Mense al collasso, chiesto un adeguamento immediato ai prezzi Istat
La delegazione di Anir Confindustria ha evidenziato le forti criticità individuate sull’importanza di questa fase di revisione della centralità che dovrebbero assumere i servizi. La situazione è insostenibile
Anir Confindustria, insieme alle altre consociate in Confindustria Servizi Hcfs, ha partecipato, all’audizione presso la Commissione Lavori Pubblici e Ambiente alla Camera dei Deputati sullo schema decreto legislativo sul codice appalti alla Camera. La delegazione, composta dal presidente di Confindustria Servizi Hcfs, Lorenzo Mattioli, il vicepresidente Massimo Piacenti e il segretario generale Paolo Valente, ha evidenziato le forti criticità individuate, e già più volte sottolineate, sull’importanza di questa fase di revisione della centralità che dovrebbero assumere i servizi, ma anche l’urgenza di interventi che intervengano su un settore come quello della ristorazione collettiva che interessa oltre 120 mila dipendenti, oltre 1000 aziende senza contare tutta la filiera agroalimentare con un fatturato di circa 6,5 miliardi di euro.
Piacenti: «Fra un anno molto probabilmente questo settore non esisterà più
«La ristorazione collettiva - ha affermato il presidente Mattioli, in veste anche di presidente della Confindustria Servizi Hcfs - ha necessità che il meccanismo individuato per la revisione dei prezzi faccia riferimento all’applicazione obbligatoria ed automatica alle indicizzazioni elaborate dall’ISTAT su base annuale. Fondamentale che le aggiudicazioni avvengano attraverso il solo principio del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e che venga definitivamente superato il principio del massimo ribasso non solo formalmente».
Il vicepresidente Massimo Piacenti intervenendo ha specificato che «i bilanci delle società della ristorazione collettiva sono pubblici, e parlano chiaro: questo settore ha margini bassissimi, in cui esiste una forte rigidità nella gestione dei costi dove l’aumento dei prezzi anche minimo produce effetti dannosi che attualmente non riusciamo più a tollerale. Per questo stiamo chiedendo una revisione automatica e obbligatoria dei prezzi su dati Istat e Anac su base annuale. Il nostro settore ha chiuso il 2020 con una diminuzione del fatturato del 40%, di cui i bilanci ancora risentono e che la congiuntura inflattiva attuale aggrava ulteriormente. Sentiamo paventare che sarà posticipata l’entrata in vigore del codice degli appalti di quasi un anno, diventa per noi urgentissimo, dunque, un provvedimento ponte per garantire e normare subito la revisione prezzi per quei contratti che non la prevedono in modo tassativo, saremo costretti ad avviarci verso una mobilitazione nazionale, perché la situazione per noi è insostenibile e fra un anno molto probabilmente questo settore non esisterà più».
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Alberto Lupini
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