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L’ombra della variante Omicron: cosa potrebbe succedere a vaccini, green pass e viaggi?

C’è apprensione intorno alla nuova variante sudafricana. Per l'Oms: molto contagiosa, può reinfettare e può eludere le protezioni. In Campania caso sospetto. Quattro cuochi in quarantena di ritorno da Cape Town

 
27 novembre 2021 | 11:13

L’ombra della variante Omicron: cosa potrebbe succedere a vaccini, green pass e viaggi?

C’è apprensione intorno alla nuova variante sudafricana. Per l'Oms: molto contagiosa, può reinfettare e può eludere le protezioni. In Campania caso sospetto. Quattro cuochi in quarantena di ritorno da Cape Town

27 novembre 2021 | 11:13
 

L’hanno chiamata Omicron e tutti i riflettori sono puntati su di lei. C’è, infatti, grande apprensione intorno alla nuova variante sudafricana Covid, la B.1.1.529, che presenta un gran numero di mutazioni sulla proteina Spike «alcune delle quali preoccupanti» come hanno detto gli esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità. Gli scienziati sono già al lavoro per rispondere alle domande che circolano sulla bocca di tutti, prime fra tutte quanto è contagiosa (e letale) e se riesce davvero a bucare i vaccini. In attesa delle riposte che, in ogni caso, arriveranno tra qualche settimana, facciamo il punto su Omicron. Nel mentre la nuova variante è già in Europa con un caso in Belgio, due in Inghilterra, un possibile caso in Germania e uno in Campania (una famiglia positiva e in isolamento dopo un viaggio in un Paese dell’Africa australe), mentre in Olanda è scattata la quarantena in hotel per 61 persone giunte ad Amsterdam con due voli dal Sudafrica e risultate positive. In quarantena ci sarebbero anche degli chef di ritorno dalla Settimana della cucina italiana nel mondo a Cape Town: sono Alessandra Clemente, Cecilia Bendinelli, Corinna Carbini e lo stellato Luciano Monosilio. Per fermarla gli Stati, come l’Italia, hanno vietato l’ingresso a chi negli ultimi quattordici giorni abbia soggiornato in uno degli otto Paesi che ne sono stati investiti. Mentre l’Unione europea tramite la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, invoca un aggiornamento dei vaccini. Su questo punto ha già risposto Pfizer: «Ci occorrono 100 giorni». Intanto l’allerta è massima. Vediamo perché.

Grande apprensione intorno alla nuova variante sudafricana

Grande apprensione intorno alla nuova variante sudafricana


Sì, più contagiosa e con un maggior rischio di reinfezione

La nuova variante B.1.1.529 presenta un numero molto alto di mutazioni sulla proteina spike. Quindi potrebbe essere più contagiosa, con un maggior rischio di reinfezione. Si teme anche possa essere resistente ai vaccini anche, se per ora quest’ultima è solo un’ipotesi.

 


Potrebbe evade i vaccini

Proprio di «maggiore capacità» di eludere i vaccini parla l’inviato speciale dell’Oms per il Covid-19, David Nabarroanto. Ma per saperlo, come afferma Maria Van Kerkhove, che guida l’area dell’Oms dedicata al coronavirus, «serviranno alcune settimane per capire l’impatto di questa variante sui vaccini». Nel mentre l’Ema (agenzia europea per il farmaco) frena: «È prematuro prevedere al momento se per la nuova variante sudafricana del Covid è necessario un adattamento dei vaccini».


In Italia Walter Ricciardi, consulente del ministro per la Salute, Roberto Speranza, spiega «Questa variante preoccupa per la contagiosità altissima che sembra possedere. Per calcolarne maggiore pericolosità ed eventuale capacità di sfuggire ai vaccini, bisogna attendere».


Pfizer, “nuovo” vaccino in 100 giorni

Su questo fronte Pfizer assicura di poter avere i primi risultati entro due settimane e «nel caso in cui emerga una variante del virus che sfugga al vaccino» di essere in grado di sviluppare e produrre un siero «su misura in circa 100 giorni».

In ogni caso. Tutte le altre varianti «maggiori» sono state «riconosciute» dai vaccini, che sono rimasti protettivi rispetto alla possibilità di essere ricoverati o morire, ma hanno perso efficacia (dopo circa sei mesi) rispetto all’eventualità di essere contagiati. Non c’è motivo di pensare che sarà diverso: «È estremamente improbabile», ha detto il direttore dell’Oxford vaccine group, il professor Sir Andrew Pollard, «che si veda una riedizione della pandemia come l’abbiamo vista l’anno scorso, nella popolazione che è stata vaccinata». «È probabile una fuga immunitaria parziale, ma anche che i vaccini offriranno ancora alti livelli di protezione contro il ricovero e la morte», ipotizzano gli scienziati sudafricani. 


I paesi «vietati» in Italia e all’Estero

Nel mentre gli studi procedono, gli Stati vietano l’ingresso a chi proviene dal Sudafrica e dai paesi confinanti. Il governo italiano con una circolare firmata dal ministro Roberto Speranza, ha vietato fino al 15 dicembre l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbawe, Malawi, Mozambico, Eswatini e Namibia, e sospeso il traffico aereo. Come già Regno Unito, India (scopri come richiedere il visto per l’India), Israele, Giappone, Spagna, Germania e Repubblica Ceca, e in linea con la sollecitazione di von der Leyen: «Le notizie sulla nuova variante sono molto preoccupanti. Gli Stati membri agiscano compatti per limitarne la diffusione. Attiviamo il freno d’emergenza sospendendo tutti i voli». Scatta lo stato di emergenza anche a New York.

I cuochi in quarantena

Alessandra Clemente, la "cesarina" bolognese era stata invitata - assieme a due colleghe, la toscana Cecilia Bendinelli e la sarda Corinna Carbini - dall'Ambasciata italiana in Sudafrica in occasione della Settimana della cucina italiana nel mondo, è riuscita a rientrare circa 24 ore prima che il nostro Paese imponesse il divieto di ingresso e di transito da chi proveniva dall'Africa australe. Con loro anche Luciano Monosilio, una stella Michelin e universalmente noto come "il re della carbonara”.


«Tutto si è svolto come previsto, ci hanno fatto il tampone prima della partenza - direttamente nella stanza dell'albergo - e con l'esito negativo ci siamo recate all'aeroporto di Cape Town: lì le solite code per i controlli del Passenger locator form, che ci è stato richiesto anche a Parigi. Mentre all'arrivo a Bologna dalla Francia, con un volo diverso, nessuna verifica, nemmeno il green pass. Per mia cautela ho scelto di fare un tampone appena tornata a casa e ne farò un altro fra una decina di giorni. Mi sono autodenunciata all'Ausl, che mi ha scritto di restare in isolamento per dieci giorni, come già era previsto fin dall'inizio, e di rimanere a disposizione per eventuali controlli», spiega Alessandra Clemente.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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