Due anni di pandemia hanno messo in ginocchio l’intero settore dell’ospitalità italiana, in testa il sistema alberghiero delle città d’arte. A Roma hanno chiuso i battenti hotel di rango come il Majestic (via Veneto) e lo Sheraton (viale del Pattinaggio). Nei prossimi mesi, secondo i dati dell’Ebnt-Ente bilaterale nazionale del turismo, nella capitale in questo settore sono a rischio 8mila posti di lavoro. Basti pensare che a Roma la percentuale di flussi legata al turismo straniero è pari a oltre il 70% e il blocco viaggi è uno scenario fisso si può dire da 24 mesi.
La pandemia ha sfibrato la Roma alberghiera
Cassa integrazione non rinnovata
« Per ciò che riguarda i licenziamenti – ha dichiarato Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma all’agenzia di stampa Sputnik Italia - la goccia che ha fatto traboccare un vaso purtroppo ormai colmo è stato il mancato rinnovo dal 1° gennaio 2022 della cassa integrazione Covid: come andavamo predicendo da molto tempo, il sistema è definitivamente andato in cortocircuito. Non esistendo sufficienti fondi di cassa – tanto più nei casi di strutture chiuse da mesi, che a Roma sono ben 350 su 1.250 – senza adeguate misure di sostegno sta diventando impossibile per moltissimi di noi mantenere al proprio posto i nostri collaboratori. Per quanto riguarda gli alberghi, ritengo sia purtroppo estremamente difficile, attualmente, trovare lavoro in un hotel romano, quando l'occupazione media delle strutture cittadine non raggiunge il 20%. Finora lo sforzo è stato quello di mantenere “in vita” in ogni modo i contratti di lavoro già in essere dei nostri dipendenti, ma potevamo usufruire di uno strumento decisivo come la cassa integrazione, che sfortunatamente ci è appena stato tolto».
Giuseppe Roscioli - Foto Federalberghi Roma
A rischio non solo i lavoratori, anche le aziende
Nell’aria il rischio è quindi quello di un’ondata massiccia di licenziamenti, generalizzata per tutto il comparto alberghiero capitolino. «Per evitarla – ha puntualizzato Roscioli - è necessario che le istituzioni ci aiutino almeno ad arrivare all’auspicabile ripresa, che potrebbe partire dalla prossima primavera/estate: non solo con la cassa integrazione, ma anche con il credito d’imposta sugli affitti, l’esonero dal pagamento dell’Imu e la moratoria sui mutui. A rischiare, oggi, non sono solo i lavoratori, ma le aziende stesse, che non hanno più modo di onorare gli obblighi assunti con i creditori, si tratti dello Stato, dei proprietari delle strutture in affitto o del sistema bancario. Fin dall'inizio della pandemia, il sistema Federalberghi è impegnato in ogni modo e a ogni livello per far sentire la propria voce. Siamo pronti a partecipare a ogni tavolo, come sempre, per far comprendere a chi ci governa le nostre esigenze e quelle dei nostri dipendenti. Il rischio di perdere il patrimonio di cultura dell'ospitalità italiana e romana è assolutamente reale e presente. Noi continueremo a combattere, ma senza valide misure di contenimento dell'emergenza e concreti sostegni governativi non ci sarà modo di evitare che l’inevitabile accada».
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