Scoperta frode milionaria: per anni frutta secca e pomodoro spacciati come bio

La procura di Santa Maria Capua Vetere ha scoperto un sistema ramificato che dal 2016 portava nei negozi mandorle, conserve di pomodoro e altri prodotti venduti come biologici pur non essendoli

02 marzo 2023 | 15:33

Una frode milionaria e un sistema ramificato che portava nei negozi mandorle, conserve di pomodoro e altri prodotti venduti come biologici pur non essendoli. Questa la scoperta della procura di Santa Maria Capua Vetere (Ce) dopo un’indagine insieme alla Guardia di Finanza di Caserta e all’Ispettorato centrale repressione frodi del Mipaaf-ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Otto le aziende coinvolte e sette le persone indagate per associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico e alla frode aggravata in commercio per i quali sono scattate le misure cautelari dell’interdizione per dodici mesi dall’esercizio dell’attività imprenditoriale e del divieto di dimora nel Casertano. Una frode partita dal 2016. Fino al 2022, gli indagati avrebbero messo in commercio ingenti quantità prodotti falsamente dichiarati come biologici, che non erano tali perché provenivano dall’estero, come le mandorle che erano importate dalla California, sfruttando una rete di imprese compiacenti attive in Puglia, Calabria e Lazio.

Gli indagati

Come spiega la nota della Procura, tra gli indagati, ci sono, nello specifico, cinque imprenditori titolari «di importanti aziende operanti nel commercio di prodotti da agricoltura biologica. Tre gli imprenditori ritenuti al vertice dell’associazione criminale: si tratta di un casertano proprietario di due imprese di trasformazione con un volume annuo di 20milioni di euro e di un’azienda agricola, di un imprenditore catanese titolare di un’azienda di import-export di mandorle e frutta secca e di un terzo operante nella provincia di Cuneo, titolare anch’egli di azienda che commerciano frutta secca e conserve di pomodoro».

Lollobrigida: «Rete dei controlli efficace»

Sulla faccenda è intervenuto anche il ministro Francesco Lollobrigida: «Esprimo soddisfazione per le attività di controllo e investigazione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito dell’operazione antifrode portata da poco a termine. Un’operazione condotta dall’Unità investigativa centrale dell’Icqrf del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste insieme alla Guardia di Finanza che ha portato alla luce una pratica fraudolenta finalizzata ad immettere sul mercato considerevoli quantità di prodotti agroalimentari dichiarati falsamente biologici. È la dimostrazione che il sistema dei controlli funziona ed è al servizio dei produttori onesti e dei cittadini. Grazie alla continua e costante attività svolta sul territorio nazionale da tutte le forze dell'ordine e le procure, siamo in grado di garantire in Italia e all'estero la qualità e l'eccellenza dei nostri prodotti».

Federbio: «Utile per fare pulizia»

Sulla stessa lunghezza d’onda anche FederBio che in un una nota fa sapere che: «Se confermata, l’inchiesta può consentire di fare pulizia in comparti agroalimentari tipici del Made in Italy come le conserve a base di pomodoro e le mandorle. Da anni FederBio è parte attiva nel segnalare alle Autorità competenti situazioni a rischio frode, in particolare in alcuni comparti e territori critici come quelli che sono stati oggetto delle indagini da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere. La Federazione propone, inoltre, soluzioni concrete per migliorare il sistema dei controlli che integrano le moderne tecnologie digitali per garantire un monitoraggio, preciso e in tempo reale, delle tecniche di produzione e una vera tracciabilità anche nel caso di filiere complesse».

«In questa delicata situazione congiunturale, in cui anche il mercato dei prodotti biologici risente delle difficoltà delle famiglie italiane è ancora più importante garantire la massima trasparenza e rassicurare i consumatori sul rigore con cui vengono scoperti e perseguiti coloro che frodano – sottolinea Paolo Carnemolla, segretario generale di FederBio - Episodi come questi nel casertano costituiscono un grave danno di concorrenza sleale per tutti i produttori biologici onesti, pregiudicando anche i cittadini che scelgono un’alimentazione sostenibile a base di prodotti bio. Recentemente abbiamo sollecitato il Governo affinché dia attuazione alla delega sulla riforma del sistema di certificazione dei prodotti biologici, e questa indagine dimostra come non ci sia più tempo da perdere».

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Alberto Lupini


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