L'Emilia Romagna è tornata in disco Esordio ok, ma apre solo il 20%
I locali della Regione sono ripartiti rispettando le norme anti covid. A riaprire sono stati in 60 su 300, ma la gente è arrivata e si è divertita. La speranza è che sia una scintilla in attesa del boom
20 giugno 2020 | 16:51
di Federico Biffignandi
Discoteche trasformate in risto pub
La nota positiva riguarda i locali che hanno deciso di provarci (nonostante le indicazioni che affermavano tutto il contrario di tutto), ma le ombre sui cieli romagnoli restano comunque. Solo il 20% delle discoteche e delle sale da ballo infatti ha scelto di tornare ad ospitare i clienti ovvero 60 insegne circa su 300. Ma questa scintilla era doverosa per provare a convincere prima la clientela stessa a tornare a vivere le serate romagnole e poi i locali a riaprire con più decisione.
«Siamo tutto sommato contenti perché la gente ha rispettato le regole - ha detto Gianni Indino, presidente Silb (Associazione italiana imprese di intrattenimento di ballo e di spettacolo) di Rimini e vicepresidente Confcommercio Emilia Romagna - sono stati davvero pochi i casi segnalati e tutti di entità minore. Qualche ragazzo è stato invitato ad indossare la mascherina mentre chiacchierava con amici, ma il primo test è stato positivo. Un plauso va ai gestori dei locali che si sono attrezzati per presentare serate attrattive e attraenti proponendo - anche un po’ a sorpresa - spettacoli e iniziative che hanno stupito i clienti per la capacità di abbinare la qualità alle regole. Credo ce ne fosse un gran bisogno e che questa serata abbia messo un punto fermo al quale affidarsi per ripartire».
Gianni Indino
La formula è stata un po’ ovunque simile con non poche modifiche rispetto alle classiche discoteche: in pista pochissime persone perché il distanziamento è di due metri, dunque tutti seduti al tavolo per cena o per il dopo cena con musica dal vivo e spettacoli di vario genere. «Dobbiamo ringraziare la Regione che ha concesso ai conviventi di ballare senza distanziamento - ha detto Indino - e qualche coppia che ne ha approfittato c’è stata. Un bel segnale delle istituzioni che hanno recepito le richieste degli addetti ai lavori che chiedevano a gran voce qualche deroga in più per ampliare il potenziale della clientela. Va detto che queste riapertura non vanno nella direzione del business, ma dell’immagine. I gestori lavorano ancora in rosso, ma ripartire da qualche parte è fondamentale, abbiamo bisogno di spensieratezza e normalità e con l’estate è doveroso ricercarla e offrirla».
La maggior parte dei clienti è arrivata dalla regione, ma qualche ragazzo si è avventurato partendo da Toscana, Umbria, Marche dove la possibilità di serate come quelle romagnole ancora non c’è. Un segnale buono anche per il turismo. «Ci tengo a dire - chiude Indino - che il nostro settore non arricchisce il turismo, ma è parte integrante dell’offerta turistica regionale. In un recente sondaggio il 70% dei ragazzi tra i 18 e i 25 anni ha detto che sceglie la Romagna per trascorrere una vacanza tra amici per via del divertimento che offriamo».
Il Frontemare
Tra le serate più apprezzate all’esordio stagionale, quella che si è svolta al Frontemare di Rimini: «Si è respirata una gran voglia di divertimento - ha detto Antonio De Luca, gestore del locale - e in molti hanno faticato a non alzarsi per ballare quando la serata è entrata nel vivo. Una nota positiva che rimedia un po’ al fatto che la nostra disponibilità è dimezzata (da 500 a 250 posti) e che ci consente di guardare con un po’ più di fiducia al futuro. I clienti in ogni caso sono stati alle norme, siamo favoriti dal fatto che l’età media di chi sceglie il nostro locale si aggira attorno ai 40 anni. Cosa abbiamo proposto? Cena spettacolo con dj e vocalist scegliendo una musica più da ascolto piuttosto che da disco».
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