Rottamazione dei debiti fino ai mille euro: cosa potrebbe succedere
Il Governo Meloni potrebbe cancellare i piccoli debiti, mentre per quelli fino a 2-2.500 euro risalenti forse fino al 2015 si ragiona del saldo del 20% del dovuto e del taglio del restante 80%
Il governo di Giorgia Meloni potrebbe cancellare le cartelle esattoriali di importo medio-basso (si parla fino a mille euro), che coinvolgono circa 23 milioni di italiani. Il provvedimento, come riporta il Corriere della Sera, potrebbe essere contenuto nel decreto Aiuti Quater previsto per la prossima settimana contestuale a un intervento di calmierazione delle bollette per imprese e famiglie. Oppure, più probabilmente contenuto nella prossima legge di Bilancio.
Ipotesi di tregua fiscale
L’invio di avvisi e cartelle esattoriali che erano stati sospesi durante l’emergenza covid è ripartito nel settembre 2021. Con, ora, il grosso degli invii che potrebbe trasformarsi in una vera e propria “stangata” sia per le famiglie sia le imprese, che devono già fare i conti con i rincari delle bollette. Per questo la volontà del governo Meloni sarebbe quella di realizzare una tregua fiscale per il 2023.
Il tutto perché alla ripartenza del Pil sta facendo seguito la più grande crisi energetica dagli anni ‘70, che erode risparmi e consumi.
Il Fisco alla fine dell’estate ha già notificato 10 milioni di cartelle e per gli ultimi 4 mesi di quest’anno è previsto l’invio di almeno altri 5 milioni. Di queste, il 56% sono considerate “cartelle pazze”, vale a dire con errori, perché il debito è decaduto o perché è già stato pagato.
Nella bozza di convenzione tra Agenzia delle entrate e ministero dell’Economia per il triennio 2022-2024, come ricorda il Corriere, si stabilisce la riscossione entro quest’anno del 70% delle cartelle ricevute dagli enti impositori tra il 2020 e il 2021 (il restante 30% delle cartelle sospese saranno inviate nel 2023).
Inoltre, si aggiungono i tempi dimezzati per pagare gli avvisi bonari inviati dall’Agenzia dopo i controlli formati sulle dichiarazioni dei redditi. Dal 4 settembre la regolarizzazione di quanto dovuto rispetto Irpef e Iva deve avvenire entro 30 giorni e non più entro 60.
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Le ipotesi sul tavolo
Ma il Governo avrebbe in tasca una terza opzione: quella di rottamazione per i piccoli debiti, mentre per quelli fino a 2-2.500 euro risalenti forse fino al 2015 si ragiona del saldo del 20% del dovuto e del taglio del restante 80%. Sul tavolo anche una “rottamazione” quater per i debiti con importi maggiori e relativi sanzioni e interessi ridotti al 5% e con una rateizzazione almeno quinquennale.
Sempre sul versante fiscale, va poi ricordato che nella manovra allo studio del nuovo governo dovrebbero entrare anche un primo taglio del cuneo fiscale, la flat tax del 15% per le partite Iva fino a 100 mila euro e quella incrementale sui redditi in più dichiarati rispetto agli ultimi 3 anni.
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Alberto Lupini
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