Innovativo, inclusivo, resiliente: è il turismo del futuro
Se n'è discusso a Riyadh, in Arabia Saudita, nel corso del 22° World Travel & Tourism Council. Lo sviluppo turistico può ergersi a driver di un cambiamento positivo stimolando le città a cambiare
A Riyadh si è concluso il 22° World Travel & Tourism Council-Wttc Global Summit, con la presenza di 57 ministri del Turismo e di 3000 business leader. Sono stati raggiunti 50 accordi e memorandum d’intesa dal valore di 50 miliardi di dollari. «Oggi il turismo rappresenta il 10,3% del PIL mondiale e 1 posto di lavoro su 10 è generato dal settore. Nei prossimi dieci anni, il suo ruolo sarà ancora più importante: concorrerà a creare 126 milioni di posti di lavoro, la crescita economica media annua del settore è stimata in +5,8%, un valore più che doppio rispetto all’andamento dell’economia in generale (2,7%). Per creare un settore capace di garantire un futuro migliore, ambizioni, investimenti e collaborazioni vanno verso un turismo più resiliente, inclusivo e sostenibile, e per fronteggiare le sfide derivanti dalla pandemia e dall’attuale instabilità geopolitica, la collaborazione è fondamentale». Il commento è di Roberta Garibaldi, già amministratore delegato di Enit ed ora Vicepresidente turismo di Ocse.
Il ruolo dei Paesi del Golfo
I Paesi del Golfo sono stati sicuramente protagonisti e lo saranno ancora di più nel futuro, grazie agli ingenti investimenti, il contributo del turismo alle economie regionali del Medio Oriente si stima possa crescere ad una media annua del 7,7%, un valore 3 volte superiore al tasso di crescita media delle economie regionali. Il forum ha visto un doppio canale, da una parte riflessioni con visioni di lungo periodo, dall’altra dati molto incoraggianti sul breve.
Il turismo del futuro per riprogettare le città
Per garantire un futuro prospero, appare necessario agire nella contingenza avendo però una chiara visione di prospettiva: disegnare un turismo che sia sempre più innovativo, inclusivo, resiliente e sostenibile. Come il turismo può garantire un futuro migliore? Uno dei temi affrontati è il rapporto tra aree urbane e rurali. Il 55% della popolazione mondiale vive già nelle città, un valore che si prevede raggiunga il 68% entro il 2050. Questi luoghi sono in fase di ri-progettazione per soddisfare i bisogni attuali e futuri delle persone che vi vivono, ecco quindi grandi progetti per indirizzare in modo coordinato ed olistico la tecnologia, il design, l’architettura, l’innovazione, le infrastrutture, la mobilità e la sostenibilità per creare luoghi ottimali per vivere, lavorare e visitare. C’è bisogno di rivoluzione che metta le persone al primo posto e consenta loro di avere esperienze memorabili nelle città preservando al contempo l’ambiente naturale. Lo sviluppo turistico può ergersi a driver di un cambiamento positivo. Per le città, stimolando una nuova definizione in ottica sostenibile delle infrastrutture, della mobilità, dei servizi al fine di dar vita a luoghi capaci di mettere in primo piano le esigenze delle persone. Ciò significa creare luoghi di qualità, dove vivere e lavorare, e da visitare. Per i territori periferici, favorendo nuove connessioni con le città volte ed indirizzando i flussi verso la scoperta di destinazioni meno note. Il momento è certamente favorevole, considerando che nell’ultimo biennio il 69% dei viaggiatori mondiali ha mostrato un forte interesse verso queste aree. Questa richiesta di scoprire le aree rurali può aiutare lo sviluppo delle infrastrutture ed assicurare che parte dei 126 milioni di nuovi posti di lavoro attesi al 2032 siano in questi luoghi.
In Italia 2,7 milioni di persone lavorano nel turismo
Le ricerche di WTTC sull’occupazione ci danno anche qualche dato sull’Italia. Il nostro Paese si sta avviando ad un pieno recupero: nel 2022 le persone occupate nel turismo si stimano essere 2,7 milioni – pari all’11,7% del totale di tutti i settori produttivi. Valore, questo, inferiore a -5,5% dei livelli prepandemici, ma nei prossimi dieci anni il comparto sarà capace di creare ulteriori 533 mila posti di lavoro, portando il numero delle persone occupate a 3,2 milioni. Considerando che nel medesimo periodo (2022-2032) si prevede a livello nazionale una decrescita di nuovi posti di lavoro, il dato acquisisce una valenza strategica. Appare quindi urgente agire per contrastare l’abbandono del turismo – soprattutto da parte dei più giovani. È fondamentale favorire la collaborazione tra il settore pubblico, i privati e le comunità locali e garantire una maggiore inclusività. La diversità – che è sinonimo di background conoscitivi e di competenze diversificate – è oggi un elemento fondamentale. Sia per i lavoratori, che la indicano come fattore di valutazione tra le offerte, che per le aziende, le quali possono trarre un vantaggio competitivo.
Sostenibilità, un concetto chiave su cui investire
Nel 2020, gli investimenti in sostenibilità hanno raggiunto la quota di 35,3 trilioni di dollari, rendendo sempre più necessario ed essenziale la creazione di un framework per le imprese per misurare e dare comunicazione al loro impatto sulle risorse del pianeta. I dati presentati mostrano già un importante decremento nell’impatto del turismo sull’ambiente, grazie alle azioni introdotte a 360 gradi in tutto il globo. ll turismo può diventare una soluzione per creare un futuro più sostenibile ed inclusivo per tutti.
Il turismo è tornato dopo la pandemia
La voglia di viaggiare non ha mai abbandonato le persone, nemmeno nel corso della pandemia. Tra il 2021 ed il 2022, le ricerche svolte sui canali digitali (web, social media) relative al “viaggio dei sogni” sono cresciute del 482%. Se l’anno 2022 ha visto una ripresa dei flussi turistici internazionali le previsioni per i prossimi mesi sembrano convergere verso un’accelerazione di questa tendenza, confermando una ritrovata e sempre più forte voglia dl viaggiare. L’indagine condotta da YouGov per WTTC sui consumatori di 25 Paesi riporta che il 63% delle persone ha in programma almeno un viaggio di piacere nei prossimi 12 mesi. Ed oltre un quarto (27%) ne ha in previsione tre o più nel medesimo periodo. Sarà la sostenibilità a guidare le scelte dei turisti: il 61% dichiara che preferirà destinazioni e brand turistici sostenibili, ed il 45% per aziende socialmente e ambientalmente responsabili.
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Alberto Lupini