La Romagna si prepara all'estate Spiagge, hotel, locali: si cambia

Sulla Riviera Romagnola sarà una stagione all'insegna dell'incertezza. Il presidente di Confcommercio Gianni Indino: «Servono contributi a fondo perduto per le imprese» . Gli alberghi potrebbero essere costretti a rivedere il format della pensione completa, ma - assicurano - non ci saranno rincari

28 aprile 2020 | 07:40
di Sergio Cotti
«Stiamo combattendo, ma si va avanti a vista, senza una programmazione, né linee guida in grado di portarci alla soluzione del problema». Gianni Indino, presidente di Confcommercio della provincia di Rimini e vicepresidente di Confcommercio Emilia Romagna con delega al turismo, è un fiume in piena. La stagione è alle porte e la prospettiva per il settore del turismo lungo la Riviera Romagnola, da sempre cuore pulsante dell’estate italiana, è tutt’altro che rosea.
Le prenotazioni di quest’inverno sono state cancellate una dopo l’altra; oggi le uniche certezze sono quelle che almeno la metà dei lavoratori stagionali non sarà assunta e che gli alberghi, per la prima volta dopo decenni, dovranno ripensare alla loro offerta. Per hotel, spiagge e locali (quelli che potranno riaprire) cambierà tutto e, probabilmente, almeno per quest'anno cambierà anche il modo di fare le vacenze.

Prove tecniche di distanziamento in spiaggia

Presidente Indino, qual è innanzitutto il vostro stato d’animo?
Siamo disorientati. Non abbiamo davvero capito le parole del Presidente del Consiglio: si naviga a vista, non c’è una programmazione, hanno organizzato decine di task force per rivolvere i problemi e dare delle linee guida al Paese, invece ci ritroviamo sequestrati in casa, senza una proiezione né una linea univoca che ci avvicini in qualche modo alla soluzione del problema. Siamo convinti che non sarà a breve, però è come se non capissero, al Governo, che se non c’è impresa, non c’è lavoro e senza lavoro, questo è un Paese che va allo sfascio, in bancarotta, perché non potrà permettersi di pagare gli stipendi ai dipendenti statali, ai medici, agli insegnanti. Stanno facendo gravi danni al Paese.

Gianni Indino

Quante prenotazioni avete per l’estate?
Quest’inverno gli alberghi erano già pieni per circa il 50%; ora di prenotazioni ne sono rimaste pochissime. E ancora oggi i protocolli non sono chiari: abbiamo sentito dire che non saremo responsabili di eventuali contagi all’interno degli hotel, però vogliamo certezze.

Come si stanno organizzando, allora, gli albergatori?
C’è molta incertezza: non sappiamo per esempio se all’interno delle nostre sale da pranzo ci saranno gli spazi sufficienti, se si dovrà mangiare a turno, oppure se addirittura dovremo rivedere il fiore all’occhiello della nostra Riviera, ovvero la pensione completa. Il nostro motto è sempre stato: “Vieni e non avere pensieri”. Quest’anno potrebbe essere diverso: potrebbero esserci delle rivisitazioni, con i turni a tavola oppure, organizzandosi tra alberghi, ristoranti e spiagge - che sono attrezzatissime per questo - per dare la possibilità di poter consumare il pranzo sotto l’ombrellone; un’attività che tra l’altro stiamo già sviluppando con i sindaci della Riviera, per offrire un’altra occasione di vivere la vacanza sul nostro territorio.

Serve tanto ottimismo.
Personalmente voglio credere che, siccome all’estero non si potrà andare, molti italiani sceglieranno di venire sulle nostre spiagge. Le seconde case verranno di nuovo rimesse a nuovo, torneranno a prendere piede gli affitti delle case vacanze e gli alberghi continueranno ad avere il loro ruolo dominante.

Quale politica di prezzi intendete attuare?
I prezzi non aumenteranno: nessuno farà ricadere sul turismo il minor fatturato. Sappiamo che sarà una stagione in retrovia, durante la quale dovremo lavorare senza pensare al guadagno, che non ci sarà. Se qualcuno si renderà conto che aprire è antieconomico, molti non lo faranno; ma una Riviera spenta non avrebbe senso, ecco perché sarebbe importante istituire un fondo perduto per tutta la filiera del turismo, un’iniezione di fiducia per le imprese che investono e producono, e che hanno voglia di mettersi nuovamente in gioco dopo un periodo così disastroso.

Assumerete di meno?
Questo purtroppo sarà inevitabile. Siccome la totalità delle camere non la occuperemo, ci sarà bisogno per forza di meno personale. Dovremo lottare per tenere qualcuno con noi e a subire il contraccolpo maggiore saranno i lavoratori stagionali, ma purtroppo non possiamo farci nulla.

Fino a qualche giorno fa si parlava di mettere dei divisori anche in spiaggia. Lei cosa ne pensa?
Non ce n’è bisogno: siamo pronti per garantire un distanziamento sociale e sanitario, fino a due metri e mezzo. Non abbiamo problemi di spazio: le spiagge della Riviera Romagnola sono ampie e possono accogliere tantissima gente. I bagnini sono ospitali, professionali, sempre col sorriso sulle labbra e faranno mille cose per far stare bene gli ospiti che sceglieranno di passare qui le loro vacanze.

Lei è anche presidente provinciale del Silb, il Sindacato dei locali da ballo. Quest’anno le discoteche, così come i conosciutissimi locali della Riviera, resteranno chiusi.
Ad oggi sì, ma stiamo lavorando anche su questo fronte. Certo dobbiamo tenere conto delle difficoltà: pensare a un concerto all’interno di un locale è improbabile, però stiamo studiando delle proposte, tanti dei nostri locali sono all’aperto e le possibilità per gestire la situazione ci sono. Dovremo trovare soluzioni per dare modo ai ragazzi di divertirsi, anche perché se non vengono da noi, dove vanno? I giovani d’estate non vanno a dormire alle 9 la sera; l’alternativa è che si ritrovino a bere sulla spiaggia o in qualche vecchio casolare abbandonato, senza controlli, né sicurezza, in balia degli eventi. Non è forse meglio che li teniamo sotto controllo noi, facendoli divertire in sicurezza?

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Alberto Lupini


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