L'Europa difende la mozzarella: si potrà chiamare così solo se segue il disciplinare
A Bruxelles è passata la richiesta di modifica del regime di protezione con “riserva del nome”, ovvero l’impossibilità di usare il nome registrato al di fuori del disciplinare registrato in Europa
L'Europa difende la mozzarella. «A Bruxelles sono state riconosciute la qualità e le caratteristiche dei nostri prodotti che vengono così messi al riparo da tentativi di imitazione o di italian sounding da parte di paesi che non hanno la nostra stessa tradizione o cultura in fatto di agroalimentare».
Così il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, ha commentato la decisione in sede europea del Comitato per le politiche di qualità dei prodotti agricoli sulla modifica del disciplinare della mozzarella Specialità tradizionale garantita.
Si chiama mozzarella solo se segue il disciplinare
Nella seduta di ieri è infatti passata la richiesta di modifica del regime di protezione “con riserva del nome”, ovvero l’impossibilità di usare il nome registrato al di fuori del disciplinare registrato a Bruxelles. Questo nonostante l'opposizione della Germania che già in passato aveva cercato di ottenerne la cancellazione.
«Ci siamo battuti molto per questo riconoscimento in sede comunitaria e oggi siamo felici di avere ottenuto un'importante vittoria, che non è solo la vittoria di un singolo prodotto ma di tutto il sistema agroalimentare di qualità, italiano ed europeo», ha concluso Centinaio.
Il problema dell'italian sounding
Quello dell'italian sounding e del falso made in Italy è un problema che affligge l'agroalimentare del nostro Paese e che non sembra purtroppo volersi arrestare. Il suo valore è infatti salito a 120 miliardi di euro, complice anche la spinta della guerra e della tensione che pervade tutto il globo e limita gli scambi commerciali, con sanzioni ed embarghi.
In testa alla classifica dei prodotti più taroccati secondo la Coldiretti ci sono proprio i formaggi partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan diffuso in tuti i continenti. Ma ci sono anche le imitazioni di Provolone Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina. Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna o il salame cacciatore e gli extravergine di oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano.
Tra i maggiori taroccatori del made in Italy ci sono paradossalmente i paesi ricchi, a partire proprio dagli Stati Uniti dove si stima che il valore dell’italiano sounding abbia raggiunto i 40 miliardi di euro.
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Alberto Lupini
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