«Il matrimonio perfetto? Poche regole e il meglio del cibo»
Francesca Marino, nota nutrizionista campana e organizzatrice di eventi gastronomici, ci ha parlato delle sue nozze e di come sia riuscita a riunire il meglio del cibo in una così speciale occasione. C'era anche Gennaro Esposito
Un matrimonio da sogno, un giorno da ricordare non solo come momento di festa, ma anche come occasione in cui sono state riunite tante eccellenze gastronomiche del nostro Paese. Lo scorso 19 di settembre la nota nutrizionista e organizzatrice di eventi a tema food Francesca Marino si è sposata con il rettore dell’Università Federico II di Napoli Matteo Lorito: qual migliore momento per unire tutte le competenze, e conoscenze, sviluppate in anni e anni di carriera per dare vita a un giorno memorabile all’insegna di bei momenti e buon cibo?
«L’organizzazione del matrimonio – ci dice Francesca – è stata seguita da una sposa che ha sempre allestito eventi in ambito gastronomico. Ciò mi ha permesso nel tempo di conoscere vari esponenti del settore e in qualche modo li ho riuniti, e ho riunito le eccellenze che rappresentano, in un'occasione unica. Era un evento di nozze ma in realtà è stata una festa gastronomica a tutto tondo, con tante specialità cibarie e molto dinamica».
Francesca Marino: «Da organizzatrice di eventi i consigli per il matrimonio perfetto»
Non solo nutrizionista ma, come detto, anche organizzatrice di eventi. Una professione che ha concesso a Francesca il know how necessario per poter organizzare dal suo punto di vista il più importante degli eventi. Il suo matrimonio. Ma in che modo la sua professione l’ha guidata, e aiutata, nella fase di planning dell’intera festa? Quali sono secondo una organizzatrice di eventi i consigli per un matrimonio di lusso oggi?
«La regola di base è l’attenzione ai tempi, oggi il tempo è denaro e non possiamo più immaginare di organizzare matrimoni che durino oltremisura. Il matrimonio contemporaneo è breve, o comunque più breve dei tipici matrimoni del sud che tutti si immaginano. Tutto si svolge nel giro di 6-7 ore tra cerimonia e cena. Un matrimonio troppo lungo è pesante. Seconda cosa, sfatare il concetto di lusso, che non deve essere sinonimo di sfarzo eccessivo: i tempi correnti impongono attenzione agli sprechi, alla circolarità e sostenibilità. Quindi evitare sprechi di fiori, di cibo, di energie. Il lusso è il bello nella semplicità, raffinatezza è la parola chiave. Il lusso non è sinonimo di sfarzo, che fin troppe volte si traduce in spreco».
Francesca Marino: «Il benessere? Non dipende solo dal cibo»
Un evento caratterizzato da tante eccellenze gastronomiche riunite sotto un unico, ideale, tetto. Villa Doria D'Angri è stata la location scelta per celebrare le nozze, ed è stata anche location che ha visto raccolti molti esponenti del mondo food contemporaneo. Scorrendo il menu del ricevimento balza all’occhio il nome di Gennaro Esposito, chef del due stelle Michelin Torre del Saracino a Vico Equense (Napoli) che ha realizzato alcune ricette. «Come ho detto agli invitati, avrei voluto portare tutti da Gennaro Esposito ma sarebbe stato impossibile. Grazie ai rapporti di stima e amicizia che si sono creati negli anni però Gennaro ha realizzato questo nostro grande desiderio di averlo con noi».
Entrando più nel dettaglio nel discorso menu, in che modo una nutrizionista ha scelto e selezionato cosa si sarebbe mangiato al suo ricevimento? Chi ha scelto come produttori e fornitori delle materie prime alla base della cena delle sue nozze? «Essere nutrizionista ha certamente influito nella scelta del menu. Ma ci tengo a fare una precisazione: fare questa professione non significa solo mettere a dieta le persone, ma vuol dire farle stare bene 360 gradi. Ciò però non dipende solo dall’alimentazione ma dalla vita in generale di ognuno. E per il matrimonio ho pensato anche a questo: fare stare a proprio agio gli ospiti non solo a tavola ma in ogni momento della giornata».
Il buon umore, e il buono stato fisico, insomma non dipendono solamente dal cibo ma anche da tutto il contesto intorno. «Il nutrizionista non deve pensare solo al dimagrimento, a far perdere o guadagnare peso, ma anche a tutto il resto. Nel concetto di stare bene è incluso tutto, non solo il cibo. C’è stata anche una grande cura per la mise en place: il nutrizionista non ama il cibo consumato in piedi ma predilige il rituale, il convivio, il sedersi a tavola, il godersi il momento della cena e dei suoi tempi. Sia che il piatto sia di Gennaro Esposito, sia che il piatto sia uno spaghetto al pomodoro fatto a casa, bisogna sempre curare la mise en place e il modo in cui si fruisce del piatto stesso, del decoro generale».
Francesca Marino, una cena di nozze con il meglio della gastronomia
«C’è stata una grande attenzione alla qualità del cibo. Ho cercato solo il meglio per comporre il menu, partendo da Simone Fracassi, noto macellaio toscano che produce carni da animali allevati allo stato brado e fornitore anche di importanti chef. Abbiamo dato una grande importanza ai vini affidando la scelta della carta a un esperto come Luigi Moio, con ogni etichetta abbinata accuratamente anche ai dolci».
«I formaggi sono stati quelli di Andrea Magi, toscano e tra i più grandi affinatori italiani. C’è stato un momento dedicato a pizze fritte e montanarine, realizzate dal maestro pizzaziolo Enzo Coccia, mentre per i latticini ho scelto quelli di Caseificio La Marchesa in un corner gestito dalla scuola Dolce&Salato di Giuseppe Daddio. I pani erano quelli di Pank Bulangeria di Firenze, tra i miei preferiti in assoluto, poi la parte dei dolci e della torta nuziale è stata affidata a un locale storico di Napoli, Chalet Ciro».
E, tra i tantissimi, il piatto che più ha colpito o incuriosito la sposa? «Tra gli antipasti c’erano delle isole con chef a fare show cooking, e una chef presente membro della FIC (Federazione italiana cuochi, ndr) ha fatto unuovo al tartufo nero del casentino».
«Il piatto è piaciuto a molti, anche per il significato che c’era dietro, il concetto di rinascita che da sempre anche nell’arte l’uovo rappresenta. Gli sposi sicuramente rinascono in una nuova vita, e c’è sicuramente il significato di regalare un momento di vita a ciascuno degli ospiti. Il simbolo dell’uovo anche nella tradizione campana è molto considerato, quindi ci tenevamo particolarmente».
Foto di Giancarlo Rizzo
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Alberto Lupini
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