Ristoranti, San Valentino in rosso. Pesa il mancato incasso serale

Secondo Fipe-Confcommercio sarebbero 230 i milioni di euro persi dai ristoranti per l'impossibilità di attivare il servizio cena nel giorno degli innamorati. Ribadita la richiesta di rivedere le limitazioni

12 febbraio 2021 | 12:50
I ristoranti si apprestano a celebrare un San Valentino dolce-amaro. Da un lato, il passaggio in zona gialla di gran parte della Penisola ha permesso a molte attività di ripartire e tornare a sfruttare i weekend per fare cassa. Dall'altro, il persistente blocco del servizio serale manda in fumo 230 milioni di euro che le attività avrebbero potuto incamerare dalle cene a lume di candela.

La perdite per i ristoranti a San Valentino si aggira sui 230 milioni

Fipe: serve un cambio di passo
A fare i conti delle perdite è l'ufficio studi di Fipe-Confcommercio secondo cui il divieto di cenare insieme ha stravolto i piani di circa 2,5 milioni di coppie, per lo più giovani e giovanissime, che una capatina al ristorante per celebrare il proprio amore la fanno sempre volentieri. Un mancato traffico che pesa sul business ma non incide sulla situazione sanitario né sulla sensazione di sicurezza percepita.

Da qui arriva l'ennesima richiesta di Fipe affinché ci sia un cambio di passo nelle misure di contenimento della pandemia da Covid19. «L’aumento quotidiano del numero di persone vaccinate e il progressivo rallentamento della diffusione del virus - ha sottolineato la Federazione - ci stanno facendo uscire dalla fase acuta dell’emergenza. È il momento di riconquistare un po’ di qualità della vita sempre prestando la massima attenzione ai comportamenti e ai protocolli di sicurezza sanitaria. Bar e ristoranti sono luoghi nei quali è possibile mantenere il giusto distanziamento senza perdere la necessità di stare insieme. Ecco perché, come chiediamo da tempo, vanno riaperti gli esercizi la sera, fino alle 22, in zona gialla e durante il giorno nelle zone arancioni».

«Non possiamo aspettare oltre», conclude la Fipe che si dice pronta a stringere maggiormente i protocolli e chiede maggiori controlli da parte delle forze dell'ordine pur di poter tornare a lavorare.

Le proposte sul tavolo
Da fine gennaio i pubblici esercizi attendono il nullaosta per l'apertura serale in zona gialla e quella a pranzo in zona arancione. L'incontro con i membri del Comitato tecnico scientifico del 21 gennaio aveva dato esito positivo sulla scorta dell'accordo trovato dalle associazoni di categoria con il ministro allo Sviluppo economico Stefano Patuanelli (durante una riunone del 18 gennaio). Purtroppo, la crisi del Governo Conte ha rallentato il processo di valutazione della proposta. Dopo i rilievi del Cts, infatti, toccherebbe al nuovo esecutivo dare il via libera alla misura.

Miozzo: ok riaperture ma servono più controlli
Nel frattempo, sulle colonne di Repubblica, è il coordinatore del Cts Agostino Miozzo a dare qualche indicazione ulteriore: «Sarebbe anche possibile riaprire per cena se solo fossimo in grado di garantire un rigoroso meccanismo di controlli, cosa che fino ad ora non è stato. Immaginate cosa può succedere se riaprono i ristoranti la sera ai Navigli o a Trastevere, ma c'è anche un'altra Italia che non può essere penalizzata».

Boom di prenotazioni a Roma
Nonostante tutto, però, gli italiani hanno voglia di andare al ristorante. A Roma «c'è molta richiesta per il pranzo di San Valentino, ma anche per brunch e aperitivi. Auspichiamo i 10 milioni di fatturato nella provincia», ha affermato Claudio Pica, presidente di Fiepet-Confesercenti della Capitale e vicepresidente a livello nazionale. «Anche al livello nazionale ci sono tante prenotazioni per il 14. In Toscana, però, c'è molto fermento per l'arrivo della zona arancione. I ristoratori sono preoccupati che debbano restare chiusi proprio a San Valentino e il presidente regionale Franco Brogi si sta attivando presso le istituzioni per chiedere se la zona arancione possa iniziare da lunedì», ha concluso Pica.

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Alberto Lupini


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