McDonald's, a Bari i dipendenti scioperano per il caldo. Interviene Cgil Puglia

Impianti di aria condizionata non funzionanti in vari ristoranti del gruppo nel capoluogo pugliese. 140 lavoratori, supportati dal sindacato, non si sono presentati al lavoro. Chiesta la cassa integrazione

24 luglio 2023 | 17:16

Caldo record, eccessivo, insostenibile. Al punto da costringere circa 140 dipendenti di vari ristoranti McDonald's di Bari a scioperare. Il tutto a seguito del malfuzionamento degli impianti di aria condizionata all'interno dei locali, e in particolar modo all'interno delle cucine. È quanto avvenuto, con il supporto dei sindacati, nella giornata di ieri (e in alcuni casi anche stamattina) in Puglia, dove a Bari alcuni lavoratori del noto marchio statunitense hanno deciso di incrociare le braccia e non aprire le porte dei ristoranti per tutelare la propria salute.

Troppo il caldo da sopportare per oltre 100 dipendenti. Sostenuti dalla Cgil i lavoratori non si sono presentati al solito orario nei vari ristoranti nei quali, tra l'altro, sono anche stati registrati malfunzionamenti all'aria condizionata. Problemi tecnici ammessi dalla stessa McDonald's in una nota ufficiale; un comunicato in cui il gruppo ha informato come «... il licenziatario che gestisce i due ristoranti desidera precisare che la manutenzione ordinaria degli impianti di condizionamento è stata effettuata di recente, nel rispetto dei protocolli interni e a norma di legge, come avviene in tutti i ristoranti McDonald’s in Italia». Negli scorsi giorni, a causa proprio dei problemi tecnici all'impianto condizionatore e alle temperature eccessive, sono stati registrati malori da parte dei dipendenti impiegati nelle cucine, tra figgitrici con olio bollente e fornelli a gradi altissimi. 

Sciopero McDonald's, il sindacato: «Cassa integrazione ai dipendenti»

A poco è servito negli scorsi giorni l'utilizzo di condizionatori d’aria mobili, troppo il caldo da sopportare per i lavoratori dei vari ristoranti del gruppo. A questo proposito la Cgil pugliese ha chiesto: «... con urgenza la chiusura al pubblico nelle giornate da bollino rosso e il relativo ricorso alla cassa integrazione per lavoratrici e lavoratori così come previsto dalle ultime disposizioni Inps fino a quando non sia possibile in intervento tecnico risolutivo». 

Troppo caldo? La legge prevede smartworking o cassa integrazione

Richieste assolutamente legittime quelle dei dipendenti e del sindacato che li sta supportando in questa situazione. Come prevede la legge, infatti, nei casi di caldo eccessivo (oltre i 35 gradi, ma qui si parla di temperature che superano i 40) si fa ricorso allo smartworking per le categorie che possono effettuarlo, oppure si procede direttamente alla cassa integrazione per chi, ad esempio, svolge mansioni esponendosi al rischio calore. L’Inps, in più, lo scorso 20 luglio ha informato come l'emergenza caldo possa scattare anche in caso di temperature al di sotto dei 35 gradi se si svolgono lavori sotto il sole o in caso di umidità grave.

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Alberto Lupini


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