Senza Green pass in hotel non si può entrare. Quali sono le alternative per chi ne è sprovvisto? Gli affitti brevi, almeno questo dicono i numeri. Per le locazioni turistiche non è infatti richiesta la carta verde rafforzata e sempre più viaggiatori, per la maggior parte stranieri, scelgono di usufruirne.
Niente alberghi senza Green pass: crescono gli affitti brevi
Il caso che ha visto coinvolto John Malkovich, respinto dall'Hotel Danieli di Venezia perché in possesso di Green pass scaduto, è la fotografia di ciò che sta accandendo un po' in tutta Italia. Per poter stare in albergo è infatti obbligatorio essere in possesso della carta verde rafforzata. Il panorama dei viaggiatori è però parecchio variegato. Non c'è soltanto chi ha scelto di non vaccinarsi, ma anche chi ha effettuato la vaccinazione per il Covid-19 molto tempo prima, senza fare la terza dose (motivo per cui può entrare in Italia con tampone negativo, ma non accedere a strutture ricettive) oppure chi ha ricevuto una vaccinazione eterologa con sieri non approvati dall’Ema, l'Agenzia europea del farmaco, e non può definirsi completamente vaccinato ai sensi della legge italiana.
Ne consegue che molti sono in cerca di un'alternativa, che sembra essere rappresentata in questo momento dagli affitti brevi. Non esiste infatti un obbligo di Green pass a carico del locatore di affitti brevi e questo pone le locazioni turistiche (che offrono solo l’immobile senza servizi accessori) in una situazione di vantaggio. Non solo non c'è un divieto di concludere un contratto di locazione con un inquilino senza Green Pass, ma nemmeno esiste l'obbligo di averlo nel corso del soggiorno nell'immobile locato.
Nonostante il boom, la situazione è comunque complessa
A confermare il trend positivo di questo genere di soluzione è Solo Affitti Brevi, portale leader in Italia per la locazione di immobili per meno di 30 giorni, che dal 10 gennaio, quando è entrato in vigore il nuovo decreto sul Green pass rafforzato nelle strutture ricettive, sta ricevendo flussi di prenotazione da stranieri, spesso anche nella stessa giornata di arrivo. La situazione complessiva non è comunque rosea neanche per il settore extralberghiero: il flusso di nuovi arrivi, principalmente di tipo business, è controbilanciato dalle cancellazioni di chi aveva in programma un viaggio in Italia, ma ha rinunciato.
«Le cancellazioni dipendono molto dalla zona - ha sottolineato il Ceo Massimo Magni - e incidono principalmente sul target di tipo vacanziero dove registriamo un calo quasi totale di americani e inglesi, mentre le prenotazioni europee reggono meglio con alcuni mercati come l’Olanda che sono addirittura in controtendenza».