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Nutriscore e Cancer plan: il settore vinicolo italiano scrive una lettera all'Europa

Missiva congiunta delle federazioni di settore ai parlamentari europei contro l'inserimento del vino nella lista dei prodotti che fanno male alla salute. E in loro supporto si è schierata anche Federcuochi

 
11 febbraio 2022 | 17:51

Nutriscore e Cancer plan: il settore vinicolo italiano scrive una lettera all'Europa

Missiva congiunta delle federazioni di settore ai parlamentari europei contro l'inserimento del vino nella lista dei prodotti che fanno male alla salute. E in loro supporto si è schierata anche Federcuochi

11 febbraio 2022 | 17:51
 

Dopo gli appelli verbali lanciati nei giorni scorsi da Uiv e Federvini, il settore vitivinicolo ha deciso di prendere carta e penna e di mettere nero su bianco il suo accorato appello: chiedere all'Europa che il Nutriscore e il Cancer plan vengano rivisti. Il rischio è infatti che il vino venga inserito nella "lista nera" dei prodotti che fanno male alla salute. Il Nustriscore, infatti, ovvero l'etichettatura nata in Francia che classifica cibi e bevande in base a lettere colori, vorrebbe mettere su tutti gli alcolici un bollino nero con la lettera F, a indicare la massima pericolosità. Il Cancer plan, invece, se dovesse venire approvato martedì  15 febbraio dal Parlamento europeo senza modifiche, classificherebbe le bevande alcoliche come alimenti a rischio. E quindi anche in questo caso per il settore sarebbe un grave danno economico e di immagine. Anche per questo motivo a difesa dei produttori vinicoli si è schierata pure Federcuochi. Nel frattempo, nei giorni scorsi, attraverso una manovra trasversale alcuni rappresentanti del parlamento europeo hanno presentato alcuni emendamenti al masterplan salva vino.

Nutriscore e Cancer plan: il settore vinicolo italiano scrive all'Europa

Lettera ai parlamentari europei per difendere il vino italiano da Nutriscore e Cancer plan

Anche la Federazione Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori (Svos) si schiera contro l’inserimento del vino nella “lista nera” dei prodotti che fanno male alla salute. È stata sottoscritta una lettera aperta a tutti i parlamentari europei, insieme a tutti i firmatari del “Patto di Spello” (firmato a novembre del 2020, è uno strumento importante teso a disegnare strategie, progettualità e idee per il futuro di tutto il segmento dell'ospitalità e della promozione territoriale legato alla coltura dell'olio e del vino): Città del Vino, Città dell’Olio, Movimento Turismo del Vino e dell’Olio ed Unione Italiana Vini. La Federazione Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori prende quindi posizione sulla controversa vicenda che vede alcuni prodotti simbolo del made in Italy, come il vino e l’olio Evo, sotto attacco da molteplici fronti, Nutriscore e Cancer plan su tutti; e lo fa sottoscrivendo una vera e propria lettera aperta.

Nutriscore e Cancer plan: il settore vinicolo italiano scrive all'Europa

I produttori chiedono che il masterplan venga rivisto

La richiesta più importante è che almeno si distingua tra uso e abuso di alcol, di modo che il vino non finisca nella stessa lista che lo equiparrebbe di fatto ai superalcolici e alle sigarette.

«È del tutto evidente come tale rischio possa ripercuotersi pesantemente non solo su tutta la filiera produttiva, ma anche sulle attività connesse come il turismo e sulla salvaguardia della vitalità dei territori rurali, che è già in parte compromessa - ha spiegato Paolo Morbidoni, presidente della Federazione Svos  - È contraddittorio prevedere misure per ridare centralità ai territori rurali e marginali e poi avallare azioni volte a colpire colture come il vino e l’olio che sono spesso le uniche produzioni possibili ed economicamente sostenibili in tali aree».

 

Un analogo rischio l'aveva corso nei mesi scorsi l'olio

La stessa cosa è accaduta nei mesi scorsi con il Nutriscore per l’olio. Il sistema di etichettatura a “semaforo” ha di fatto declassato l’olio di oliva ad un prodotto che presenta rischi per la salute andando in contrasto con le determinazioni della stessa Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) che invece, ha riconosciuto le proprietà salutistiche dell’olio Evo contro le malattie cardiovascolari e lo stress ossidativo e come fonte di vitamina D, dando la possibilità di inserire tali benefici in etichetta.

Anche Federcuochi si schiera coi produttori di vino

Anche Federcuochi ha bocciato senza appelli la proposta di modificare il Nustriscore. L'ha infatti giudicata «una follia». In una nota ha ricordato come il vino sia parte di una millenaria storia enogastronomica, nonche' punto di forza dell'economia agroalimentare di varie nazioni, tra cui la stessa Francia. Un prodotto che rappresenta l'eccellenza dei vari territori di origine e che, consumato con moderazione e consapevolezza, e' da sempre protagonista della buona tavola, della cultura di una nazione. «Il sistema francese del Nutriscore - dichiara Federcuochi - penalizza molti alimenti naturali e salutari alla base della nostra dieta mediterranea, in favore di produzioni industriali che fanno bene solo ai bilanci delle grandi multinazionali alimentari».

La lettera delle associazioni ai parlamentari europei

Di seguito la lettera aperta rivolta ai Parlamentari europei italiani che gli aderenti al “Patto di Spello” (Associazione Nazionale Città del Vino, Associazione Nazionale Città dell’Olio, Movimento Turismo del Vino, Movimento Turismo dell’Olio, Federazione italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, Unione Italiana Vini) hanno stilato ed inviato:

Cancer Plan e Nutriscore: le condivisibili battaglie contro il cancro e gli abusi di alcool non possono mettere in crisi le qualità dell’agroalimentare “made in Italy”

Egregi Onorevoli,

Gli aderenti al “Patto di Spello” (Associazione Nazionale Città del Vino, Associazione Nazionale Città dell’Olio, Movimento Turismo del Vino, Movimento Turismo dell’Olio, Federazione italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, Unione Italiana Vini), esprimono la loro forte preoccupazione per alcuni dei contenuti espressi dalla relazione “Beating Cancer Plan”, e dalla proposta di adozione del cosiddetto “Nutriscore” che prevede l’apposizione sulle etichette dei prodotti agroalimentari, di bollini colorati che dovrebbero indicare al consumatore il grado di pericolosità di un prodotto, con l’ulteriore proposta di inserire il “bollino nero” sulle etichette del vino. Un sistema di classificazione che penalizzerebbe non solo il vino, ma anche produzioni di eccellenza come l’olio extra vergine di oliva solo perché contiene grassi, quando sono noti studi e ricerche che ne rilevano molteplici aspetti salutistici.

Per quanto riguarda il Beating Cancer Plan, la cui relazione è stata approvata nelle scorse settimane dalla Commissione straordinaria contro il cancro (Be.Ca) del Parlamento Europeo, i firmatari della presente lettera aperta sottolineano che dalla relazione non traspare con sufficiente chiarezza la netta distinzione tra consumo moderato e consapevole di alcuni prodotti quali, ad esempio il vino, rispetto all’assunto che “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol” e che pertanto le bevande che ne contengono una qualunque quantità, sono pericolose per la salute umana.

Il piano europeo contro il cancro, iniziativa alla quale attribuiamo una forte valenza sociale e che nei suoi principi generali non può che essere condivisa, se verrà applicato così come previsto, penalizzerà fortemente, insieme al mondo del vino, anche altri prodotti tipici italiani e persino la possibilità di fare promozione enoturistica, settore questo che, sulla scorta di dati e ricerche anche recenti, sta assumendo un ruolo sempre più importante nello sviluppo – per altro di natura ampiamente sostenibile – dei territori rurali.

Tra le misure previste per la lotta all’alcol, oltre alle etichette con alert “sanitari”, è previsto persino il divieto di poter fare pubblicità e di sponsorizzazione ad eventi sportivi da parte di aziende produttrici di prodotti alcolici, oltre ad un aumento della tassazione e la revisione della politica di promozione, correlata a un sistema di punteggi. In pratica, chi produce vino potrà avere meno risorse per la promozione perché nel vino c’è l’alcol. Le proposte presentate all’interno del piano vedono comparare il rischio di insorgenza di tumori dovuti al fumo con i rischi derivati dal consumo di vino, senza distinguere tra l’abuso e il bere moderato e consapevole, con il possibile esito di colpire pesantemente un settore che solo in Italia conta su 1,3 milioni di addetti, miliardi di fatturato, e una supremazia mondiale delle esportazioni in termini di volume, oltre che una riconosciuta qualità che rappresenta la migliore immagine del nostro Paese nel mondo.

Ciò che sorprende è che non venga fatta alcuna distinzione tra l’abuso ed il consumo moderato di alcol, due approcci culturalmente ben differenti, e non si consideri – come affermato da decine di studi scientifici – che un calice di vino a pasto (tanto più se vino rosso) riduce il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari grazie ai polifenoli e al resveratrolo.

Il vino è un settore fiore all’occhiello del Made in Italy, la cui dinamicità sta producendo ricadute positive nelle economie dei nostri territori che la presa di posizione della Commissione straordinaria rischia di compromettere in quanto capace di trasmettere un messaggio non corretto rispetto al tema del consumo di alcol, non facendo distinzione – ad esempio – tra il vino e superalcolici, tra abuso e bere moderato e consapevole.

La Commissione Ue ha pubblicato, inoltre, il documento per l’accesso ai fondi di promozione dei prodotti agricoli per un budget di oltre 176 milioni di euro, inserendo tra i criteri di accesso alle risorse l’allineamento al piano comunitario di lotta al cancro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel piano d’azione di lotta contro l’alcol, prevede misure analoghe, con l’obiettivo di ridurre del 20% il consumo di alcol entro il 2030. A tutto questo si aggiunge il Piano di lavoro 2022 sulla promozione in agricoltura, approvato dalla Commissione Ue, e che attribuisce punteggi ai progetti in base alle indicazioni del piano anticancro. Alla luce di queste novità, se nel frattempo non saranno apportate modifiche, i produttori di vino (ma anche di salumi, carni rosse, etc.) si vedranno decurtare il punteggio di ammissione alle graduatorie dei bandi di promozione in ambito comunitario.

Il timore è che questo insieme di norme possa provocare un effetto negativo a valanga per il Made in Italy e per la promozione dei territori e del turismo enogastronomico.

Tenuto conto di queste riflessioni lanciamo un appello i tutti i Parlamentari europei italiani di farsi promotori delle istanze dei nostri territori affinché le politiche di prevenzione contro il cancro e per la tutela della salute dei cittadini non si trasformino in battaglie ideologiche contro le produzioni tipiche italiane.
Sono a rischio tanti posti di lavoro in un settore che vale, secondo l’Osservatorio sul Turismo del Vino, oltre 2,5 miliardi di euro di fatturato (dato pre-pandemia); se consideriamo i danni provocati dal virus al settore turistico, ecco che questi provvedimenti potrebbero penalizzare ancora di più i nostri territori dove le produzioni tipiche non sono certo “attentati alla salute pubblica”, ma espressioni di una cultura e di una economia secolari.

Pertanto, ci auspichiamo, che vengano rivisti i criteri ed i parametri in base ai quali è stata redatta questa relazione, ricordando che da più fronti è stato chiesto che venga considerato il parere della comunità scientifica che già in precedenza aveva duramente criticato la tesi, oggetto della relazione Beca, secondo cui non esisterebbe un livello sicuro di consumo di alcol definendola la lacunosa e difettosa.

Appare, infine, evidente la contraddizione che vede l’Europa finanziare la promozione e la conoscenza del vino italiano attraverso le attività finanziate tramite l’OCM vino, per poi “demonizzarlo” mettendo un “bollino nero” sulle etichette. Ogni programma di educazione al bere moderato e consapevole troverà piena accoglienza ma non certo una generica e frustrante classificazione del vino come “pericolo pubblico”.
Analogo appello lo rivolgiamo al Ministro per le Politiche Agricole, affinché il Governo italiano faccia sentire la propria voce su questo argomento a difesa del Made in Italy enogastronomico, del suo valore sociale, economico, culturale che, tra l’altro, il mondo ci invidia.

Angelo Radica Presidente Associazione Città del Vino

Michele Sonnessa presidente Associazione Città dell’olio

Nicola D’Auria presidente Movimento Turismo Del Vino

Donato Taurino Presidente Movimento Turismo Dell’olio

Paolo Morbidoni presidente Federazione italiana delle strade del vino, dell’olio e dei sapori

Sebastiano De Corato Unione Italiana Vini

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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