Sala attacca il Governo «Senza fondi le città non ripartono»
Il sindaco di Milano ha parlato al Meeting di Rimini di una ripartenza che deve avvenire a partire dalle città, ma ha contestato i mancati fondi anti-crisi che dovrebbero arrivare dall’esecutivo
24 agosto 2020 | 15:20
Nel corso del Meeting di Rimini intitolato “Abitare, vivere, lavorare nelle città: cosa cambierà nelle nostre metropoli” il sindaco di Milano, Giuseppe Sala ha attaccato il Governo sui fondi anti-crisi che, a suo parere, non stanno arrivando. E il problema non sta solo nei ritardi degli accrediti, ma anche nel fatto che manchi da parte dell’esecutivo una visione che metta le città al centro della ripartenza dopo il lockdown.
Sala è netto sulla ricetta per far uscire l’Italia dalla crisi: «Se cambiamento dovrà avvenire, avverrà nelle città. Milano sta pagando un prezzo alto perché è caduta dall’alto. Ma ha le capacità, dall’università all’imprenditorialità, per venirne fuori. Ma ci credono anche i Governi che le città saranno il motore di cambiamento o no? Perché se ci credono ci sono delle conseguenze: devono affidare compiti e fondi alle città metropolitane e chiamarle a fare la loro parte. Io non sono così sicuro che il nostro Governo abbia questo credo. Il mio invito, invece, è riflettere su questo aspetto, per capire se veramente dalle città si riparte. Io dico di sì».
Con Sala, hanno preso parte all’incontro anche i sindaci di Madrid José Luis Martínez-Almeida e di Rimini Andrea Gnassi e l’architetto inglese Andy Bow. Anche grazie alle loro domande e riflessioni, Sala ha parlato dei cambiamenti nella viabilità cittadina, in primis sulle nuove piste ciclabili in corso Venezia, corso Buenos Aires e viale Monza (oggi l’inizio dei lavori in quest’ultima strada). Bow, progettista del Millennium Bridge di Londra, ha ammesso di essere «curioso di vedere le nuove piste ciclabili create a Milano». Sala lo ha invitato nel capoluogo lombardo sottolineano: «Noi stiamo facendo 35 chilometri di nuove piste ciclabili. Non tutti sono lì a fare la ola. Spero che più del 50% dei cittadini sia convinto della bontà di questa scelta, e non lo dico in senso elettorale (le Comunali sono nella primavera del 2021, ndr ). Alcuni non sono d’accordo. Cercheremo di trovare condivisione, ma bisogna andare avanti. Questo è il momento del coraggio».
Il primo cittadino milanese ha anche ammesso che il “Modello Milano’’ è stato "colpito" dall’emergenza Covid (2.200 morti), ma è convinto che la città troverà una formula per uscire dalla crisi: «I valori della città non si sono persi. Tiriamoci su le maniche, servirà tanto lavoro, ma ce la faremo». Il sindaco non crede nelle scorciatoie: «Non evocherei i poteri commissariali, e lo dico da ex commissario di Expo. È il momento di risolvere i tanti problemi del Paese».
Infine la sua ricetta per far ripartire Milano: «Sforziamoci di non avere nostalgia del passato. Si può e si deve cambiare. Chiariamo ai cittadini ciò che faremo a sostegno di chi è in difficoltà, ma anche per il rilancio della città. Non si può accontentare tutti. Chiamiamo i giovani alle loro responsabilità. Aiutiamoli a investire e a cambiare lavoro. Risolviamo i loro problemi, ad esempio i prezzi alti delle case. Ma anche le comunità straniere spesso hanno determinazione e volontà per mettere tutto in discussione».
Giuseppe Sala
Sala è netto sulla ricetta per far uscire l’Italia dalla crisi: «Se cambiamento dovrà avvenire, avverrà nelle città. Milano sta pagando un prezzo alto perché è caduta dall’alto. Ma ha le capacità, dall’università all’imprenditorialità, per venirne fuori. Ma ci credono anche i Governi che le città saranno il motore di cambiamento o no? Perché se ci credono ci sono delle conseguenze: devono affidare compiti e fondi alle città metropolitane e chiamarle a fare la loro parte. Io non sono così sicuro che il nostro Governo abbia questo credo. Il mio invito, invece, è riflettere su questo aspetto, per capire se veramente dalle città si riparte. Io dico di sì».
Con Sala, hanno preso parte all’incontro anche i sindaci di Madrid José Luis Martínez-Almeida e di Rimini Andrea Gnassi e l’architetto inglese Andy Bow. Anche grazie alle loro domande e riflessioni, Sala ha parlato dei cambiamenti nella viabilità cittadina, in primis sulle nuove piste ciclabili in corso Venezia, corso Buenos Aires e viale Monza (oggi l’inizio dei lavori in quest’ultima strada). Bow, progettista del Millennium Bridge di Londra, ha ammesso di essere «curioso di vedere le nuove piste ciclabili create a Milano». Sala lo ha invitato nel capoluogo lombardo sottolineano: «Noi stiamo facendo 35 chilometri di nuove piste ciclabili. Non tutti sono lì a fare la ola. Spero che più del 50% dei cittadini sia convinto della bontà di questa scelta, e non lo dico in senso elettorale (le Comunali sono nella primavera del 2021, ndr ). Alcuni non sono d’accordo. Cercheremo di trovare condivisione, ma bisogna andare avanti. Questo è il momento del coraggio».
Il primo cittadino milanese ha anche ammesso che il “Modello Milano’’ è stato "colpito" dall’emergenza Covid (2.200 morti), ma è convinto che la città troverà una formula per uscire dalla crisi: «I valori della città non si sono persi. Tiriamoci su le maniche, servirà tanto lavoro, ma ce la faremo». Il sindaco non crede nelle scorciatoie: «Non evocherei i poteri commissariali, e lo dico da ex commissario di Expo. È il momento di risolvere i tanti problemi del Paese».
Infine la sua ricetta per far ripartire Milano: «Sforziamoci di non avere nostalgia del passato. Si può e si deve cambiare. Chiariamo ai cittadini ciò che faremo a sostegno di chi è in difficoltà, ma anche per il rilancio della città. Non si può accontentare tutti. Chiamiamo i giovani alle loro responsabilità. Aiutiamoli a investire e a cambiare lavoro. Risolviamo i loro problemi, ad esempio i prezzi alti delle case. Ma anche le comunità straniere spesso hanno determinazione e volontà per mettere tutto in discussione».
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