Sei un locale storico? Ora lo stabilisce una norma uguale in tutta Italia

Tra le caratteristiche principali che i locali devono avere per poter essere riconosciuti come storici, aver mantenuto gli arredi originali ed essere in attività da almeno 70 anni. Soddisfazione per Fipe-Confcommercio

30 novembre 2022 | 12:49

Un vero locale storico? Da ora lo stabilirà una norma Uni, che prevede parametri uguali in tutte le regioni d’Italia. Tra i criteri fondamentali: arredi originali e 70 anni di attività. Stop, dunque, alla sovrapposizione di norme, albi, elenchi di vario genere e al caos amministrativo. Una norma frutto del lavoro promosso negli ultimi mesi da Fipe Federazione pubblici esercizi-Confcommercio e dall’Associazione “Gli Storici” caffè e ristoranti storici d’Italia e che ha visto la costituzione di un tavolo di lavoro con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, Confcommercio-Imprese per l’Italia, l’Unione consumatori, Uniter e Uni, l’ente italiano di normazione che da oltre 100 anni si occupa di definire le caratteristiche (prestazionali, ambientali, di sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo, servizio o professione, secondo lo "stato dell'arte" nei vari settori industriali e commerciali.


Arredi originali e almeno 70 anni di attività

I contenuti della norma Uni 11891-1 che verrà pubblicata domani, 1° dicembre, sono stati illustrati nella sede di Fipe-Confcommercio a Roma, nel corso di un seminario tecnico cui hanno partecipato, oltre ai promotori, anche Anci-Associazione nazionale comuni italiani e Unioncamere, alla presenza di molti imprenditori del settore. Tra le caratteristiche principali che i locali devono avere per poter essere riconosciuti come storici, aver mantenuto al loro interno gli arredi originali ed essere in attività da almeno 70 anni.


«Abbiamo portato avanti questo percorso - spiega Alessandro Cavo, presidente dell’Associazione “Gli Storici” caffè e ristoranti storici d’Italia aderente a Fipe-Confcommercio - per mettere ordine nella babele amministrativa che fino a questo momento vedeva Comuni e Regioni regolare questa fattispecie di locali senza un criterio omogeneo. Creando di fatto disparità poco comprensibili e confusione tra le imprese. Questo puzzle normativo ha di fatto impedito che si potessero adottare misure di sostegno a livello nazionale, rivolte espressamente ai locali storici che, come sappiamo, hanno caratteristiche molto specifiche e di conseguenza bisogni particolari. Incentivi per la tutela del patrimonio immobiliare, semplificazione delle procedure amministrative, riduzione delle imposte locali, misure per l’efficientamento energetico sono solo alcune dei temi che abbiamo già inserito nell’agenda dei locali storici per i prossimi mesi».

 


Troppe differenze tra comuni

Fino a questo momento a inquadrare le attività storiche sono state prevalentemente Regioni e Comuni, con regolamenti diversi basati essenzialmente sull’anzianità dei locali, che oscilla tra i 40 e i 50 anni. A queste realtà si aggiunge Unioncamere che, nel suo registro delle imprese storiche, inserisce tutte le attività operative da almeno 100 anni.


Un sistema che non fa alcuna distinzione tra attività: un bar è storico se ha gli stessi anni di un negozio di scarpe. In Lombardia, ad esempio, su 2.848 imprese storiche, solo 765 sono pubblici esercizi.


Una norma ad hoc per i pubblici esercizi

La norma, al contrario, è un vestito “su misura” per i pubblici esercizi. «Questo - conclude Cavo - non è il punto di arrivo ma il primo passo verso un’azione di valorizzazione e sostegno di quei locali che rappresentano un inestimabile patrimonio culturale, artistico e storico del Paese. Un patrimonio da tutelare mettendolo al centro delle politiche di sviluppo del turismo di qualità e delle politiche delle nostre città, consapevoli che l’esperienza in questi locali non è solo di consumo ma è un tuffo nella storia e nella cultura del Paese».


«In oltre 100 anni di attività la normazione Uni ha supportato le esigenze del sistema socioeconomico evolvendo con esse e quindi dedicandosi sempre più alle attività del terziario. I servizi, in effetti, proprio per la loro natura ad elevatissima componente di relazione umana, hanno particolare bisogno di riferimenti organizzativi e strutturali per erogare prestazioni di qualità, garantite e uniformi nel tempo - afferma Giuseppe Rossi, presidente Uni - Considero quindi la Uni 11891-1 (che auspico potrà presto essere affiancata da norme per altre tipologie di locali storici) uno strumento che concorre a elevare il livello dell’offerta turistica, culturale e alimentare del Paese e garantire quell’esperienza tipica dello stile di vita made in Italy».

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Alberto Lupini


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