Dal primo gennaio la tassazione delle mance dei dipendenti di ristoranti e hotel scenderà al 5%: non saranno più sottoposte a tassazione ordinaria Irpef.
Questa la misura contenuta all'interno della legge di bilancio, fortemente voluta dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che ha dichiarato: «Finora le mance dei camerieri avevano la stessa tassazione del lavoro dipendente, invece ora c'è una tassazione del 5%. Eravamo l'unico Paese in cui le mance erano tassate. Anche questo va nello spirito del merito, chi fa bene il proprio lavoro e la mancia è una gratificazione del lavoro fatto bene».
Una misura che si allinea anche a quanto successo a settembre in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron aveva annunciato una detassazione delle mance pagate con il bancomat o la carta di credito.
Le associazioni di categoria hanno accolto positivamente la misura a sostegno del settore turistico, ma restano molti i nodi da sciogliere e le criticità su cui intervenire: dalla necessità di un intervento sul formale contratto della ristorazione italiana, richiesto da Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi, all'esigenza di agevolare la possibilità di lasciare le mance con carte e Bancomat e di garantire retribuzioni adeguate e orari compatibili con la vita privata, voluta da Confesercenti.
Resta, in attesa, di vedere gli effetti della misura, invece, il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: «Se il taglio avrà il triplice effetto sperato, potrebbe invogliare nuovi addetti a lavorare nel turismo, far emergere il sommerso e aumentare il gettito per lo Stato».
Cosa dice esattamente la Manovra?
La manovra stabilisce che in tutte le strutture private elencate all’articolo 8 del Codice del turismo - alberghi, bar, ristoranti - le somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità, acquisite attraverso il datore di lavoro, sono soggette a una imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali pari al 5%, entro il limite del 25% del reddito percepito nell’anno per le prestazioni da lavoro. L’imposta è applicata dal sostituto d’imposta. E la riduzione vale esclusivamente per i titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore, nell’anno precedente, a 50mila euro. La tassazione agevolata sarà applicata anche quando le mance saranno versate attraverso pagamenti elettronici. Saranno incluse le somme che i clienti versano direttamente ai titolari dell’attività e che, in busta paga, vengono ripartite tra i dipendenti.
Una misura che vuole rendere più attrattivo il comparto
La misura, come si legge nella relazione illustrativa della manovra «mira a rafforzare l’attrattività delle professioni a contatto con la clientela presso le imprese del comparto turistico-ricettivo e di quello della ristorazione, per rimediare alle difficoltà di reclutamento incontrate dai datori di lavoro».
Premiare chi fa bene il proprio lavoro
La ministra del Turismo, Daniela Santanchè ieri - 23 novembre - in occasione della presentazione della Stagione turistica invernale 2022-2023 della Lombardia ha anticipato la misura a Milano: «È un segnale piccolo ma che fa capire che chi svolge il proprio lavoro bene e con merito, questo governo lo vuole premiare e aiutare, non certo punire. Finora le mance dei camerieri avevano la stessa tassazione del lavoro dipendente, invece ora c'è una tassazione del 5%. Eravamo l'unico Paese in cui le mance erano tassate. Anche questo va nello spirito del merito, chi fa bene il proprio lavoro e la mancia è una gratificazione del lavoro fatto bene».
L'abbassamento dell'aliquota varrà per tutte le mance?
La novità fiscale inserita nella legge di Bilancio cozza, però, con l'orientamento dato dalla Cassazione che un anno fa si era occupata di una controversia dell'Agenzia delle Entrate con un concierge di un hotel di lusso, accogliendo il ricorso della prima e precisando come le regalìe dei clienti al personale fossero da considerarsi a pieno titolo un’entrata originata dal rapporto di lavoro subordinato, soggetta pertanto a tassazione ordinaria. Le laute mance ammontavano a 84mila euro ed erano state racimolate dal dipendente in un hotel 5 stelle lusso della Costa Smeralda in un anno di lavoro. Il primo round aveva dato ragione al lavoratore: secondo i giudici tributari le mance, da intendersi come regalie, non potevano essere considerate tassabili perché non comprese nel reddito da lavoro dipendente. A motivare la sentenza, la natura aleatoria delle mance e il fatto che quest’ultime arrivassero direttamente e spontaneamente dal cliente senza il coinvolgimento del datore di lavoro. Per la Cassazione, però, poi le cose sono andate in un modo diverso: i guadagni delle mance non condivisi con il Fisco rientravano nel quadro normativo che detta una sola linea per il reddito da lavoro dipendente, sia ai fini fiscali sia contributivi. Questa la linea che era prevalsa a partire da questa sentenza. E ora cosa accadra? Intanto bisogna capire se la normativa varrà per tutte le mance o se per l'abbassamento dell'aliquota al 5% sarà fissato un tetto entro il quale verrà applicata.
Ok all'intervento sulla tassazione, ma serve una modifica formale del contratto
Sulla misura è intervenuto anche Lino Stoppani, presidente di Fipe che si è espresso positivamente, ma ha posto l'accento sulla necessità di una modifica formale dell’impianto contrattuale: «perché oggi il contratto della ristorazione italiana, che è firmato da Fipe e che è quello più applicato, scrive esplicitamente che le mance sono vietate».
E ha aggiunto: «La volontà di regolamentare il fenomeno delle mance è certamente caratterizzata dalle migliori intenzioni. Tuttavia, è necessaria una riflessione approfondita per evitare che questo intervento generi ulteriori oneri per imprese che vivono ormai in permanente difficoltà. Se si vuole creare un circolo virtuoso che consenta l’emersione di un fenomeno che da tempo richiedeva un suo riconoscimento, non solo per i lavoratori direttamente coinvolti ma anche per le imprese esposte a continui rischi e controlli, è necessario creare un sistema efficace che veda l’imprenditore come semplice intermediario di transazioni economiche destinate dai clienti ai lavoratori e che quindi non generi costi aggiuntivi per l’impresa, prevedendo la decontribuzione totale per garantire neutralità e dare efficacia ad un provvedimento con intenti e spirito giusti. Da parte nostra, come principale associazione di categoria nei settori della ristorazione e dell’intrattenimento, siamo a disposizione del Ministro Santanchè per fare in modo che la proposta raggiunga gli obiettivi prefissati».
Le mance tassate metteranno fine all'evasione fiscale?
Il problema legato alle mance è anche quello del nero, cioè dei contanti che finiscono direttamente nelle tasche dei lavoratori, sfuggendo completamente al Fisco. Per il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, infatti, bisognerà vedere come questa detassazione influirà anche in questa direzione: «È tutto da verificare, dunque, se il taglio avrà il triplice effetto sperato: invogliare nuovi addetti a lavorare nel turismo, far emergere il sommerso e aumentare il gettito per lo Stato».
Una misura che non convincerà i camerieri a lavorare
Sul tema è intervenuto anche il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, che ha dichiarato: «Prevedere una tassa agevolata non favorisce l’occupazione, non credo proprio che sia questa la misura che convincerà i camerieri a lavorare. Servono retribuzioni adeguate e orari compatibili con la vita privata». E ha poi proseguito, facendo riferimento alla necessità di favorire la possibilità di lasciare le mance con carte e bancomat: «un’esigenza sentita soprattutto dai clienti stranieri. I turisti europei e nordamericani chiedono spesso se sia possibile lasciare le mance con carta di credito».
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Alberto Lupini
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