Le previsioni sono state superate dalla realtà. In Italia, infatti, ormai sempre più località costiere, tra spiagge e calette, stanno stringendo la mano al numero chiuso, contingentando gli accessi dei turisti e favorendo il relax e il benessere dei primi acquirenti dei ticket di prenotazione. Dopo la chiusura per quasi due anni a causa dello scoppio della pandemia, tra la gente è esplosa la voglia di svago, in particolare nei luoghi all’area aperta, ma serve equilibrio: ridurre il flusso massivo di visitatori significa sostenibilità, in tutti i sensi possibili. Un percorso che sta intraprendendo anche la Francia, il paese più visitato al mondo, che a breve potrebbe anche introdurre una legge per limitare gli accessi nei luoghi più gettonati e incentivare così i tour alternativi.
Turismo, in Italia i pionieri del numero chiuso sono i sindaci della Sardegna
Si sa che la Sardegna è una, se non “la”, meta preferita dagli italiani per prendersi una pausa dalla frenesia della quotidianità, ma è stata anche la prima regione, grazie all’intervento dei suoi sindaci, a blindare alcune delle località più frequentate: come, per esempio, la costa di Baunei (eletta di recente come “Mare più bello d’Italia), Stintino (con la spiaggia La Pelosa), Lu Impisti, Brandichini, San Teodoro, Cala Coticcio e la spiaggia del Cavaliere nell’arcipelago della Maddalena e anche Cala Gabbiani. Hanno seguito a ruota, poi, altre zone d’Italia gettonate come Sestri Levante in Liguria, alcune spiagge sul Gargano sull’Adriatico, a Posillipo in Campania e zone della Riviera del Conero nell’Anconetano. Ma sono attese altre decisioni nel corso dell’estate.
La Francia ferma i turisti e incentiva i tour alternativi
Nel frattempo, i nostri cugini francesi si stanno attivando con "più forza" per limitare gli accessi in alcune zone preferite dai visitatori, arrivando persino a bloccarli - come successo lo scorso 19 maggio a Mont Saint-Michel, dove le autorità hanno allontanato i turisti invitandoli a tornare un’altra volta. Ma anche cercando di farli virare su altre destinazioni meno gettonate con l’individuazione e l’inserimento di una quarantina di tour alternativi.
E per farlo, il governo sta istituendo un osservatorio che monitora la situazione delle località turistiche, analizzandone i flussi e identificandone i momenti di crisi. Poi, da marzo 2024, verrà lanciata una campagna da un milione di euro per incoraggiare i turisti ad adottare nuovi criteri di scelta per la loro destinazione e soprattutto per le date del viaggio, incentivando a visitare il paese in tutte e quattro le stagioni dell’anno.
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Alberto Lupini
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