Ryanair chiede al Governo di ritirare il decreto contro il caro voli
Ultimatum della compagnia aerea irlandese al ministro Urso: «Se non ritirato, avrà l'effetto opposto, poiché ridurrà la capacità ed aumenterà ulteriormente le tariffe sulle rotte nazionali verso la Sicilia e la Sardegna»
Il decreto del governo che fissa un tetto ai prezzi dei voli per le grandi isole è «spazzatura» e «deve essere ritirato dal ministro Urso». Parola di Michael O'Leary, numero uno del gruppo Ryanair. La compagnia aerea, infatti, ha chiesto oggi, mercoledì 13 settembre, di ritirare il decreto sul controllo dei prezzi poiché «viola il Regolamento Ue 1008/2008 sui servizi aerei, che garantisce a tutte le compagnie aeree dell'Unione europea la libertà di fissare i prezzi e che negli ultimi anni ha permesso di abbassare le tariffe e di ottenere un'incredibile crescita del traffico in Italia».
«L'illegale ed illogico decreto del ministro Urso sul controllo dei prezzi, se non ritirato, avrà l'effetto opposto, poiché ridurrà la capacità ed aumenterà ulteriormente le tariffe sulle rotte nazionali verso la Sicilia e la Sardegna» ha spiegato O'Leary in un comunicato stampa. «Se il ministro Urso è seriamente intenzionato a far crescere il traffico ed a ridurre le tariffe per la Sicilia e la Sardegna, allora dovrebbe eliminare l’addizionale municipale italiana, che penalizza ingiustamente i voli nazionali e che, se ritirata, produrrà un rilevante aumento della capacità e tariffe aeree molto più basse sia per la Sicilia che per la Sardegna. Il ministro Urso dovrebbe ora dimostrare che l'Italia rispetta il diritto internazionale e ritirare il suo decreto illegale ed inattuabile sul controllo dei prezzi» ha poi concluso.
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Ecco cosa farà Ryanair se Urso non ritirerà il decreto contro il caro voli
In sostanza, cosa farà Ryanair se Urso non ritirerà il decreto? Come spiegato dal ceo (e come era già atteso) al Corriere della Sera, la compagnia irlandese prevederà di reagire al decreto riducendo l'offerta sui collegamenti nazionali e aumentando i voli internazionali non colpiti dal decreto. Insomma, «restiamo, ma spostiamo la connettività. In questo modo le tariffe sui voli interni saliranno e quelle sui voli internazionali scenderanno, l’esatto opposto di quello che vorrebbe il governo». Governo, che, secondo O'Leary, riassumendo, non ha ancora «idea di come applicare il decreto. Lo stesso ministro Urso non lo capisce. Lo hanno fatto tanto per fare».
La tuonata di Ryanair, in poche parole, è stata vigorosa. Ora il Governo, in particolare il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, chiamato in causa dal ceo di Ryanair, dovrà rispondere all'appello presentato dalla compagnia irlandese. Serve una soluzione in tempi rapidi perché tutto, come sempre accade, alla fine cade sul portafoglio dei consumatori.
Ryanair, aggiunte dieci nuove rotte internazionali da e per Orio al Serio e Malpensa
Ryanair, intanto, ha lanciato il proprio operativo per l’inverno 23/24 su Milano (Orio al Serio e Malpensa) con due nuovi aerei e dieci nuove rotte internazionali per Belfast, Bruxelles, Cluj, Iasi, Kaunas, Lanzarote, Lublino, Rovaniemi, Tenerife e Tirana, oltre ad un aumento delle frequenze su altre 30 rotte, incluse destinazioni ideali per city break come Alicante, Barcellona, Malaga, Marrakech, Valencia e Vienna. Ryanair baserà un nuovo aereo B737 in ciascuno degli aeroporti di Bergamo e Malpensa per l’inverno 23/24 (investimento di 200 milioni di dollari) portando a 30 aeromobili la flotta totale della compagnia su Milano, creando oltre 60 nuovi posti di lavoro ben retribuiti per piloti, personale di cabina ed ingegneri.
Parlando a Milano, lo stesso O’Leary di Ryanair ha dichiarato: «Ryanair è lieta di aggiungere due nuovi aeromobili, per un investimento di 200 milioni di dollari, a Milano per l’inverno 23/24, con un operativo che prevede 120 rotte, incluse dieci nuove per Bruxelles, Belfast, Cluj, Iasi, Kaunas, Lanzarote, Lublino, Rovaniemi, Tenerife e Tirana, oltre all’aumento delle frequenze su altre 30 rotte internazionali, comprese destinazioni popolari come Alicante, Barcellona, Malaga, Marrakesh, Valencia e Vienna. Per supportare questo operativo invernale, abbiamo basato due nuovi aerei a Milano, portando a 30 il numero di aerei a Milano (investimento di 3 miliardi di dollari) e creando oltre 60 nuovi posti di lavoro ben retribuiti».
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Alberto Lupini
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