Borgo di Vino in Tour, ancora in crescita nel 2023

Borgo di Vino in Tour in due anni ha raddoppiato le tappe nelle varie regioni italiane e registrato una crescita esponenziale dei partecipanti. Luca Cotichini, ideatore del format: “Per il 2023 gireremo per 15 regioni”

10 dicembre 2022 | 16:01
di Giusy Ferraina

Lenogastronomia italiana è uno dei prodotti turistici più richiesti. È infatti molto forte l’interesse da parte del mercato dell’intermediazione internazionale, oltre che nazionale, verso le eccellenze alimentari di casa nostra, tanto da figurare tra i primi quattro prodotti più venduti dai tour operator nel 2021.

Ne sa qualcosa l’Associazione dei Borghi più Belli d’Italia che ha visto esplodere i numeri dei visitatori nelle migliaia di borghi che il nostro paese ha e tutela, portando in auge un turismo con un approccio più umano e diretto, meno mediato, a volte improvvisato, ma che sta ridando linfa economica e conoscenza a molti luoghi e ciò che vi gira intorno.

Da due anni a questa parte, subito dopo il periodo nero della pandemia, Valica, azienda network in ambito food e travel tra le più importanti in Italia con sede a Rocca di Papa (Rm), insieme ai Borghi più Belli d’Italia ha lanciato sul territorio nazionale un nuovo format eventi, pensato proprio per stimolare il turismo nei piccoli centri e aumentarne la conoscenza. Stiamo parlando di Borgo di Vino in Tour, che in soli due anni ha raddoppiato le tappe nelle varie regioni italiane e registrato una crescita esponenziale dei numeri dei partecipanti.

Da un evento nato nel 2015 a Nemi, nei Castelli Romani, celebre per il lago e le sue fragoline, come classico momento di degustazione enogastronomica e conoscenza del territorio attraverso la leva del vino e il coinvolgimento delle aziende locali, nell’arco di 5 anni il format “diVino” di nome e di fatto cresce e si candida ad essere oggi tra gli eventi nazionali più gettonati e con più presenze.

Ma a parte il successo che ci ha reso curiosi, è l’idea alla base, ovvero quella di come un evento enogastronomico possa essere un vero hub turistico, generando incoming e un circuito virtuoso che crea conoscenza del territorio e crescita economica di tutti gli attori locali.

Proprio per capire meglio come funziona Borgo diVino in Tour e quali sono anche le novità per la prossima edizione abbiamo intervistato il marketing manager Luca Cotichini, ideatore del format.

Luca Cotichini, quando nasce Borgo di Vino e soprattutto qual è stata l’idea generatrice di questo meccanismo?
Nasce come un primo evento fisso organizzato a Nemi, borgo dei Castelli Romani a cui siamo molto legati, e l’idea alla base è sempre stata quella di fare promozione sia del territorio che dei suoi prodotti. Abbiamo fin da subito individuato in Nemi delle grandi potenzialità di approccio esperienzale differente. Come piccolo centro si prestava perfettamente a far vivere un’esperienza enogastronomica, locale e naturalistica suggestiva al 100% al visitatore, che godeva di tutto il contesto e per le sue dimensioni era la realtà perfetta per fare promozione di un prodotto, come il vino, in un contesto diverso dalle solite fiere, sicuramente bello ma soprattutto vicino ai produttori. L’obiettivo che abbiamo cercato di raggiungere nel tempo è sempre stato quello di fare cultura enogastronomica, di presentare produttori e prodotti al grande pubblico. E perché no essere anche una leva per l’economia locale.
Come si è evoluta negli anni Borgo di Vino?
Posso affermare che già la prima edizione andò molto bene e quelle successive sono state sempre un crescendo. Da parte nostra abbiamo cercato di innovare sempre di più, inserendo nuove aziende, allargando a cantine provenienti da altre regioni. In questo modo chi veniva da fuori aveva un portfolio di cantine da degustare sempre nuovo e chi viveva in zona aveva una valida ragione per partecipare all’evento. Vedendo il successo di questi anni con il club dei Borghi più Belli d’Italia abbiamo pensato che questo evento con una formula itinerante avrebbe aumentato le sue potenzialità. Invece di far venire cantine di terriroti diversi da noi (cosa che succede ancora ovviamente) abbiamo deciso di portare noi l’evento in altri luoghi e farli diventare teatro delle loro eccellenze. Così nel 2021 abbiamo calendarizzato 5 tappe, la prima ad aderire senza nessun dubbio fu Cisternino in Puglia. L’esito fu farevole, una macchina coplessa da avviare e gestire, ma i risultati hanno ripagato gli sforzi e gli investimenti. E così nel 2022 abbiamo letteralmente raddoppiato passando da cinque a 10 tappe regionali: San Giorgio di Valpolicella (Veneto), Neive (Piemonte) Città Sant'Angelo (Abruzzo), Brisighella (Emilia-Romagna), Cisternino (Puglia), Borgo Santa Caterina (Lombardia), Grottammare (Marche), Vietri sul Mare (Campania), Nemi (Lazio), Spello (Umbria). Obiettivo massimo è programmare venti tappe, una per ogni regione con il suo borgo simbolo e presentarci a livello nazionale come polo fieristico diffuso.
Ma cosa vi ha spinti veramente a diventare itineranti?
Un format di questo tipo genera valore per il territorio che ci ospita, dandogli una connotazione ben precisa che rimarca la tradizone enogastromica di quel posto. Eventi come Borgo di Vino in Tour puntano a dare voce e valorizzare territori e prodotti tipici e sono una leva non solo per il turismo enogastronomico, ma per il turismo in genere dell’intero interland. In quest’ultima edizione le varie tappe dell’evento hanno contribuito ad aumentare il numero dei presenti e del turismo. Ogni comune dove andiamo, ma anche ogni regione crede nel fatto che possiamo essere amplificatori di realtà belle da scoprire e buone da gustare. Possiamo essere il volano di un turismo locale ed extra circuito.
Come venite percepiti e che relazione e interesse c’è da parte dei comuni o delle regioni dove andate come tappa?
A oggi ci attestiamo tra i primi 10 in Italia tra gli eventi engagement con i numeri maggiori. I Comuni – tappa sono soddisfatti dei risultati e tutti hanno confermato a calendario per il 2023 la loro ospitalità. Inoltre stiamo avendo anche un riscontro positivo di stampa e la partnership importante degli enti pubblici, come le stesse Regioni, le Camere di Commercio o la Confagricoltura.


E qual è stata la risposta del pubblico in questi due anni di Borgo diVino in Tour? Come si è chiusa l’edizione 2022?
Il pubblico che partecipa a Borgo diVino in tour è contento. Abbiamo registrato una grande affluenza, anche quando c’erano gli ingressi contingentiati per via del Covid. In questa edizione 2022 abbiamo avuto ben 25 mila partecipanti in 10 tappe tra paganti e accompagnatori. Le persone si divertono, per lo più sono appassionati che vengono a scoprire nuovi vini e con la scusa visitano il borgo, acquistano prodotti, frequentao i locali, per poi tornare a visitare le cantine di zona o fare un giro nel centro storico del borgo. Altri sono turisti o visitatori casuali, curiosi che colgono l’occasione per vivere un’esperienza nuova. E diciamolo che le esperienze fatte con il vino e il cibo non deludono mai. L’edizione 2022 si può sintetizzare in 10 weekend da maggio a ottobre , oltre 1000 etichette selezionate a disposizione dei visitatori, da conoscere, assaggiare ed acquistare in un percorso del gusto tra vicoli, piazze e terrazze panoramiche e oltre 400 aziende vitivinicole, vere protagoniste di questo grande evento.
Quali sono i passaggi organizzativi di un evento del genere?
È un lavoro lungo che dura un anno. Appena conclusa un’edizione si riparte con la progettazione della prossima. Per il 2023 posso anticipare che abbiamo aumentato le tappe e gireremo per 15 regioni, non posso dire quali saranno i nuovi borghi, ma abbiamo aggiunto Toscana, Friuli, Calabria, Trentino e Molise. Il lavoro è faticoso, ma entusiasmante, abbiamo una bella squadra con cui lavoriamo tra project manager, reparto maerketing, commerciale e comunicazione fino alla logistica pura. Si parte dalla scelta della tappa, le anlaisi, i sopralluoghi e se tutto funziona passiamo allo step di contatto isitituzionale per chiudere gl accordi. Il passo successivo è individuare poi i partner e le cantine per ogni tappa e quando siamo vicini all’evento abbiamo l’azione importante del team di comunicazione.
Infine Luca ci dici come ricercate e selezionate le cantine presenti nelle diverse tappe di Borgo diVino?
Il primo approccio è con il Comune e gli Enti locali per il coinvolgimeto delle aziende di territorio, ci facciamo segnalare dai consorzi, dai gal o dalle strade del vino quali cantine invitare o cerchiamo di portare l’intero gruppo per avere una rappresentanza completa di una doc, di un vino tipico nelle sue varie declinazioni. Poi cerchiamo sempre di avere anche un 50% di cantine che arrivano da altre regioni così da dare diversità di offerta e rendere la cosa più interessante anche per gli stessi residenti. Come si può intuire cerchiamo sempre di dare visibilità ai piccoli artigiani, alle aziende piccole e medie del territorio, in quanto pensiamo di essere un evento su misura per le loro potenzialità. In conclusione Borgo di Vino in Tour è letteralmente un viaggio nel gusto e nella bellezza italiana da vivere nell’arco di un weekend, questa è la durata per ogni tappa. Siamo di fronte al primo evento itinerante che abbraccia l’Italia dei suoi borghi più belli e dei suoi vini migliori, anche quelli poco conosciuti o che si affacciano per la prima volta sul mercato.

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Alberto Lupini


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