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Maxi sequestro dai Nas a Bari 3,5 tonnellate di cagliata estera

In un’azienda casearia della Murgia barese i carabinieri hanno posto sotto sequestro 3 tonnellate e mezzo di cagliata di provenienza estera (tedesca e irlandese) in pessimo stato di conservazione e priva delle specifiche di legge, per un valore di circa 90mila euro. Il titolare è stato denunciato all’autorità giudiziaria

 
19 gennaio 2016 | 10:53

Maxi sequestro dai Nas a Bari 3,5 tonnellate di cagliata estera

In un’azienda casearia della Murgia barese i carabinieri hanno posto sotto sequestro 3 tonnellate e mezzo di cagliata di provenienza estera (tedesca e irlandese) in pessimo stato di conservazione e priva delle specifiche di legge, per un valore di circa 90mila euro. Il titolare è stato denunciato all’autorità giudiziaria

19 gennaio 2016 | 10:53
 

I carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazioni e sanità) di Bari, nell’ambito di una serie di controlli mirati disposti in tutta Italia dal Comando carabinieri per la tutela della salute su latte e derivati, hanno sequestrato, in un’azienda casearia della Murgia barese tre tonnellate e mezzo di cagliata di provenienza estera (tedesca e irlandese) in pessimo stato di conservazione e priva delle specifiche di legge.



I controlli hanno preso le mosse da un’analisi dei prezzi di vendita al dettaglio, ritenuti non compatibili con i costi della materia prima e della gestione del caseificio, e hanno così impedito l’immissione in commercio di prodotti caseari potenzialmente pericolosi per la salute del consumatore, per un valore di circa 90mila euro.

Il titolare dell’attività, un cittadino barese di 59 anni, è stato denunciato all’autorità giudiziaria per aver detenuto alimenti in cattivo stato di conservazione.

«Una mozzarella su quattro in vendita in Italia non è ottenuta direttamente dal latte, ma da semilavorati industriali, chiamati cagliate, che vengono dall’estero senza alcuna indicazione in etichetta», ha affermato la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’operazione dei Nas di Bari. «Sono questi i comportamenti che provocano una distorsione del mercato, deprimono i prezzi pagati agli allevatori italiani e causano la chiusura degli allevamenti».

«Di fronte a questa escalation di truffe e inganni per salvare il Made in Italy non c’è più tempo da perdere e occorre rendere subito obbligatoria l’indicazione di origine del latte in tutti i prodotti lattiero caseari per garantire la trasparenza dell’informazione e la salute dei consumatori», ha sottolineato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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