Raspelli (top opinion leader): «I critici della cucina saranno presto disoccupati»

Il giornalista Edoardo Raspelli conquista la seconda vittoria del Premio Personaggio dell’Anno come Opinion Leader. Senza filtri: dai blogger che giudicano e rovinano i ristoranti, all’alta cucina : «Superfluo se non criminale raccontare solo posti irraggiungibili». Dalla tv nazionale, a tv di nicchia e online, ma: «Le mie repliche di 15 anni fa raggiungono il 16% di share»

16 marzo 2023 | 08:27
di Elisa Santamaria

Volto storico del giornalismo enogastronomico, Edoardo Raspelli, classe 1949, si è aggiudicato il Premio personaggio dell’anno di Italia a Tavola per la categoria Opinion Leader. Per il giornalista ritenuto l’inventore della critica gastronomica italiana, tra i precursori di quella mondiale, si tratta della seconda vittoria dopo quella del 2014 che lo vide primeggiare anche allora con Luca Montersino tra i Pasticceri.

Coincidenze a parte, quella di Raspelli è stata una scalata verso la vittoria partita quasi in sordina, dalle 1962 preferenze del primo turno, superato con la nona posizione, alle 5076 del secondo (ed era secondo alle spalle di Alessandro Borghese), al terzo e ultimo turno che lo ha visto trionfare con 9.043 preferenze. Alla fine, sono stati ben 16.081 i voti complessivi raccolti da Edoardo Raspelli, ed è proprio da qui che inizia la nostra intervista anticipata dai ringraziamenti sentiti allo staff e al direttore Alberto Lupini di Italia a Tavola.

Amato o odiato, «Sono una mongolfiera»

Raspelli, come commenta questa vittoria?
«Qualcuno dice che sono un pallone gonfiato, per colpa vostra in questo momento sono una mongolfiera. La mia autostima, provata dalla depressione per tutto quello che avviene nel mondo, tra malattie, pericoli di guerra, la siccità, beh, questo mi tira su il morale». Il noto giornalista e volto televisivo spiega come questo Premio sia arrivato senza una vera e propria “campagna elettorale”: «Non ho mai scritto sui miei social “vota me” ma ho semplicemente pubblicato i finalisti delle varie fasi senza fare la caccia al voto. A distanza di 9 anni dalla precedente vittoria è una bella soddisfazione».


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A proposito di tempo, qual è l’importanza di un opinion leader oggi?
«Inesistente, drammaticamente. Oramai i commentatori, i critici stanno andando verso la disoccupazione perché purtroppo la gente punta sui social, spu@ana, critica, legge con superficialità, e vota. Io consiglio ristoranti, ma i miei rivali sono Trip Advisor oppure i vari blogger che, poi si legge sui giornali, chiamano il ristorante, prenotano per sette e chiedono di non pagare perché poi gli fanno l’articolo. Però questi blogger vengono seguiti dalla gente. Mi rendo conto che è importante la democratizzazione, dare la possibilità a chiunque di esprimere il proprio parere, però non bisogna esagerare, e mi pare che in questo momento in Italia - non so nel mondo - si esagera». La situazione -rimarca il critico gastronomico- sembrerebbe proprio fuori controllo: «Questa cosa di voler giudicare su tutto, in particolare quello che si mangia e che si beve, è soppiantata da questa pericolosa e fuorviante democratizzazione dell’applauso, oppure della stroncatura, che è ancora più pesante». A riguardo Raspelli, giornalista professionista di lungo corso, evidenzia come professionalità e una preparazione deontologica diano indicazioni su come comportarsi, mentre blogger e influencer, esprimono giudizi online che poi diventano anche virali «sentendosi liberi di scrivere quello che vogliono».

 

Dai ristoranti irraggiungibili, ai posti "medi"

Raspelli, spostando lo sguardo invece sull’attuale situazione dell’alta cucina, del fine dining, cosa ne pensa?
«Post-pandemia e crisi economica hanno inciso sulle persone. A questo punto io trovo totalmente superfluo se non criminale, per chi racconta i ristoranti, i prodotti e i vini, puntare soltanto su questi posti irraggiungibili. Io sono un cronista della gastronomia, ho fatto cronaca nera per 10 anni, ho visto morire Feltrinelli, ammazzare Calabresi, ho documentato omicidi, scontri di piazza e poi a metà degli anni ’70, su ordine di Cesare Lanza: “vai nei ristoranti, mangi paghi, che poi ti rimborsiamo noi, e racconti i ristoranti anche cattivi”. Io primo in Italia e terzo nel mondo ho fondato la critica gastronomica. Io non vado a provare l’ultima creatura di Massimo Bottura che fa menu degustazione a 350 euro, non vado a provare il Capodanno di Carlo Cracco che costa 750 euro. Se hanno deciso di fare queste cose e gli va bene dal punto di vista finanziario sono molto contento. Ma se io comunico alla gente, al lettore del quotidiano, che comunque è un’élite perché paga 1,50/2 euro al giorno, o comunico su un portale e con la gente, devo provare per la gente dei posti accessibili. Già 100 euro in un ristorante è troppo per una famiglia di quattro persone, perché una famiglia non può spendere 400 euro per andare al ristorante, non può. Cosa sto facendo io allora? Anche perché pure io di soldi ne ho pochi e non voglio buttarli via, né io né la mia famiglia: sto andando in posti “medi” di buona cucina, sto andando a provare anche i famosi ristoranti a mezzogiorno».

«In Francia - continua Raspelli - da sempre se vai in un 3 stelle Michelin di sera paghi una certa cifra, 700 euro a testa, se vai a mezzogiorno ne paghi la metà. Se poi vai a mezzogiorno nel bistrò di fianco al ristorante celebre, così come sta succedendo in Italia, ne paghi ancora meno. Io sto provando i ristoranti buoni, trattorie buone: a pranzo menu degustazione 40 euro, 35 euro, 25 euro, e sono ristoranti che la sera fanno pagare 70 euro, 80 euro. A mezzogiorno ti danno quattro buoni piatti su cui loro puntano molto a una cifra molto più abbordabile. Io, da giornalista, è inutile che suggerisca alla gente i ristoranti irraggiungibili».

E il suo di futuro come lo vede?
«Io sto guardando i risultati degli share televisivi delle repliche, magari di 20 anni fa, dei programmi che ho fatto su Canale 5, che sono cifre come il 12% di share, il 16,3% in una replica di 15 anni fa: è veramente entusiasmante. Il fatto che mi abbiano votato senza essere pagati, spontaneamente, tutte quelle migliaia di persone veramente ti tira su il morale».

«Ti tira su il morale per due motivi - sottolinea il giornalista dotato di grande ironia- : io sono più vanitoso che grasso, e poi secondo me ti dà fiducia al futuro, ti rende sereno, ti dice che anche se sei sparito dal canale principe della televisione e fai televisione su canali meno famosi, hai comunque sempre la considerazione della gente a cui io tengo molto, anche perché da cronista io scrivo per la gente, poi se i ristoratori sono anche contenti sono anche felice, ma io scrivo per la gente. Quindi quando trovo un posto che mi emoziona, sempre più raro, dove mangio bene, e dove spendo in modo adeguato faccio dei grandi complimenti. Io tutti i giovedì sono su ilgusto.it mi possono leggere i quotidiani: collegati sono 13 nazionali, più 10 locali: sono cose che fanno piacere». Chiaro il messaggio: non importa se da un sito online, una tv di nicchia o dalla tv nazionale, quando hai competenza e professionalità, resterai sempre un punto di riferimento per la critica gastronomica italiana.

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Alberto Lupini


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