Radisson Hotel Group scommette sull'Italia: 30 hotel nel Belpaese nei prossimi 5 anni
La multinazionale europea di proprietà della cinese in Jiang International Holdings vuole proseguire l'ampliamento del proprio network tricolore che ora conta 20 strutture grazie a contratti di management e franchising
Da tempi non sospetti, Radisson Hotel Group ha messo nel mirino l’Italia. Lo dimostrano le sette aperture registrate quest’anno. L’ultima arrivata è quella di Palazzo Nani Venice in Laguna. Ma i piani del gruppo europeo di proprietà cinese (ossia la Jin Jiang International Holdings, che conta 10.400 alberghi e 1,1 milioni di stanze) non si fermano qui e puntano a raggiungere le 30 strutture entro i prossimi cinque anni.
Ad oggi 20 strutture in Italia, di cui 9 operative
A svelare le carte nel corso di un’intervista a Piambianco Hotellerie è Chema Basterrecha, presidente Emea di Radisson Hotel Group: «Quando sono entrato a far parte della società, nel 2017, l’Italia contava solo tre alberghi firmati Radisson. Oggi sono 20, di cui nove operativi. Di questi hotel, sei sono brandizzati Radisson Collection, marchio che rappresenta il nostro concetto di “premium lifestyle”, e quattro sono operativi: si tratta di Palazzo Touring Club a Milano, di Palazzo Montemartini a Roma, di Palazzo Nani a Venezia e del Grand Hotel Savoia a Cortina d’Ampezzo, che è stato da poco ristrutturato e ha aperto proprio quest’anno in vista dei Campionati mondiali di sci». In aggiunta, nel 2022, sarà inaugurato un altro hotel Radisson a Milano, in via Santa Sofia (nell’ex sede dell’Allianz).
Città d'arte e centri secondari le coordinate dell'espansione
L’obiettivo è quello di posizionarsi nelle principali città d’arte e nei cosiddetti centri secondari come Ferrara, Alagna, Siracusa (dove il colosso europeo è presente grazie alla partnership con Mira Hotel & Resorts). «Crediamo molto nell’Italia - ha osservato Basterrechea - perché ha una forte vocazione turistica, un patrimonio storico e culturale unico al mondo e anche una forte potenzialità di ingresso per i grandi gruppi e le catene, il cui peso sul totale alberghi della Penisola oscilla tra il 6% e il 10%. Il limite per gli alberghi indipendenti è che la proprietà immobiliare e la gestione spesso coincidono invece si tratta di due “mestieri” diversi, e quindi l’avvento delle catene può spingere il settore verso una maggiore professionalizzazione».
Management e franchising gli strumenti giusti
Da questa prospettiva si può anche comprendere l’impegno di Radisson nel Belpaese che si traduce in due binari paralleli: i contratti di management e il franchising. Al momento in Italia sono sei gli hotel in affitto alla multinazionale europea ma potrebbero arriva a dieci entro i prossimi 5 anni portando così il totale delle strutture gestite a 30.
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Alberto Lupini
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