Locali, 7 su 10 pronti a partire Ma il 55% teme un crollo del lavoro
In Italia riaprono i pubblici esercizi, ma secondo uno studio della Fipe solo il 70% è già pronto, seppure in un clima di incertezza. Le stime parlano di una possibile perdita di 377mila occupati per la crisi generale . I più impazienti sono i baristi, maggiormente colpiti da questi mesi di stop forzato. Porte aperte anche per le grandi catene di ristorazione
17 maggio 2020 | 17:41
Sì alle mascherine per baristi e camerieri, ma niente barriere in plexiglass tranne, eventualmente, alla cassa. Bar e ristoranti si preparano alla riapertura, riorganizzando proprio in queste ore gli spazi interni ai locali e i turni del personale. Secondo un’indagine effettuata nelle ultime ore dall’ufficio studi della Federazione italiana dei Pubblici esercizi su un campione di 520 piccole e medie imprese del settore, il 70% circa dei pubblici esercizi, 196mila locali tra bar e ristoranti, sono pronti ad alzare le saracinesche già a partire da lunedì 18 maggio. A scalpitare sono in particolare i bar, maggiormente penalizzati da questi mesi di stop forzato.
Per tutti la preoccupazione principale è quella legata alla sicurezza di clienti e dipendenti. Il 95% degli imprenditori intervistati, infatti, ha già acquistato le mascherine per il proprio personale, l’82% dei ristoratori è convinto che l’uso dei dispositivi di protezione sia essenziale, mentre il 94% ha già effettuato la sanificazione dei locali. Ciò che non convince per nulla gli imprenditori della ristorazione, invece, sono le barriere divisorie in plexiglass. Il 56% degli intervistati esclude ogni ipotesi di utilizzo, il 37% ne ipotizza invece un impiego alla cassa e poco meno del 5% prevede di installarle tra i tavoli.
Ad accomunare la stragrande maggioranza dei ristoratori è la voglia di riaprire già domani, nonostante sia chiaro a tutti che non si tratterà di una ripartenza a pieno regime. Gli imprenditori intervistati da Fipe stimano un crollo del 55% dei loro fatturati a fine anno e questo si tradurrà in un minor impiego di personale, già a partire da domani. Secondo le stime, infatti, il numero dei dipendenti impiegati calerà del 40%, con 377mila posti di lavoro a rischio.
E domani riaprono anche le grandi catene della ristorazione, italiane e straniere. Tra queste Rossopomodoro, la prima a riorganizzarsi in Italia con regole ancora più rigorose per la sicurezza di quelle adottate dalle Regioni. Via libera anche alle catene dei fast food, con Burger King che per prima ha annunciato la riapertura dei suoi 220 ristoranti in tutto il Paese.
Domani riaprono bar e ristoranti
Per tutti la preoccupazione principale è quella legata alla sicurezza di clienti e dipendenti. Il 95% degli imprenditori intervistati, infatti, ha già acquistato le mascherine per il proprio personale, l’82% dei ristoratori è convinto che l’uso dei dispositivi di protezione sia essenziale, mentre il 94% ha già effettuato la sanificazione dei locali. Ciò che non convince per nulla gli imprenditori della ristorazione, invece, sono le barriere divisorie in plexiglass. Il 56% degli intervistati esclude ogni ipotesi di utilizzo, il 37% ne ipotizza invece un impiego alla cassa e poco meno del 5% prevede di installarle tra i tavoli.
Ad accomunare la stragrande maggioranza dei ristoratori è la voglia di riaprire già domani, nonostante sia chiaro a tutti che non si tratterà di una ripartenza a pieno regime. Gli imprenditori intervistati da Fipe stimano un crollo del 55% dei loro fatturati a fine anno e questo si tradurrà in un minor impiego di personale, già a partire da domani. Secondo le stime, infatti, il numero dei dipendenti impiegati calerà del 40%, con 377mila posti di lavoro a rischio.
E domani riaprono anche le grandi catene della ristorazione, italiane e straniere. Tra queste Rossopomodoro, la prima a riorganizzarsi in Italia con regole ancora più rigorose per la sicurezza di quelle adottate dalle Regioni. Via libera anche alle catene dei fast food, con Burger King che per prima ha annunciato la riapertura dei suoi 220 ristoranti in tutto il Paese.
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Alberto Lupini
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