia chiara
Ciò che realmente manca è un approccio integrato e complessivo che possa gestire l'overtourism in modo più equilibrato ed efficace. Le città e le destinazioni più colpite hanno bisogno di strategie che vadano oltre la semplice leva dei prezzi, adottando una gestione del turismo basata sulla pianificazione urbanistica, la diversificazione delle attrazioni e la distribuzione dei flussi in periodi e aree meno congestionate. Finora, però, a livello governativo non sono state messe in campo strategie per aiutare un comparto che si trova ad affrontare sfide sempre più stringenti e che spesso vede i diversi attori muoversi in autonomia. Dopo l'occasione, di fatto, persa del Forum del Turismo di Firenze, ora ecco anche il G7. Ma i temi di overtourism e tutela delle imprese dell'accoglienza e dell'hotellerie rimango su un tavolo a cui il Ministero non sembra volersi davvero sedere, puntando soprattutto su slogan e procrastinazioni, tra una visione che non sembra essere chiara e calcoli elettorali che portano avanti una stagnazione che si trascina da anni.
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Alberto Lupini
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