A Olbia test anti-Covid in aeroporto. Garavaglia: «Normalità con il green pass»
Nello scalo sardo è stato inaugurato lo spazio dove i turisti saranno sottoposti al tampone prima di accedere all'isola. Nullaosta solo a persone non infette. Il ministro al Turismo: «Estate normale con il passaporto»
31 marzo 2021 | 13:05
L'Europa ha apporvato nei giorni scorsi il passaporto sanitaro unico per poter tornare a viaggiare fuori dai confini del proprio Paese da quest'estate. Intanto però la Sardegna si è portata avanti e ad Olbia ha inaugurato il primo Health Testing Center aeroportuale in Italia. Un centro dove poter effettuare tamponi rapidi ai turisti in arrivo sull'isola così da inseguire il sogno di una Sardegna Covid free che tanto farebbe bene all'economia regionale e nazionale.
I primi tentativi messi in atto dal governatore Christian Solinas dal momento in cui la Sardegna era stata decretata zona bianca non sembrano aver dato i loro frutti. In pochi giorni i contagi sono tornati ad alzarsi e il bianco si è sporcato sempre di più di arancione e rosso.
«Questo centro - ha proseguito - è fondamentale, è uno dei tasselli del lasciapassare europeo. Poter fare i tamponi veloci consente di accelerare le procedure e quindi di tornare a viaggiare serenamente. Il protocollo Sardegna Sicura di fatto, già da un mese, anticipa quello che sarà il green pass, che consentirà di viaggiare alle persone che hanno fatto il tampone, con risultato negativo».
Garavaglia poi ritiene che andando verso la bella stagione, «come l'anno scorso, avremo un semplice colore giallo o bianco: l'importante è poi non richiudere più. E non si richiude più se si fa un piano di vaccinazione e si completa la vaccinazione per settembre».
Poi ha aggiunto: «Il turismo nazionale serve per sopravvivere, per correre c'è bisogno di quello internazionale. Sabato saremo a Malpensa per accogliere il primo volo Covid free - annuncia - È fondamentale per far ripartire in tutta Italia il turismo internazionale che i controlli non procedano più con iniziative improvvisate: Olbia è all'avanguiardia».
Non c’è turismo senza i giovani. Ma i tamponi sono carissimi
Già, quasi che i tamponi siano la risoluzione di tutto. Non abbiamo certo neanche noi la bacchetta magica, ma alcune cose potrebbero essere facilmente risolvibili usando un po’ di buon senso. Se vogliamo far ripartire il turismo bisogna ad esempio che “tutti” si sentano sicuri. In attesa che le vaccinazioni partano sul serio per tutti, ogni speranza è riposta sul passaporto vaccinale europeo che si spera entri in vigore da metà giugno. Una soluzione che per primi abbiamo lanciato in Italia. Ma ai tanti, soprattutto giovani, che non potranno aver fatto ancora il vaccino, chi ci pensa?
Se uno non sarà vaccinato, per utilizzare la green card dovrebbe avere almeno test negativi recenti. Ma siamo sicuri che questo si possa fare? Già oggi, se devi prendere un aereo, il medico in genere non ti prescrive un tampone e, in base alla regione (lato oscuro della vicenda), si paga dai 70 ai 100 euro. Se poi si ha la sfortuna di essere asintomatici, ma di risultare positivo, non si può partire e la compagnia aerea (che richiede tampone fatto entro 48 ore) dice che non rimborsa il biglietto aereo (Ryanair su tutte) perché non lo si è chiesto entro 48 dalla partenza.
La verità è che tutti vorrebbero riaprire. A parte forse gli oltranzisti di Leu schierati per ragioni di partito col Ministro Speranza. In Italia c’è una gara a chi grida più forte: in pochi hanno idee precise su come fare, ma straparlano (un vizio dei populisti e dei sovranisti che si sentono dotati di poteri magici), mentre i più “rinviano” sperando nel caldo estivo. E intanto però, mentre pubblici esercizi e hotel restano chiusi o vuoti, abbassiamo le difese e concediamo di andare all’estero, nonostante in Italia anche dopo il 6 aprile sarà vietato spostarsi fra le Regioni. Ovvio che in questa situazione il settore del turismo e dell’ospitalità, fermo da mesi, sia insorto con parole di fuoco, giustamente, contro la classe politica, ottenendo il tardivo risultato di obbligare, giustamente, chi rientra a farsi un tampone.
I primi tentativi messi in atto dal governatore Christian Solinas dal momento in cui la Sardegna era stata decretata zona bianca non sembrano aver dato i loro frutti. In pochi giorni i contagi sono tornati ad alzarsi e il bianco si è sporcato sempre di più di arancione e rosso.
Garavaglia ottimista per l'estate
Ma sul futuro il ministro al Turismo, Massimo Garavaglia non ha dubbi e, proprio in occasione dell'inaugurazione del centro dedicato ai test, ha ribadito dopo averlo già annunciato in precedenti occasioni: «L'anno scorso abbiamo avuto una stagione turistica quasi normale in tutta Italia, la novità quest'anno è che oltre al piano di vaccinazione, che va molto veloce, ci sarà il lasciapassare europeo, per cui avremo una stagione sicuramente migliore e inizieranno a tornare i turisti stranieri».«Questo centro - ha proseguito - è fondamentale, è uno dei tasselli del lasciapassare europeo. Poter fare i tamponi veloci consente di accelerare le procedure e quindi di tornare a viaggiare serenamente. Il protocollo Sardegna Sicura di fatto, già da un mese, anticipa quello che sarà il green pass, che consentirà di viaggiare alle persone che hanno fatto il tampone, con risultato negativo».
Garavaglia poi ritiene che andando verso la bella stagione, «come l'anno scorso, avremo un semplice colore giallo o bianco: l'importante è poi non richiudere più. E non si richiude più se si fa un piano di vaccinazione e si completa la vaccinazione per settembre».
Poi ha aggiunto: «Il turismo nazionale serve per sopravvivere, per correre c'è bisogno di quello internazionale. Sabato saremo a Malpensa per accogliere il primo volo Covid free - annuncia - È fondamentale per far ripartire in tutta Italia il turismo internazionale che i controlli non procedano più con iniziative improvvisate: Olbia è all'avanguiardia».
Ma siamo sicuri ci sia un progetto?
Tutte ottime speranze, ma il rischio reale è che il progetto per il prossimo futuro sia affidato alla sorte. La verità è che tutti vorrebbero riaprire. A parte forse gli oltranzisti di Leu schierati per ragioni di partito col Ministro Speranza. In Italia c’è una gara a chi grida più forte: in pochi hanno idee precise su come fare, mentre i più “rinviano” sperando nel caldo estivo. E intanto però, mentre pubblici esercizi e hotel restano chiusi o vuoti, abbassiamo le difese e concediamo di andare all’estero, nonostante in Italia anche dopo il 6 aprile sarà vietato spostarsi fra le Regioni. Ovvio che in questa situazione il settore del turismo e dell’ospitalità, fermo da mesi, sia insorto con parole di fuoco, giustamente, contro la classe politica, ottenendo il tardivo risultato di obbligare, giustamente, chi rientra a farsi un tampone.Non c’è turismo senza i giovani. Ma i tamponi sono carissimi
Già, quasi che i tamponi siano la risoluzione di tutto. Non abbiamo certo neanche noi la bacchetta magica, ma alcune cose potrebbero essere facilmente risolvibili usando un po’ di buon senso. Se vogliamo far ripartire il turismo bisogna ad esempio che “tutti” si sentano sicuri. In attesa che le vaccinazioni partano sul serio per tutti, ogni speranza è riposta sul passaporto vaccinale europeo che si spera entri in vigore da metà giugno. Una soluzione che per primi abbiamo lanciato in Italia. Ma ai tanti, soprattutto giovani, che non potranno aver fatto ancora il vaccino, chi ci pensa?Se uno non sarà vaccinato, per utilizzare la green card dovrebbe avere almeno test negativi recenti. Ma siamo sicuri che questo si possa fare? Già oggi, se devi prendere un aereo, il medico in genere non ti prescrive un tampone e, in base alla regione (lato oscuro della vicenda), si paga dai 70 ai 100 euro. Se poi si ha la sfortuna di essere asintomatici, ma di risultare positivo, non si può partire e la compagnia aerea (che richiede tampone fatto entro 48 ore) dice che non rimborsa il biglietto aereo (Ryanair su tutte) perché non lo si è chiesto entro 48 dalla partenza.
La verità è che tutti vorrebbero riaprire. A parte forse gli oltranzisti di Leu schierati per ragioni di partito col Ministro Speranza. In Italia c’è una gara a chi grida più forte: in pochi hanno idee precise su come fare, ma straparlano (un vizio dei populisti e dei sovranisti che si sentono dotati di poteri magici), mentre i più “rinviano” sperando nel caldo estivo. E intanto però, mentre pubblici esercizi e hotel restano chiusi o vuoti, abbassiamo le difese e concediamo di andare all’estero, nonostante in Italia anche dopo il 6 aprile sarà vietato spostarsi fra le Regioni. Ovvio che in questa situazione il settore del turismo e dell’ospitalità, fermo da mesi, sia insorto con parole di fuoco, giustamente, contro la classe politica, ottenendo il tardivo risultato di obbligare, giustamente, chi rientra a farsi un tampone.
Vita normale a Tubinga
La Germania, spesso più avanti di noi con decisioni drastiche ed effiaci, ha neella città di Tubinga un caso unico che sembra stia funzionando. Il sindaco infatti ha approvato una sorta di passaporto per rimanere un giorno in città e vivere la vita ante-Covid in totale sicurezza. Il pass lo si ottiene o presentando il certificato di vaccinazione, o con un test rapido o documentando l'avvenuta guarigione. Durerà? Sarà un esempio? Intanto qualcuno lo sfrutta e rivive la vita normale.© Riproduzione riservata
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Alberto Lupini
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