Guida Michelin Italia: annunciati altri 15 nuovi ristoranti per il 2025
Continuiamo a percorrere la lunga strada che, il prossimo novembre, ci porterà alla presentazione della Guida Michelin 2025. Sono stati svelati altri 15 locali che faranno parte della prossima edizione del prestigioso volume
A pochi mesi dalla presentazione della Guida Michelin 2024, non povera di sorprese, riparte il percorso che ci porterà all'edizione 2025. Dallo scorso anno i francesi hanno deciso di anticipare, nel corso dei vari mesi che precedono il disvelamento del vademecum gastronomico più ambito da chef e imprenditori di settore, i ristoranti che entreranno a far parte della tanto ambita Rossa. Se nel 2023 i primi locali erano stati annunciati a luglio quest'anno la Michelin "va di fretta". Dopo aver svelato 10 ristoranti nel mese di gennaio e 10 nel mese di marzo, la Rossa ha ufficializzato altri 15 locali che entreranno in guida, sebbene fino alla presentazione ufficiale non si saprà con che "grado" saranno riconosciuti (se con la Stella, il Bib Gourmand, Stella Verde o segnalazione).
I nuovi ingressi della Guida Michelin 2025
I ristoranti sono già segnalati sul sito ufficiale della Michelin Italia e all'interno dell'app dedicata. Ecco di seguito i "magnifici 15" che già possono dirsi certi del loro nome segnalato nella guida 2025, con le rispettive motivazioni.
Agriturismo Ferdy (Lenna, Bergamo)
Lasciata l'auto nel parcheggio e varcato il fiume Brembo si entra in un contesto da favola, tra prati e cavalli, circondati dalle cime orobiche. La cucina è una dichiarazione d'amore per la montagna: a tratti tecnica e complessa, ma sempre gustosa, piena e rotonda, con la carne e i prodotti caseari che la fanno da padrone. Camere e negozio con rivendita di prodotti tipici completano il quadro di uno straordinario agriturismo di alto livello.
Amo Bistrot (Verona)
All'interno del suggestivo Palazzo Forti, l'intreccio con la storia si fa notare nei piacevoli interni in grado di coniugare la contemporaneità degli arredi con pareti in sasso e soffitti in legno. Molto consigliabile e suggestiva la sosta nei mesi caldi nel bel chiostro dove si svolge il servizio estivo fra antiche mura e luci soffuse. La cucina mixa la tradizione (pesce e terra) con l'Oriente, in proposte eventualmente da condividere fra tapas e bao (panini soffici al vapore). Domenica anche un ricco brunch.
Anto e Robi (Robbio, Pavia)
Nel cuore della piccola cittadina attorniata da risaie, il locale è particolarmente personalizzato e raccolto, mentre la cucina vira spesso verso il pesce - ma non solo - con proposte che traggono ispirazione dalla regione. Robi si destreggia con grande savoir-faire in sala dispensando consigli su vino (oltre 300 etichette, di cui molte al bicchiere) e rhum: la sua passione! Anto in cucina assicura ottime ricette.
Dogma (Roma)
Un piccolo ristorante (consigliamo la prenotazione), ma con una grande personalità: qui troverete una cucina di mare, ma con quasi tutti i piatti cotti (almeno per un passaggio) alla griglia di carboni, dolci compresi! Sapori intensi e convincenti, il giovane cuoco ha talento e originalità.
Fratelli Bruzzone (Torino)
Un grande applauso ai fratelli Bruzzone per aver realizzato una così straordinaria rappresentazione della cucina tradizionale piemontese. In due piccole sale (consigliamo la prenotazione), la carrellata di piatti è indimenticabile: acciughe al verde, cipolla al forno con bagna cauda, gli strepitosi agnolotti, trippa, gallina, bonet, torta alle nocciole con crema allo zabajone e altro ancora... è difficile frenarsi, qui si vorrebbe stare sempre a tavola o alzarsi per tornarvi al più presto.
Innesti (Pergine Valsugana, Trento)
Daniele ed Elisa sono una giovane coppia di ristoratori che avevamo già conosciuto con la Blumenstube a Sant'Orsola. Chiuso quel capitolo, ripartono da Pergine con un nuovo progetto tutto loro: un locale alpino-contemporaneo - sia negli ambienti sia nella cucina - che si affida ad una formula abbastanza in voga ultimamente, ovvero 3 menu degustazione (corto, medio e lungo), con piatti da poter scegliere anche alla carta. Tutte le ricette sono caratterizzate da una certa spinta creativa, che vede lo chef alle volte giocare con più ingredienti contemporaneamente.
Iris Ristorante (Verona)
Poco distante dalla Basilica di San Fermo del 1100, il ristorate è all'interno di Palazzo Soave (ex Malaspina Bottagisio); un indirizzo storico del '400 che si presenta con interni molto raffinati dove ancora troviamo pareti in sasso e pietra a "lisca di pesce" tipiche delle costruzioni romane, e volte che fanno da cornice a degli arredi contemporanei ben allineati con la storicità della casa. Sala con la classica cucina a vista e se si vogliono vedere i cuochi al lavoro si consiglia di chiedere i tavoli nelle vicinanze.
Il talentuoso chef dal tocco "green" propone piatti concreti dai connotati territoriali creati con equilibrio e fantasia. Non manca il pesce con una predilezione per il Mar Adriatico. La cantina conta più di 800 etichette: Veneto e Francia primeggiano.
Lo Scalco Grasso (Mantova)
Piccolo ed intimo locale dagli ambienti accoglienti, semplici ma vivaci, dove la cucina è impostata e curata dallo chef patron che - durante il servizio - segue anche i tavoli. Troverete, quindi, la sostanza delle porzioni, la tradizione mantovana di alcune portate come i mitici tortelli di zucca (con burro o sugo delle feste a base di salsiccia al pomodoro), nonché la fantasia di altri piatti: eccellente la tartare di agnello emiliano condita delicatamente con un jus di cottura, biete spadellate, sbrisolona salata e in stagione tartufo nero della bassa mantovana.
Oblige (Vignola, Modena)
Il centro della storica Vignola si dota di un nuovo indirizzo con cocktail-bar e bistrot, il Noblesse, ed una proposta gourmet, l'Oblige, dove lo chef Angelo propone una cucina di facile lettura ma di grande spessore tecnico. Consigliamo la cacciagione alla brace, come una succulenta faraona di un allevatore locale, condita con una purea di patate alla senape e servita con due ciuffi di radicchio saltato. Per la scelta del vino è a disposizione una carta sia italiana che internazionale dove si può trovare il giusto abbinamento ad ogni portata, nonché qualche etichetta per intenditori.
Opificio (Noventa Padovana, Padova)
Locale moderno della provincia di Padova che nel giro di una decina di anni si è evoluto, crescendo, da gastro pub sino al buon livello gastronomico di oggi. La cucina è abbastanza eclettica, carne e pesce sono entrambi presenti, così come il pranzo raddoppia l'offerta con l'aggiunta del menù più easy. La carta - però - mostra il meglio nei piatti a base di ingredienti di lusso come il foie gras, gli scampi, il wagyu... Buona la selezione enoica, con evidente passione per le bollicine d'Oltralpe, mentre l'ottima proposta di vini al calice è ampliata dai cocktail (disponibili anche a pranzo).
Osteria Bakaré (Peschiera del Garda, Verona)
Piccolo ma curatissimo ristorante ubicato nelle retrovie rispetto al lago propone una cucina di stampo contemporaneo con ricette che alternano piatti di pesce ad altri di carne, elaborati partendo da ottime materie prime e in sintonia con le stagioni. Creatività e personalità si accompagnano a qualche tocco orientale. Bella veranda chiusa.
Sa Domu Sarda (Cagliari)
Benché isolana, la cucina sarda tradizionale è in prevalenza di terra e in questo ristorante ne troverete alcuni dei più significativi esempi. In sale semplici con qualche tipica decorazione locale sono serviti piatti dai nomi evocativi, come le sitzigorrus cun bagna (lumache in salsa di pomodoro), le bombas (polpette) di bue rosso, le straordinarie paste sarde - malloreddus, culurgiones e fregula per citarne alcune - stufati, stracotti e filetti di carne e ancora i dolci, le celebri sebadas e il su pappai biancu (biancomangiare).
Umami (Badalucco, Imperia)
Un giovane chef con buone esperienze in importanti locali ha recuperato il vecchio asilo del paese, opportunamente restaurato, per offrire una cucina contemporanea con legami territoriali più o meno sfumati organizzata in menu degustazione da cui è possibile estrarre singoli piatti alla carta. In estate bello spazio all'aperto quasi sulle sponde del fiume Argentina, che dà il nome anche alla valle in cui si trova il paese. La caccia all'Umami è aperta!
Almondo Trattoria (Torino)
A pochi metri dalla chiesa della Gran Madre, in questo semplice ma grazioso ristorante troverete una bella proposta di cucina regionale italiana. Non manca naturalmente quella piemontese, ma per il resto è un viaggio gastronomico che tocca territori diversi al variare delle stagioni, dagli scialatielli ai frutti di mare alle bombette pugliesi fino allo zabaione con torta langarola. C'è anche un buon numero di piatti senza glutine.
Acero Rosso (Vodo di Cadore, Belluno)
Un accogliente chalet alpino in posizione isolata e nel verde; all' interno gli arredi sono decisamente in stile montano con un’accogliente sala rivestita in legno e uno scoppiettante camino a riscaldare l’ambiente. La cucina è ovviamente in linea con la location e il territorio: prodotti e ricette regionali, ma dal tocco contemporaneo. Il carrè d’agnello cotto a bassa temperatura con crema di mais, porro fondente e la sua salsa, tra i più gettonati.
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Alberto Lupini
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