Inflazione e buoni pasto: la battaglia per un pranzo di qualità

La pausa pranzo degli italiani si evolve tra tradizione e innovazione, con un crescente interesse per il cibo sano e sostenibile. Un'indagine Edenred e BVA Doxa evidenzia come il 90% scelga ancora il pranzo fuori , mentre il 38% porta il pasto da casa. I ristoranti rispondono con proposte gourmet, mentre l'utilizzo di buoni pasto sembra non bastare a contenere l'inflazione

21 ottobre 2024 | 19:05

Il programma Food (Fighting obesity through offer and demand) di Edenred continua a promuovere diete sane ed equilibrate. Basato su un sondaggio che ha coinvolto oltre 49.000 dipendenti e 1.400 ristoranti in 22 paesi, il programma evidenzia cambiamenti nelle abitudini alimentari e la crescente domanda di opzioni più salutari. In Italia, l'inflazione e la spesa alimentare sono al centro delle preoccupazioni, ma cresce anche l'attenzione verso cibo sano, locale e biologico, con ristoratori che si adattano a queste esigenze.

La pausa pranzo? Si fa fuori

La pausa pranzo per gli italiani è considerata un momento essenziale per il benessere e la produttività, ma si scontra con problemi pratici come mancanza di tempo e spazi adeguati. Un'indagine mostra che l'80% degli italiani si concede regolarmente questo break, anche se molti pranzano alla scrivania, aumentando lo stress. Il 38% porta il pranzo da casa per risparmiare e mangiare più sano, mentre solo l'11% sceglie il ristorante. Nonostante l'importanza dell'alimentazione, solo uno su quattro la giudica corretta al lavoro.

Le abitudini di pausa pranzo in Italia stanno evolvendo, bilanciando tradizione e innovazione. L'indagine di Edenred Italia e BVA Doxa rivela che, nonostante il pranzo fuori resti l'opzione preferita (90% degli intervistati), la schiscetta e il delivery sono in crescita, specialmente tra i giovani. La cucina italiana, con pizza e pasta in testa, continua a dominare, ma si registra un aumento dell'interesse per cucine internazionali, come quella asiatica, scelta da 2/3 degli intervistati. Inoltre, il buono pasto rimane fondamentale per la gestione della pausa pranzo, soprattutto in formato digitale tra i giovani.

I buoni pasto non bastano a fermare l'inflazione

Dai dati rilevati a livello nazionale, in particolare, risulta che per un italiano su cinque la spesa per il cibo impegna più del 40% del budget mensile, con quasi il 90% che ritiene probabile nei prossimi mesi un ulteriore aumento dei costi. Uno strumento importante per supportare i consumatori è rappresentato dai buoni pasto. I dati evidenziano anche il ruolo dei buoni pasto come strumento per aumentare il potere d'acquisto e migliorare sia la quantità che la qualità dei pasti consumati: Circa l'80% dei lavoratori italiani li considera fondamentali per questo. Anche per i ristoranti, i buoni pasto possono risultare essenziali: per il 63% degli esercenti ha un impatto positivo sulla propria attività, con il 58% che gli riconosce di favorire l'aumento del fatturato e il 56% di ricavarne una maggiore visibilità.

Al tempo stesso, però, le commissioni sui buoni pasto per bar e ristoranti sono diventate insostenibili, secondo quanto denuncia Fipe-Confcommercio (Federazione italiana pubblici esercizi) con la maggioranza degli esercizi che paga tra l'11% e il 15%, e un 13,9% che supera questa soglia. Questa situazione rischia di compromettere l'accettazione dei buoni pasto, utilizzati da oltre 3 milioni di lavoratori. Fipe sta chiedendo di estendere al settore privato il limite massimo del 5% già previsto per le gare pubbliche, per garantire condizioni più eque e sostenibili per i ristoratori.

«L'Indagine Food - ha dichiarato Agnieszka Piszczek, chief partnership officer di Edenred Italia - conferma ulteriormente il ruolo del buono pasto come strumento concreto per  aumentare il potere d'acquisto delle famiglie, stimolando anche l'attività economica dei ristoranti e supportando l'economia locale. Oltre che un sostegno economico, dall'indagine emerge chiaro il ruolo centrale del buono pasto e della rete di esercizi convenzionati nel promuovere quotidianamente abitudini alimentari sane ed equilibrate, volte, inoltre, ad aumentare la consapevolezza sulla lotta contro lo spreco alimentare. Aspetti che guidano sempre più le scelte quotidiane delle persone e dei ristoranti, sempre più attenti a queste tematiche».

Pausa pranzo sempre più sana, anche al ristorante

Con il 74% dei ristoratori che segnala una maggiore richiesta di opzioni salutari, molti hanno modificato la propria offerta inserendo ingredienti più sani e locali. La competitività dei prezzi rimane essenziale, ma i ristoranti puntano anche su menu bilanciati e freschi.  Un ristoratore su due ha cambiato fornitori per garantire una maggiore disponibilità di prodotti sani e locali, mentre quasi il 60% ha dichiarato di utilizzare ingredienti biologici nella preparazione dei piatti. L'attenzione verso una dieta sana e bilanciata è confermata anche dall'80% dei lavoratori intervistati, i quali cercano un'offerta più salutare nei ristoranti. Tra le motivazioni, il 70% cita ragioni di salute, mentre il 63% si mostra interessato alla disponibilità di prodotti freschi. Il 54% degli intervistati richiede una maggiore varietà di verdure, e il 45% è attento a trovare chiare indicazioni nutrizionali sulle etichette. Inoltre, l'80% dei consumatori è sensibile al tema dello spreco alimentare, e l'85% dei ristoratori italiani ha implementato misure per contrastarlo, come il riutilizzo di ingredienti o la distribuzione di doggy bags. 

Pausa pranzo, con i ristoranti d'autore diventa gourmet

Molti ristoranti d'autore, anche stellati, hanno aperto bistrot o locali “spin-off" dove poter avere un primo assaggio della cucina dei grandi chef, seppur declinata in maniera differente e a prezzi generalmente inferiori. In questo contesto, soprattutto in grandi città come Milano o Roma (ma non solo), è possibile trovare ristoranti dove guastare una pausa pranzo di qualità. È il caso - tra i tanti esempi - del Caruso Nuovo a Milano, dove la cucina ha la regia dello chef Gennaro Esposito e dal suo executive chef Francesco Potenza e che propone un lunch menu a partire da 45 euro. Sempre nel capoluogo lombardo, il BistRo di Aimo e Nadia propone menu degustazione a 90 euro anche a pranzo. Nella Capitale, invece, Niko Romito propone il menu “Pranzo & Bombe” nel suo Spazio dove presenta una selezione intrigante di piatti che combinano creatività e gusto, ideali per un pranzo informale.

Anche in altre città italiane, la pausa pranzo gourmet sta guadagnando terreno, con ristoranti d'autore e bistrot che offrono opzioni gustose e raffinate in un contesto più informale e accessibile rispetto alla classica cena stellata. Il vantaggio di questi menu gourmet per il pranzo è duplice: da un lato, si dà la possibilità a un pubblico più ampio di accedere a una cucina di altissimo livello a prezzi ridotti, dall'altro i ristoratori possono fidelizzare una clientela più ampia, mantenendo una proposta culinaria sofisticata ma compatibile con le esigenze lavorative.

Il concetto di pausa pranzo si evolve dunque, trasformandosi da un semplice break funzionale a un momento di piacere e scoperta culinaria, dove l'alta cucina si rende accessibile anche nei ritmi serrati della giornata lavorativa. Questa rivoluzione è trainata dal desiderio di concedersi una pausa di qualità, mangiando bene anche in un breve lasso di tempo, senza rinunciare al gusto e alla creatività. I pranzi gourmet riflettono anche un cambiamento più ampio nelle abitudini alimentari degli italiani, sempre più attenti alla qualità degli ingredienti e alla sostenibilità. Molti ristoranti, infatti, stanno puntando su menu equilibrati e leggeri, utilizzando prodotti freschi e locali, spesso biologici. Questo rispecchia la tendenza crescente verso un'alimentazione sana e consapevole, anche durante la pausa pranzo. Oltre alla qualità, i ristoranti offrono un servizio rapido e curato, garantendo un'esperienza rilassante ma efficiente, perfetta per chi ha poco tempo ma non vuole rinunciare al piacere del buon cibo.

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Alberto Lupini


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