La neve non scende, ci pensa la tecnologia Senza dimenticare l'ambiente!
24 dicembre 2015 | 15:20
La situazione è sempre più chiara: gli inverni di un tempo si fanno desiderare, ancora a dicembre le temperature non sono quelle che tutti associano al Natale, il freddo, quello vero, non arriva, e insieme a lui tarda anche la neve. E questa mancanza si riversa sui migliaia di turisti che nella stagione fredda dell’anno si concedono una vacanza immersi nel bianco candore delle località montane. Eppure oggi da Courmayeur a Madonna di Campiglio, da Santa Caterina Valfurva a Cortina, dalla Val Gardena all’Alta Badia, si scia, questo grazie alla neve, quella prodotta artificialmente.
«Non abbiamo completato l’innevamento programmato - spiega al Corriere della Sera Sandro Lazzari, presidente di Dolomiti Superski - perché è mancato anche il freddo, ma quello che offriamo sono 700 km di piste con neve di ottima qualità, prodotta dai cannoni». Tanti già i complimenti dei turisti per la neve che non l’inverno ma la tecnologia ha portato sulle piste ancora asciutte dei più grandi comprensori montuosi alpini.
Ovviamente questo successo è stato possibile grazie ai miglioramenti dei cannoni, che non impiegano più 180 ore per innevare una pista, adesso ne occorrono tra le 50 e le 60, utilizzando però lo stesso consumo energetico di ieri. «Sono diminuite le giornate di freddo - continua Lazzari - così abbiamo migliorato le tecnologie e in quel poco tempo in cui il freddo c’è produciamo molta più neve. Un’evoluzione tecnologica molto importante, che ha prodotto un migliorato rapporto tra quantità di neve prodotta ed energia consumata».
Una spinta all’economia porta i turisti a godere delle splendide vacanze sulle Alpi di questo periodo, un aiuto da parte della tecnologia velocizza l’innevamento delle piste evitando attese e disagi. Ma ad essere contenti sono anche gli ambientalisti, forse preoccupati nell’osservare una così massiccia produzione in un tempo così limitato: i cannoni funzionano per mezzo di energia idroelettrica, quindi non emettono anidride carbonica.
La realizzazione, questa, di un progetto che è stato ideato e portato a compimento quando Sandro Lazzari era presidente della Fianet, la Federazione europea degli impiantisti funiviari. Una grande soddisfazione, un risultato davvero notevole, ma si considerino gli sforzi necessari e i problemi che comunque possono sussistere.
Di conferme positive ce ne sono, alcune di queste arrivano proprio dal Trentino. «Gli sciatori che sono qui giudicano i nostri tracciati ben preparati - dice Maurizio Rossini, ceo di Trentino Marketing - si scia su oltre il 70% delle piste non solo nel carosello del Dolomiti Superski ma anche nella Ski Area di Madonna di Campiglio, in quella della Paganella, di Monte Bondone, e di tante altre località, compresi i collegamenti».
Non sono solo le piste ad essere stracolme di persone. A metà giornata i rifugi in alta montagna brulicano di turisti pronti ad assaggiare i prodotti tipici montani, e nei giorni liberi o la sera i paesi della zona si riempiono di mercatini ed iniziative tutte natalizie, accogliendo quegli stanchi sciatori, che non sono costretti a muoversi in macchina, grazie all’efficiente organizzazione funiviaria, un progetto generale, capillare e attento anch’esso all’impatto sull’ambiente.
«Con i nostri impianti di risalita - continua Maurizio Rossini - di cui l’ultimo nato è la funivia che collega Alba di Canazei al Sella Ronda abbiamo fatto scoprire agli sciatori, senza spostare la macchina, vasti comprensori. Poniamo sempre grande attenzione alle novità tecnologiche, per ridurre al minimo l’impatto ambientale».
«Non abbiamo completato l’innevamento programmato - spiega al Corriere della Sera Sandro Lazzari, presidente di Dolomiti Superski - perché è mancato anche il freddo, ma quello che offriamo sono 700 km di piste con neve di ottima qualità, prodotta dai cannoni». Tanti già i complimenti dei turisti per la neve che non l’inverno ma la tecnologia ha portato sulle piste ancora asciutte dei più grandi comprensori montuosi alpini.
Ovviamente questo successo è stato possibile grazie ai miglioramenti dei cannoni, che non impiegano più 180 ore per innevare una pista, adesso ne occorrono tra le 50 e le 60, utilizzando però lo stesso consumo energetico di ieri. «Sono diminuite le giornate di freddo - continua Lazzari - così abbiamo migliorato le tecnologie e in quel poco tempo in cui il freddo c’è produciamo molta più neve. Un’evoluzione tecnologica molto importante, che ha prodotto un migliorato rapporto tra quantità di neve prodotta ed energia consumata».
Una spinta all’economia porta i turisti a godere delle splendide vacanze sulle Alpi di questo periodo, un aiuto da parte della tecnologia velocizza l’innevamento delle piste evitando attese e disagi. Ma ad essere contenti sono anche gli ambientalisti, forse preoccupati nell’osservare una così massiccia produzione in un tempo così limitato: i cannoni funzionano per mezzo di energia idroelettrica, quindi non emettono anidride carbonica.
La realizzazione, questa, di un progetto che è stato ideato e portato a compimento quando Sandro Lazzari era presidente della Fianet, la Federazione europea degli impiantisti funiviari. Una grande soddisfazione, un risultato davvero notevole, ma si considerino gli sforzi necessari e i problemi che comunque possono sussistere.
Di conferme positive ce ne sono, alcune di queste arrivano proprio dal Trentino. «Gli sciatori che sono qui giudicano i nostri tracciati ben preparati - dice Maurizio Rossini, ceo di Trentino Marketing - si scia su oltre il 70% delle piste non solo nel carosello del Dolomiti Superski ma anche nella Ski Area di Madonna di Campiglio, in quella della Paganella, di Monte Bondone, e di tante altre località, compresi i collegamenti».
Non sono solo le piste ad essere stracolme di persone. A metà giornata i rifugi in alta montagna brulicano di turisti pronti ad assaggiare i prodotti tipici montani, e nei giorni liberi o la sera i paesi della zona si riempiono di mercatini ed iniziative tutte natalizie, accogliendo quegli stanchi sciatori, che non sono costretti a muoversi in macchina, grazie all’efficiente organizzazione funiviaria, un progetto generale, capillare e attento anch’esso all’impatto sull’ambiente.
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Alberto Lupini
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