Insetti, ok di Lollobrigida al consumo. Ma al supermercato scaffali separati
I prodotti a base di insetto, di cui si parla ormai da oltre un anno, arrivano nella grande distribuzione organizzata. Il ministro ribadisce però il diverso posizionamento sugli scaffali rispetto agli alimenti “tradizionali”
Dal finire di dicembre 2023, un cambiamento significativo arriva nei supermercati italiani: prodotti alimentari contenenti insetti saranno finalmente disponibili sul mercato. Questa nuova iniziativa, che segue le pratiche adottate in altri paesi dell'Unione Europea, è stata autorizzata attraverso quattro decreti firmati dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, dal ministero delle Imprese e del made in Italy e dal ministero della Salute. E come già anticipato dallo stesso Lollobrigida, al supermercato prodotti questo tipo saranno disposti su scaffali differenti rispetto agli alimenti "tradizionali", e chiaramente segnalati con cartellonistica dedicata.
I quattro insetti coinvolti in questa non poco certo faticata apertura istituzionale sono la larva gialla, la locusta migratoria, il grillo domestico e il verme della farina minore. Questi insetti possono essere presenti nei prodotti alimentari in forme diverse, come congelati, essiccati o in polvere.
Sulle confezioni le informazioni dettagliate sul prodotto
Uno dei punti salienti di questa novità è l'obbligo di fornire informazioni dettagliate sui prodotti. Le confezioni dovranno indicare il tipo di insetto presente, specificandone il nome scientifico. Inoltre, su richiesta del governo italiano, il nome scientifico dovrà essere tradotto anche in italiano. Le etichette devono inoltre riportare la quantità di insetti utilizzata e il Paese di origine degli stessi.
Lollobrigida: «Garantiamo possibilità di non mangiare insetti»
«Se l'Europa dice che è lecito acquistare e nutrirsi di insetti, il governo italiano sostiene che deve essere garantita anche la possibilità di non farlo. Il governo Meloni ha adottato quattro decreti nel marzo del 2023 che sono stati vagliati dall'Unione europea che nulla ha potuto obiettare rispetto alla nostra volontà di garantire la completa informazione dei cittadini italiani», ha detto il ministro Francesco Lollobrigida nell'introdurre le nuove regole legate alla commercializzazione di prodotti a base di insetto.
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«Abbiamo dato la possibilità ai nostri cittadini di scegliere, ma gli insetti sono elementi naturali presenti nell'alimentazione di altre nazioni. Noi non li abbiamo tra gli elementi principali della nostra dieta e ritengo - ha concluso - non mettano, a differenza delle carni coltivate, in discussione il nostro modello e quella cultura alimentare della quale siamo orgogliosi».
Cosa non ci torna del discorso di Lollobrigida
Dichiarazioni che, per quanto ci riguarda almeno, offrono due spunti di discussione e riflessione. Punto uno: nessuno, a livello comunitario tantomeno nazionale, ha mai parlato di "obbligatorietà" di mangiare prodotti a base di insetto, sempre presentati come alternativa alimentare e non certo di imposizione. La "garanzia" del Governo sulla possibilità di non mangiare questo tipo di alimenti, insomma, ci sembra solamente un modo in più da parte dell'attuale maggioranza di cavalcare l'onda populista per lo più contraria anche alla sola idea di poter avere la possibilità di mangiare derivati di insetto. Si è sempre trattato di una scelta individuale e sempre sarà così.
Il secondo punto è relativo, ancora, al discorso della tradizione e della cultura alimentare. Lollobrigida parla di assenza di alimenti del genere dalla nostra dieta, e storicamente sarebbe anche vero. Allo stesso modo però parlando di modello e cultura alimentare non tiene conto di come molti prodotti oggi centrali nella dieta mediterranea, o comunque largamente consumati come (solo per fare un paio di esempi) pomodori e melanzane siano stati importati da America e India. E anche la pasta secca di cui oggi andiamo tanto fieri pare sia stata introdotta dagli arabi al tempo dell'invasione della Sicilia. La nostra dieta, oggi, è insomma figlia e risultato di contaminazioni e introduzioni di nuovi alimenti dall'estero. Precludere la possibilità che ciò possa accadere anche in futuro non è solo sinonimo di scarsa visione, ma anche di voluta ignoranza storica.
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Alberto Lupini
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