Meloni sul Pos: “Commissioni a carico dei clienti? Nessuno pagherebbe un caffè”

Il presidente del Consiglio è tornato a parlare dei pagamenti elettronici, aprendo alla possibilità di rivedere in sede Ue la soglia dei 60 euro. Nel frattempo i sindacati sono partiti all'attacco dei voucher

07 dicembre 2022 | 17:18

La questione pagamenti elettronici non sembra voler lasciare respiro al Governo. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è tornata di nuovo a parlarne, in occasione dell'incontro avuto prima con i capigruppo della maggioranza e poi con i sindacati. Le sue parole sono però destinate a far discutere e coinvolgono ancora una volta bar e ristoranti.

Se, infatti, il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, Matteo Salvini, aveva nei giorni scorsi dichiarato che «Chi paga il caffè con la carta di credito è un rompiballe», ora anche Giorgia Meloni ha portato come esempio proprio quello del caffè, dichiarando: «I costi di commissione del Pos sono a carico degli esercenti e non dei cittadini che utilizzano il servizio. Se fosse a carico dei cittadini penso che nessuno pagherebbe un caffè tramite Pos».

Quello dei Pos non è comunque l'unico nodo che il Governo dovrà sciogliere in vista dell'approvazione della Manovra. E dovrà, per altro, fare i conti, non soltanto con le opposizioni dei partiti di minoranza, ma soprattutto con il "muro" dei sindacati, che proprio a margine dell'incontro con il Presidente del Consiglio si sono scagliati contro i voucher e la flat tax

Sul Pos polemiche strumentali. Su contante e reddito non si torna indietro

Oltre alla frase sui caffè destinata a far discutere, la premier, come riportano alcune fonti di Governo, ha difeso a spada tratta la manovra e ha dichiarato che sul tetto al contante e sul reddito di cittadinanza non si tornerà indietro e che le polemiche sul Pos sono strumentali. Sulle misure legate al Pos, sarà possibile rivedere qualcosa in sede Ue, ma senza cambiare l'impianto del provvedimento. Per Giorgia Meloni, secondo quanto dichiarato ad Ansa, «Non c'è nessuna contrapposizione tra il Pos e l'evasione. Le misure sul pos e sul tetto al contanti di 5mila euro sono misure di buon senso. Oltretutto i costi di commissione del Pos sono a carico degli esercenti e non dei cittadini che utilizzano il servizio. Se fosse a carico dei cittadini penso che nessuno pagherebbe un caffè tramite Pos». La premier ha poi proseguito parlando della soglia dei 60 euro per quanto riguarda il pagamento elettronico e ha spiegato: «Può anche essere ridiscussa ma in sede Ue».

 

Sul Pos si vedrà la contrattazione con l'Europa

Sul tema dei Pos è intervenuto anche Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, che ha dichiarato, uscendo da Palazzo Chigi dopo il vertice della maggioranza sulla manovra: «Il Pos non è un problema nostro, nel senso che la manovra è stata scritta in questo modo e il principio rimane quello. Poi si vedrà la contrattazione con l'Europa, ma l'idea è ovviamente mantenere la libertà per gli esercenti di non accettare i pagamenti sotto una certa soglia che rimane dei 60 euro».

Dura la reazione dei sindacati contro i voucher

I sindacati sono tornati all'attacco dello strumento dei voucher, strumento su cui si erano già scagliati in passato con l'allora Governo Renzi. Anche a causa di quella pressione, i voucher erano stati poi aboliti nel 2017 dal Governo Gentiloni. Sul tema è intervenuto Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, che ha dichiarato: «Significa mettere in discussione lavoratori e contratti in due settori (agricoltura e ristorazione, ndr) dove già il lavoro precario e il caporalato la fanno da padrona. Per noi i voucher sono da ritirare».

Giudizio negativo anche sulla flat tax

Le critiche sono arrivate anche da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil che ha dichiarato: «Abbiamo confermato il giudizio negativo sulla manovra, in particolare sui redditi. Abbiamo posto il tema della precarietà e il problema sul fisco e l'evasione. La logica della flat tax è sbagliata. Le risposte del governo hanno confermato profonde distanze sul fisco e sulla precarietà». Immediata la risposta a Maurizio Landini da parte del  il vicepremier Matteo Salvini che ha dichiarato: «Il leader della Cgil Maurizio boccia una manovra economica che aumenta le pensioni minime e gli stipendi fino a 20mila euro, che cancella la legge Fornero e aumenta la Flat Tax per le Partite Iva, che aumenta l'assegno unico per chi ha dei figli e aiuta chi è in difficoltà a pagare le bollette. Proprio come Bankitalia. Bene, allora vuol dire che abbiamo fatto un'ottima manovra economica». 

Immediata la replica del Partito Democratico 

Sela premier ha deciso di non far alcun passo indietro sulla legge di Bilancio, a chiederlo sono, invece, le opposizione. Sul tema a prendere parola è Marianna Madia, deputata del Partito Democratico che ha dichiarato a La Repubblica: «Le maggiori Istituzioni del paese hanno criticato il pacchetto di misure del governo di destra contenute nella legge di bilancio in materia di lotta all'evasione. Per il partito democratico queste sollecitazioni devono spronare la maggioranza a una netta marcia indietro rispetto a misure che non sono dettagli, ma incidono negativamente proprio sul contrasto all'evasione e sulla lotta alle diseguaglianze. Per questo chiediamo con forza che vengano approvati i nostri emendamenti alla legge di bilancio, come ad esempio quelli che chiedono l'abbassamento del tetto all'utilizzo del contante, la fine della politica dei condoni, lo stop all'innalzamento della flat tax, l'estensione dell'obbligo di utilizzo del pos, prevedendo la contestuale reintroduzione del credito d'imposta al 100% per le commissioni bancarie».

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Alberto Lupini


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