È stato diffuso oggi il piano italiano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale dal ministero della Transizione ecologica, di cui è titolare il ministro Roberto Cingolani, per ridurre la pressione sugli stoccaggi, far scendere i prezzi del gas al consumo e l’importo delle bollette e guidare i cittadini verso un consumo più consapevole dell’energia. Si tratta di un documento di 15 pagine in cui sono enumerate diverse misure pensate per consentire all’Italia di fronteggiare la potenziale interruzione totale delle forniture di gas da parte della Russia e la crisi energetica autunnale. Le principali misure saranno la riduzione di un grado per il riscaldamento degli edifici, da 20 a 19 gradi, di un’ora la durata dei caloriferi, secondo un meccanismo diviso per fasce regionali e di 15 giorni anche il periodo di accensione, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio.
Ma quali di queste misure riguarderanno anche bar, ristoranti e alberghi e che impatto avranno? Ne abbiamo parlato con Luciano Sbraga, vicedirettore Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi).
Tre le misure che riguarderanno bar, ristoranti e alberghi
Sul tema abbiamo chiesto subito l’opinione chiarificatrice di Luciano Sbraga che ha dichiarato: «Io mi limito a un giudizio su quelle misure che hanno un impatto diretto sul nostro settore ed evito di dare un giudizio complessivo sul piano perché sarei velleitario. Per quanto riguarda le misure che impattano direttamente su di noi come settore, mi pare di capire che ce ne siano fondamentalmente tre: l’abbassamento della temperatura interna del riscaldamento che verrà portarto da 20 a 19 gradi, provvedimento che riguarda tutto il mondo del terziario, la riduzione di un’ora al giorno dell’orario di accensione dell’impianto e il posticipo di 15 giorni del periodo di accensione, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio».
Una funzione simbolica, ma che dà il senso dell’emergenza che stiamo vivendo
Sul piano Cingolani continua il vicedirettore Fipe: «Diciamo che è chiaro che sono misure che hanno un impatto sul risparmio, per altro il ministro Cingolani stima queste misure in circa poco meno di 500 milioni di metri cubi standard di risparmio. Siccome si sta parlando di oltre 8 miliardi di risparmi da assicurare, è chiaro che è una misura che aiuta, non è una misura decisiva e mi sembra che abbia più che altro una funzione simbolica che reale. Nel senso che, fermo restando che 500 milioni di metri cubi di risparmio di gas non sono pochi, però sono abbastanza residuali nel piano di risparmio complessivo. Credo, quindi, che il valore di questa misura sia più legato ad aspetti simbolici, che danno un po’ il senso dell’emergenza che stiamo vivendo, in modo che tutti in qualche modo ne siano consapevoli. Io credo che tutti, in un momento particolare come questo, debbano fare la loro parte, così come il nostro settore».
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Un decalogo sul risparmio
Fipe non si tira indietro e per fare la propria parte ha già deciso che la prossima settimana diffonderà un decalogo all’interno del settore per il risparmio. «Si tratta di decalogo sul risparmio che riguarda più le operation interne dei ristoranti e dei bar, che diffonderemo la prossima settimana. Tra le indicazioni presenti in questo decalogo, oltre a quelle propriamente tecniche, abbiamo inserito, cose anche abbastanza ovvie, come l’utilizzo il più possibile della luce naturale e degli elettrodomestici in modo efficiente, ad esempio l’impiego della lavastoviglie solamente a pieno carico».
Chiediamo, ma con un atteggiamento responsabile
Il vicedirettore Sbraga prosegue tornando al tema di questi giorni del caro bollette, tanto caro ad alberghi, bar e ristoranti: «Noi naturalmente nel momento in cui chiediamo di avere un alleggerimento della bolletta dal punto di vista del costo, abbiamo anche un atteggiamento responsabile che è quello di contenere l’utilizzo di gas ed energia elettrica, non solo per risparmiare sulla bolletta, ma anche come contributo all’emergenza che tutti stiamo vivendo. Poi c’è da dire, tuttavia, che l’Italia è lunga e stretta e ciò che funziona bene magari a Palermo, può creare qualche disagio in più a Bolzano o a Trento dal punto di vista del riscaldamento. Siamo in un momento particolare e contiamo sul fatto che dentro i locali le persone speriamo che siano tante e che si crei anche un clima più caldo dalla convivialità».
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Una misura che interessa tutti, non come il lockdown
Luciano Sbraga prosegue poi con un riferimento al lockdown, che come sottolinea non ha toccato tutti i settori: «Non ci mettiamo di traverso su questa cosa perchè capiamo che è una misura che interessa tutti in modo trasversale. Non come il lockdown che ha riguardato prevalentemente alcune imprese».
Un disagio emergenziale, da assumere con responsabilità
Il richiamo di Luciano Sbraga è ancora una volta alla responsabilità che conclude:«Sicuramente creerà anche qualche disagio, in particolare nelle località più fredde, ma le persone avranno questo problema anche a casa: tutto sommato, quindi, ci sarà equivalenza tra ambienti e speriamo ci sia anche un adattamento maggiore dato dal fatto che in tutti gli ambienti saranno queste le temperature. Noi pensiamo che non dovrebbe portare particolari inconvenienti. Fermo restando che si tratta sempre di una misura emergenziale e come tutte le misure di questo tipo, non ne siamo contenti, però la assumiamo con responsabilità».
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Alberto Lupini
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