I venti di guerra soffiano anche sull'arte. Il ministero della Cultura russo ha chiesto ai musei di sua proprietà di procedere con le richieste di restituzione delle opere d'arte date in prestito all'estero. Un'azione che coinvolge direttamente anche l'Italia e nello specifico Milano, Roma e Rovigo. È un provvedimento legato all'inserimento dell'Italia, così come per gli altri paesi europei, nella lista degli Stati ritenuti ostili alla Russia per aver imposto una serie di sanzioni a Mosca.

Guerra, la Russia chiede indietro le sue opere d'arte
La richiesta del ministero della Cultura di Mosca riguarda in primis Milano. Dall'Ermitage di San Pietroburgo, uno dei musei più importanti al mondo, è infatti partita una lettera rivolta a Palazzo Reale dove è in corso la mostra "Tiziano e la figura della donna veneziana nel '500". Lì si trova esposta "Giovane donna con cappello piumato", di proprietà dell'Hermitage.
Non solo: vanno restituite anche ulteriori 23 opere esposte alle Gallerie d'Italia nell'ambito della mostra "Grand Tour". Per fortuna in questo caso la scadenza dell'ultimatum russo corrisponde con l'ultimo giorno di apertura della mostra e tutto dovrebbe quindi concludersi senza problemi.
Gli effetti per Roma e Rovigo
Detto di Milano, anche Roma e Rovigo devono fare i conti con il ministero della Cultura russo. Nella Capitale la Fondazione Fendi ha ricevuto la medesima lettera di Palazzo Reale: l'Hermitage chiede la restituzione di "Giovane donna" di Pablo Picasso, mai esposta prima in Italia. L'esposizione era prevista fino al 15 maggio. La Fondazione ha garantito la possibilità di poterla ammirare ancora per venti giorni.
Da chiarire invece cosa accadrà a Rovigo per la mostra dedicata a Kandinskij, prevista fino al 26 giugno, composta da pezzi pregiati provenienti sia dal Puskin di Mosca sia dal museo di Stato di San Pietroburgo.
La reazione della politica
Il ministero della Cultura, come riporta Ansa, ha sancito la sospensione con effetto immediato di tutte le attività relative all'iniziativa "Anno incrociato dei musei Italia-Russia", che include anche la fine di tutte «le attività di promozione culturale istituzionale» con la Federazione Russa, «con il conseguente ritiro di ogni atto amministrativo relativo a qualunque forma di partnership e collaborazione in corso e ad eventuali istruttorie prodromiche al rilascio di patrocini».