Poter lavorare, in sicurezza. Questo, giustamente, chiedono i ristoratori. E di smetterla, una volta per tutte, di essere considerati gli untori. Il tutto, certamente, non andando contro l’evidenza dell’aggravarsi della pandemia a causa delle varianti e non mettendosi contro le decisioni del Governo e degli esperi in materia.
Però, come Italia a Tavola sostiene da tempo, delle possibili alternative e delle soluzioni per poter permettere ai ristoratori e ai baristi di lavorare potrebbero essere senza dubbio introdotte. In attesa quanto meno di completare la campagna vaccinale e del passaporto, che ora ha anche ricevuto il sì dall’Europa. A partire, ad esempio, dalla possibilità di concedere ai ristoratori la scelta se aprire a pranzo o a cena.
Tampone negativo per poter cenare
Ma anche, e perché no, in attesa appunto del passaporto vaccinale non concedere la cena al ristorante a chi può dimostrare un test negativo nelle 24 ore precedenti? Una “provocazione”, ma che voleva essere anche un’importante richiesta di ascolto da parte del Governo, messa in campo già a San Valentino da Mary Marchese, proprietaria de La Parrilla Mexicana a Milano (a 20 metri da corso Sempione), che aveva aperto per cena (in zona gialla) non solo a chi esibiva l’esito di un tampone recentissimo, ma aveva allestito un piccolo dehors con infermieri pronti a fare dei tamponi rapidi.
Tavoli a chi a un tampone negativo nelle 24 ore precedenti
Roma: il “rilancio” della FipeDa Milano a
Roma.
Sergio Paolantoni, presidente di
Fipe Confcommercio Roma, rilancia, infatti: «Potremmo anche chiedere l’esito di un
tampone negativo ai nostri clienti svolto nelle 24 ore precedenti. Oltre che sicuramente a disporre l’obbligatorietà della
misurazione della
temperatura per tutti e la
registrazione dei recapiti per l’intero gruppo».
Aprire i locali alla sera evita assembramentiIl tutto, giustamente, pur di aprire i ristoranti fino alle 22. Anche perché, tenere aperti in sicurezza i locali di sera potrebbe certamente
disincentivare il fenomeno degli
assembramenti su strada dopo le 18, a maggior ragione con le temperature in aumento.
Fiepet: Sanzioni più dure ai trasgressoriNo solo.
Claudio Pica, presidente di
Fiepet Confesercenti Roma, rilancia alla prefettura: «Nel caso in cui fosse ravvisato il mancato rispetto delle norme e dei dispositivo di sicurezza riteniamo giusto un inasprimento delle
sanzioni».
Il che la dice lunga su quanto questa categoria sia disposta a fare per poter ricominciare a fatturare.
Settore allo stremo con perdite enormiAnche perché la
situazione è sempre più critica: per la
Fipe Confcommercio fino a ora le perdite hanno superato i due miliardi di euro con circa 5mila imprese a rischio chiusura e la scomparsa di oltre 20mila posti di lavoro nella sola
Capitale.
Misure subitoServono dunque, subito
misure di
sostegno per il settore e per questo è stato ribadito al Campidoglio la necessità dell’estensione della gratuità della
Cosap (tassa sull’occupazione del luogo pubblico) per tutto il 2021, la perequazione della
Tari per il biennio 2020-2021 e l’immediata attivazione dell’ufficio di scopo per la revisione dei piani di massima occupatibilità degli spazi esterni.