Non c'è ancora l'effetto Natale, ma al momento sembra crescere la spesa alimentare dei privati: si parla di un +2,3% durante la pandemia con un boom delle vendite (+31%) presso "i riscoperti negozi tradizionali di prossimità".
È quanto emerge dal secondo numero dell'Osservatorio sul mondo agricolo, "L'agricoltura nella seconda ondata, tra resistenza e rilancio" presentato dall'Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura (Enpaia) e l'istituto di ricerca socio-economica Censis. Brutte notizie invece per l'andamento e la previsione della ristorazione, sempre più in picchiata.
Il report mette in particolare in risalto "il decollo verticale di alcuni prodotti tipici del mangiare in casa" con il +12% della pasta, +16% del riso e poi +16,2% della birra, +9,3% dei vini, +11,1% della frutta, +12,2% degli ortaggi. Con la pandemia il cibo è stato per il 47,4% degli italiani un formidabile alleato per garantire il proprio benessere psicofisico. Dal punto di vista economico gli analisti prevedono un -40% nel fatturato della ristorazione a fine anno, tra lockdown e seconda ondata.
Il dato centrale è comuqnue la previsione che "la crisi non finirà automaticamente quando il virus sarà sconfitto, poiché 15,4 milioni di italiani sono convinti che non torneranno a mangiare fuori casa, almeno non subito". Infine il 93,7% degli italiani è favorevole a dare aiuti alle imprese agricole che investono in sostenibilità.