Pubblicità, bonus per chi investe Si può recuperare fino alla metà
Sono 85 i milioni destinati dal Governo per recuperare le spese sulle pubblicità (50 per i giornali, 35 per radio e tv). Col Decreto Rilancio il credito d'imposta passa dal 30% al 50%
04 settembre 2020 | 10:30
Un incentivo alle aziende per la pubblicità esiste già dal 2018, ma nel corso di questo difficile 2020 il Governo è intervenuto ripetutamente per semplificare l'utilizzo dello sconto fiscale e, di conseguenza, aumentarne lo stanziamento. Ad oggi, infatti, sono 85 i milioni di euro destinati a finanziare un bonus del 50% sulle spese in pubblicità, dai giornali agli spot televisivi. E proprio questo mese di settembre (fino al suo termine) coincide con il periodo utile per l'invio delle domande, allo scopo di ottenere il credito d'imposta sugli investimenti pubblicitari sulla stampa effettuati nel corso del 2020.
Gli interventi di quest'anno del Governo sono stati costanti: iniziati col Decreto Cura Italia, passati per il Decreto Rilancio e alla fine ritrovati nel Decreto Agosto. Insieme, e su proposta della Fieg - Federazione italiani editori giornali, è stato ottenuto quanto segue, allo scopo di contrastare il crollo della pubblicità derivante dall'emergenza covid-19: il credito d'imposta è calcolato sull'intero valore degli investimenti pubblicitari realizzati e non sull'incremento rispetto al 2019.
«Le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali che intendono investire in pubblicità sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, per promuovere i propri prodotto e servizi - ha spiegato Andrea Riffeser Monti, presidente della Fieg - possono avvalersi di un contributo sotto forma di credito d'imposta fino al 50% della spesa sostenuta». E, con la novità di quest'anno, «possono presentare domanda all'Agenzia delle Entrate per l'agevolazione anche i soggetti che non hanno effettuato investimenti pubblicitari nel 2019 e i soggetti che hanno iniziato l'attività quest'anno».
Una possibilità funzionale rispetto al periodo di difficoltà che le imprese stanno passando, in particolar modo quelle legate al settore dell'editoria. «Il lockdown e l'emergenza sanitaria hanno accentuato le difficoltà per le imprese a fare pubblicità e questo di conseguenza rischiava di avere effetti ancora più negativi sul settore editoriale». Questo quanto ha spiegato Andrea Martella, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria. «Già con il Decreto Cura Italia avevamo ritenuto di superare il vincolo dell'incremento rispetto all'anno precedente. Poi, con il Decreto Rilancio abbiamo innalzato il credito d'imposta dal 30% al 50%, aumentando corrispondentemente le risorse. Infine, con il Decreto Agosto, abbiamo ancora incrementato il tetto di spesa massimo. Nel complesso, rispetto al 2019, le risorse stanziate per il sostegno alla raccolta pubblicitaria per l'anno 2020 sono più che triplicate», passano infatti dagli iniziali 27,5 milioni di euro agli 85 attuali, di cui 50 milioni dedicati agli investimenti pubblicitari sui giornali, mentre gli altri 35 sono stati destinati a incentivare gli spot in televisione e in radio.
Attenzione, a questo proposito: qualora le domande per ottenere il credito d'imposta dovessero superare i 50 milioni previsti dello stanziamento previsto per chi investe nei giornali, il bonus sarà ridotto: vale a dire, lo sconto, anziché del 50%, potrebbe essere inferiore di qualche punto percentuale.
Un incentivo per le imprese, un aiuto per il settore editoria
Gli interventi di quest'anno del Governo sono stati costanti: iniziati col Decreto Cura Italia, passati per il Decreto Rilancio e alla fine ritrovati nel Decreto Agosto. Insieme, e su proposta della Fieg - Federazione italiani editori giornali, è stato ottenuto quanto segue, allo scopo di contrastare il crollo della pubblicità derivante dall'emergenza covid-19: il credito d'imposta è calcolato sull'intero valore degli investimenti pubblicitari realizzati e non sull'incremento rispetto al 2019.
«Le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali che intendono investire in pubblicità sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, per promuovere i propri prodotto e servizi - ha spiegato Andrea Riffeser Monti, presidente della Fieg - possono avvalersi di un contributo sotto forma di credito d'imposta fino al 50% della spesa sostenuta». E, con la novità di quest'anno, «possono presentare domanda all'Agenzia delle Entrate per l'agevolazione anche i soggetti che non hanno effettuato investimenti pubblicitari nel 2019 e i soggetti che hanno iniziato l'attività quest'anno».
Una possibilità funzionale rispetto al periodo di difficoltà che le imprese stanno passando, in particolar modo quelle legate al settore dell'editoria. «Il lockdown e l'emergenza sanitaria hanno accentuato le difficoltà per le imprese a fare pubblicità e questo di conseguenza rischiava di avere effetti ancora più negativi sul settore editoriale». Questo quanto ha spiegato Andrea Martella, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria. «Già con il Decreto Cura Italia avevamo ritenuto di superare il vincolo dell'incremento rispetto all'anno precedente. Poi, con il Decreto Rilancio abbiamo innalzato il credito d'imposta dal 30% al 50%, aumentando corrispondentemente le risorse. Infine, con il Decreto Agosto, abbiamo ancora incrementato il tetto di spesa massimo. Nel complesso, rispetto al 2019, le risorse stanziate per il sostegno alla raccolta pubblicitaria per l'anno 2020 sono più che triplicate», passano infatti dagli iniziali 27,5 milioni di euro agli 85 attuali, di cui 50 milioni dedicati agli investimenti pubblicitari sui giornali, mentre gli altri 35 sono stati destinati a incentivare gli spot in televisione e in radio.
Attenzione, a questo proposito: qualora le domande per ottenere il credito d'imposta dovessero superare i 50 milioni previsti dello stanziamento previsto per chi investe nei giornali, il bonus sarà ridotto: vale a dire, lo sconto, anziché del 50%, potrebbe essere inferiore di qualche punto percentuale.
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