Dopo gli annunci, arriva un passo concreto del governo nella lotta alle recensioni false. In Consiglio dei Ministri, infatti, è stato approvato il Disegno di legge annuale per le piccole e medie imprese (Pmi), con misure che spaziano dal sostegno al settore della moda alle nuove norme su smart working e staffetta generazionale, oltre che introdurre una stretta proprio sulle recensioni online. Un provvedimento caldeggiato da Italia a Tavola, da sempre in prima linea per risolvere alla radice la questione, e dalla Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi.
Recensioni false, cosa dice il disegno di legge
Il provvedimento - che non ha valore normativo fin quando non diviene legge con la approvazione da parte sia della Camera che del Senato del medesimo testo -introduce una regolamentazione più rigorosa per le recensioni online, con l’obiettivo di combattere frodi, pubblicità occulta e concorrenza sleale. Le recensioni potranno essere pubblicate solo da consumatori che dimostrino di aver effettivamente usufruito del servizio o prodotto, e non oltre 15 giorni dalla data di utilizzo.
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Le recensioni dovranno essere dettagliate e pertinenti, mentre le strutture recensite avranno diritto di replica e potranno richiedere la cancellazione di contenuti ingannevoli. Inoltre, viene vietata qualsiasi compravendita di recensioni o interazioni online. L’Agcom avrà il compito di disciplinare l’adozione di codici di condotta per gli intermediari e gli operatori coinvolti nella diffusione di recensioni, introducendo anche misure tecnologiche per ridurre la distorsione dell’informazione.
Recensioni false, un provvedimento necessario
Quello del governo è un primo, ma importante, passo verso la regolamentazione delle recensioni online. Tra opinioni false e compravendita delle stesse, in un mercato in cui la reputazione online è sempre più fondamentale per le attività dell’accoglienza e della ristorazione. Un mercato che rischiava di essere distorto dalla giungla di recensioni online senza controllo e pertanto non attendibili, ma comunque molto considerate dagli utenti.
La proposta normativa, secondo Fipe, rappresenta un «passo avanti decisivo» nella lotta contro le recensioni false, una battaglia storica della Federazione a tutela della reputazione e della credibilità degli esercizi pubblici italiani. «La piaga delle recensioni false ha per troppo tempo messo sotto scacco il settore della ristorazione e in generale dei pubblici esercizi, creando danni economici e compromettendo la fiducia dei consumatori», spiega in una nota Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio. «Non è più tollerabile che attività imprenditoriali subiscano le conseguenze di giudizi fraudolenti o non veritieri, che spesso si traducono in concorrenza sleale e pubblicità occulta. La proposta contenuta nel Dl Pmi è un segnale importante che accogliamo con entusiasmo e che, se adeguatamente attuata, potrà finalmente garantire maggiore trasparenza e correttezza nel sistema delle recensioni online».
Ddl Pmi, le altre norme
Il Disegno di legge destina 100 milioni di euro per sostenere la transizione ecologica e digitale del comparto moda, attraverso progetti di riconversione e riqualificazione con mini contratti di sviluppo. Il settore è suddiviso nei comparti tessile, abbigliamento e articoli in pelle, ma solo il 60% delle aziende ha intrapreso investimenti sostenibili, mentre il 37% delle piccole imprese punta sulla digitalizzazione. Il decreto interviene anche sulla sicurezza e la prevenzione nel lavoro agile, imponendo ai datori di lavoro di fornire un’informativa annuale scritta ai dipendenti e ai rappresentanti. Vengono inoltre introdotte sanzioni per chi non adempie agli obblighi informativi.
Per il biennio 2026-2027, la norma introduce il principio della staffetta generazionale, pensata per favorire il ricambio nei posti di lavoro. I dipendenti prossimi alla pensione potranno ridurre l’orario lavorativo tra il 25% e il 50%, mantenendo i contributi figurativi, a condizione che l’azienda assuma giovani under 34. Questa misura si applicherà ai lavoratori dipendenti con contratto a tempo pieno e indeterminato presso aziende con meno di 50 dipendenti, in possesso dei requisiti per accedere alla pensione entro il 1° gennaio 2028.
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Alberto Lupini
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