Si torna sempre lì:
la ripresa dell'ospitalità, dai ristoranti agli hotel, non può dirsi completa senza che siano risolti i temi del coprifuoco (attualmente in vigore dalle 22)
e degli spostamenti sul territorio agevolati dal certificato verde (green pass) nazionale e comunitario. Temi su cui la politica sembra, forse, vicina a una quadra.
Coprifuoco e green pass, gli ultimi ostacoli alla ripresa dell'ospitalità
Coprifuoco alle 23, le Regioni rilanciano la proposta
Attraverso il proprio profilo Twitter,
Massimo Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni
batte un tema caldo per gli enti territoriali: il coprifuoco. «Le Regioni hanno proposto di ampliare alle 23 il coprifuoco così da permettere di poter lavorare la sera. Dobbiamo guardare anche a quelle attività che sono ancora chiuse per andare verso un processo di riaperture in sicurezza. Penso a palestre, settore wedding», ha scritto Fedriga.
Come ribadito dal Governo,
una revisione è in cantiere, ma contano soprattutto i dati dei monitoraggi settimanali: «Abbiamo capito che
bisogna legare la rimozione di alcune misure al calo dei contagi. Quindi dobbiamo fidarci del rapporto che c’è tra questi risultati e la possibilità di andare avanti nelle riaperture», ha affermato ad
Agorà Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. La proposta è quella già presentata al Governo nelle linee guida per la ripartenza elaborate dalle Regioni. L'obiettivo è quello di
arrivare progressivamente (il 17 maggio?) a una cancellazionedel limite orario del coprifuoco che favorisca la ripresa di alcune attività attualmente penalizzate: «Stiamo riaprendo, con l'obiettivo di far ripartire il turismo e l'economia. Dobbiamo sostenere il settore turistico, commercianti, ristoratori. Dobbiamo fare impresa e creare lavoro.
L'Italia è pronta, lavoriamo per superare totalmente il coprifuoco, ma non abbassiamo la guardia», ha affermato il ministro degli Esteri,
Luigi Di Maio impegnato al G7 di Londra dove ribadirà che l'Italia sta lavorando «per accogliere turisti stranieri in totale sicurezza. Siamo pronti a dargli il benvenuto nelle nostre incantevoli regioni».
Sopratutto in vista della stagione estiva in cui si cerca di trarre il massimo dalla leva del turismo; che anche quest'anno si preannuncia a tinte sostanzialmente tricolori viste le numerose incertezze sugli spostamenti.
Green pass per gli spostamenti, l'Italia intanto fa da sola
Sul
tema spostamenti dovrebbe intervenire il green pass. Sia quello europeo che quello nazionale:
«Siamo impegnati ad accelerare la campagna vaccinale e, in coordinamento con gli altri Paesi europei, a introdurre il pass verde che sarà un importante strumento per riprendere la circolazione e il turismo in sicurezza», ha affermato il ministro della Salute,
Roberto Speranza durante un meeting con i rappresentati delle isole minori (su cui insiste una campagna di immunizzazione che ha già reso Procida località covid-free). Parallelamente, dal 15 maggio il ministro della Salute non rinnoverà l'ordinanza che impone la quarantena obbligatoria di 5 giorni per chi arriva in Italia da un Paese europeo.
Parole che suonano quasi di riconciliazione dopo
la fuga in avanti annunciata al G20 sul turismo dal presidente del Consiglio, Mario Draghi: «Noi dobbiamo offrire regole chiare, semplici per garantire che i turisti possano venire da noi in sicurezza. A partire dalla seconda metà di giugno sarà pronto il Green pass europeo.
Nell'attesa il governo italiano ha introdotto un pass verde nazionale».
Da metà maggio, quindi, in Italia entrerà in vigore il pass verde nazionale che consentirà di spostarsi in sicurezza lungo la Penisola sia agli italiani che ai turisti provenienti dall'estero. Lo stesso strumento diventerà operativo al 100% in tutta l'Unione europea invece a metà giugno.
Roberto Burioni (virologo): «Tampone per avere il pass? Un pericolo»
Eppure, sulla realizzazione effettiva del certificato e
i criteri per richiederlo, c'è ancora qualche incertezza. A partire da quella relativa ai tamponi negativi effettuati nelle ore precedenti alla partenza: «
Il tampone recente per avere il “pass” è un pericolosissimo controsenso. Dal punto di vista medico, gli unici che potrebbero muoversi con maggiore libertà sono i vaccinati e i guariti. Il resto è una sciocchezza», ha affermato il virologo dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano,
Roberto Burioni. Una posizione che, se legata all'andamento della campagna vaccinale, rischierebbe di "squalificare" i più giovani.
Attualmente, infatti,
i criteri per richiedere il rilascio del certificato verde nazionale sono i seguenti:
- aver concluso il percorso vaccinale;
- aver contratto ed essere guariti dalla malattia;
- essere in possesso dell'esito negativo di un tampone molecolare effettuato non oltre 48 ore prima del viaggio.
Privacy assicurata dal Qr code
Di questo passo, il rischio è che
la misura per facilitare gli spostamenti sia sostanzialmente vuota e poco utile. E pure dannosa per la privacy. Tema, ques'ultimo, su cui è intervenuto anche
Enzo Amendola, sottosegretario con delega agli Affari europei:
«Il certificato verde digitale non è un passaporto, è uno strumento che ci serve, dove gli Stati manterranno i dati, dove l’Europa farà un sistema di interrogabilità dei Qr, e lo dico perché
la privacy è uno degli elementi su cui lavoreremo a livello nazionale. Noi lavoriamo con il Garante della privacy proprio per garantire sicurezza. Il Qr, che sarà scaricabile sul telefonino, conterrà i dati dei vaccini, dei tamponi o dell’immunizzazione, e permetterà di viaggiare con tranquillità».